Anche ai padri licenza di assentarsi per accudire ai figli in tenera età

Anche ai padri licenza di assentarsi per accudire ai figli in tenera età La legge sulla parità tra uomo e donna sul lavoro Anche ai padri licenza di assentarsi per accudire ai figli in tenera età (Dalla redazione romana) Roma, 2 dicembre. La parità tra donna e uomo sul lavoro è legge dello Stato. Il provvedimento, votato a larga maggioranza da Camera e Senato, contiene disposizioni che, come è detto nel primo articolo, fanno cadere le residue discriminazioni fondate sul sesso per quel che riguarda l'accesso al lavoro (indipendentemente dalle modalità di assunzione e qualunque sia il settore pubblico o privato, o il ramo di attività, a tutti i livelli della gerarchia professionale), le qualifiche, le mansioni e la carriera. La legge di parità è un successo delle donne elette in Parla mento che si sono particolarmente battute per una sua ra pida approvazione. A partire da questo mese, la lavoratrice ha perciò diritto alla stessa retribuzione del lavoratore quando le prestazioni siano uguali o di pari valore. Un altro punto di rilievo del provvedimento è quello che consente alla donna che lavora di scegliere tra l'andare in pensione a 55 o a 60 anni. In pratica, essa potrà continuare a lavorare fino a I 60 anni, anche se ha maturato ! il diritto alla pensione di vec' chiaia a 55 anni, comunicandolo al datore di lavoro tre mesi prima. Sugli annunci delle offerte di laverò non potranno più farsi quelle odiose «preferenze» in base al sesso. La legge infatti vieta in modo assoluto qualsiasi discriminazione, anche in riferimento allo stato matrimoniale o di famiglia o di gravidanza. Di conseguenza, non saranno più possibili meccanismi indiretti di preselezione, fatti, ad esempio, con forme di pubblicità sulla i stampa indicanti come requi- sito l'appartenenza all'uno o all'altro sesso. Le sole eccezioni a questa norma riguardano le mansioni particolarmente pesanti — che siano state, però, indivi duate nei contratti collettivi da lavoro — e le assunzioni nei settori della moda, dell'arte e dello spettacolo, «Quando l'appartenenza ad un determinato sesso sia essenziale alla natura del lavoro». AU'infuori delle donne che svolgono mansioni direttive o sono addette ai servizi sanitari aziendali, le impiegate in aziende manifatturiere e artigianali non potranno lavorare nelle ore notturne dalla mezzanotte alle sei, salvo deroghe previste dal contratto o concordate tra le parti con comunicazione 15 giorni prima nell'ufficio di lavoro e sem pre che la donna non sia in gravidanza o non abbia un fi glio di età fino ai sette mesi. La legge prevede poi alcune norme destinate a creare con dizioni di maggiore collaborazione della coppia lavoratrice di fronte al problema dei figli: in altri termini, il diritto alle assenze dal lavoro già previsto per la maternità vale ora anche per i padri che potranno cosi assentarsi per l'allattamento artificiale o per accudire i figli piccoli, anche quelli adottivi. Inoltre, assenze dal lavoro per maternità vengono ora considerate anche ai fini degli scatti di carriera. Due, infine, le innovazioni in materia previdenziale: l'estensione del trattamento ai superstiti vedovi, la cui mo glie sia deceduta in epoca successiva all'entrata in vigore della stessa legge; l'attribuzione della titolarità degli as¬ segni familiari all'uno o all'altro coniuge a loro scelta, in sintonia con il nuovo diritto di famiglia che cancella la figura del capo-famiglia. Particolarmente soddisfatti della legge si sono dichiarati i comunisti. Livia Seroni, della direzione e responsabile della commissione nazionale fem minile del pei, ha rilevato che «la fonte di discriminazione più grossa nasce dalla crisi, dalla scarsezza di lavoro. E' proprio la crisi a mettere in moto in maniera più massiccia l'esclusione della donna dal posto di lavoro e la sua condanna al lavoro nero. Adesso ci vogliono provvedimenti di altro tipo, dal dare sbocchi al piano di preavviamento dei giovani (garantendo che le ragazze non siano discriminate, ecco un nesso tra i due provvedimenti), all'avviare al più presto il piano del settore tessile; e intervenire sul costo del lavoro femminile attraverso la fiscalizzazione totale degli oneri di maternità. Bisogna cioè accompagnare delle politiche specifiche per l'occupazione femminile alle scelte di fondo dell'economia».

Persone citate: Livia Seroni

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