"Vogliamo difendere lavoro e democrazia,, di Giancarlo Fossi

"Vogliamo difendere lavoro e democrazia,, "Vogliamo difendere lavoro e democrazia,, per modificare una situazione pericolosa di stallo, nella quale non si fa un passo avanti e si accresce di conseguenza il pericolo di arretrare. Siamo di fronte ad una sfida eccezionale alla democrazia». Camiti ha, poi, detto: «L'aumento della disgregazione sociale; la mancanza di prospettive programmate per l'avvenire capaci di impedire che la società si consumi nella crisi economica e sociale; il protrarsi di una situazione di precarietà politica; la degenerazione in casi tragicamente troppo frequenti della lotta politica nella violenza, nella criminalità, nell'assassinio; il modo bestiale con il quale Benedetto Petrone, il giovane comunista di 18 anni, è stato assassinato in pieno centro a Bari; la morte di Carlo Casalegno dopo tredici giorni di agonia, a seguito dell'assassinio rivendicato da fascisti di diverso colore, dalle Brigate rosse, indicano il punto di gravità a cui è giunta la situazione, esprimono al tempo stesso il disegno di gettare il Paese nel caos, il pericolo che si possano ridurre le difese ed aprire dei varchi a manovre antidemocratiche ed eversive». Ma di fronte al pericolo dell'azione inconsulta, i metalmeccanici, la classe operaia reagisce non cedendo, ma organizzandosi per difen dere la democrazia, confer- Giancarlo Fossi (Continua a pagina 2 in quarta colonna) Roma, 2 dicembre. «Oggi, come nel 1969 a Piazza del Popolo e nel 1973 sempre qui a San Giovanni, i metalmeccanici e gli studenti rompono l'incantesimo delle discussioni di vertice per difendere il lavoro e la democrazia», ha affermato oggi Pierre Camiti, segretario generale aggiunto della Cisl a nome della Federazione unitaria, di fronte a 200.000 lavoratori, studenti, disoccupati, giovani, donne riuniti in piazza San Giovanni per la manifestazione nazionale indetta dalla Firn in occasione dello sciopero generale del settore. Sospesa l'attività di decine di migliaia di aziende private e pubbliche in seguito all'astensione di un milione e mezzo di metalmeccanici, la massiccia presenza a Roma di maestranze giunte da ogni parte d'Italia con quaranta treni speciali e ottocento pullman ha dato una dimostrazione di forza e di impegno che è andata al di là delle previsioni degli stessi organizzatori. Nessun incidente ha turbato il comizio tenuto da Camiti con il segretario provinciale della Uil di Roma, Larizza, il segretario generale della Federazione dei lavoratori metalmeccanici Galli, un rappresentante delle Leghe dei disoccupati aderenti alle tre confederazioni, uno dei genitori dei giovani arrestati per l'inchiesta sui «proletari in divisa», rappresentanti del movimento sottufficiali democratici e dei consigli di fabbrica dell'Italsider e di Ot tana. Nessuna interruzione agli oratori, ma solo scroscianti applausi per le dichiarazioni più forti e significative. Il rigoroso servizio d'ordine è intervenuto prontamente per sedare incidenti verificatisi prima e dopo la manifestazione, fuori dalla grande piazza, ed evitare il ripetersi di provocazioni. Rispetto ai timori della vigilia, il bilancio complessivo dei tafferugli Cuna ventina di feriti e contusi) è sembrato piuttosto contenuto. Camiti ha rivendicato alla manifestazione «il solo, vero significato di un impegno unitario di lotta per modificare una situazione che pone il movimento dì fronte ad una sfida eccezionale contro la democrazia». I tragici fatti di questi giorni, da Torino a Bari, «indicano i rischi del protrarsi di condizioni precarie e della mancanza di prospettive programmate per l'avvenire». Il significato vero della manifestazione, ha sottolineato Camiti, si esprime qui, su questa piazza: «E', il segno di un impegno unitario di lotta

Persone citate: Benedetto Petrone, Carlo Casalegno, Galli, Larizza

Luoghi citati: Bari, Italia, Roma, Torino