Fulmina con una pistola la moglie e il suo amante poi si lascia ammanettare e dice: "Dovevo farlo,,

Fulmina con una pistola la moglie e il suo amante poi si lascia ammanettare e dice: "Dovevo farlo,, Alle 4 del pomeriggio: tragedia della gelosia nel bar della stazione Dora Fulmina con una pistola la moglie e il suo amante poi si lascia ammanettare e dice: "Dovevo farlo,, L'assassino, operaio Ceat, ha 32 anni, le sue vittime 34 e 24 - L'amore tra la donna e il giovane era scoppiato improvviso, quindici giorni fa, durante il viaggio di lei dal Sud per raggiungere il marito immigrato per la seconda volta a Torino dopo un deludente ritorno in Campania - Gli aveva detto: "Non ti voglio più bene, dividiamoci, io tengo i bambini" ■ Lui ha perso la testa, ieri l'ha pedinata, ha affrontato gli innamorati e poi li ha uccisi Bar della stazione Dora, ore 16. Apogglatl al « juke-box », un uomo c una donna si guardano negli occhi ascoltando la musica. Il locale è quasi deserto. All'Improvviso si spalanca la porta a vetri. Entra un individuo tarchiato, cappotto scuro, sciarpa bianca lunga. SI guarda intorno. Poi cstrac una pistola automatica. Echeggiano sci colpi. Sul pavimento l'uomo e la donna si afflosciano In un lago di sangue. Lui muore subito, lei spira pochi minuti dopo, all'ospedale. L'assassino è catturato fuori del bar da un agente della polizia ferroviaria: « Ho fatto il mio dovere — dice — ho ucciso mia moglie e il suo amante. Dovevo farlo ». Un dramma della gelosia con personaggi ormai scontati: lui, lei, l'altro. Vere vittime i tre figli della coppia rimasti soli a piangere la madre morta e 11 padre assassino. Protagonisti della storia sono Stefano Iati, 32 anni, originario di Clminà (Reggio Calabria), Anna Guida, 34 anni, nata ad Arienzo (Caserta) e Gregorio Barbieri, 24 anni, di San Gregorio d'Ippona (Catanzaro). I primi due si sono sposati 13 anni fa, a Torino, dove erano giunti dal Sud in cerca di lavoro. Un matrimonio tranquillo allietato dalla nascita di tre bambini: Enzo, Antonio e Massimo, che oggi hanno rispettivamente 12, 10 e 5 anni. Lo Iati si impiega alla Ceat di Settimo: gran lavoratore, uomo tranquillo. La moglie bada alla casa e al figli. I due riescono a comprarsi un piccolo alloggetto in via Boccardo 38 e ci vanno ad abitare nel '71. Poi sulla serenità familiare, si stende l'ombra della crisi: aumentano le spese, la città diventa sempre più ostile, il richiamo del Sud diventa più forte. Soprattutto lei, Anna, soffre di nostalgia. All'inizio di quest'anno la famiglia decide di lasciare Torino: ad Arienzo abitano i genitori di Anna, sembra che vi sia anche possibilità di trovare un lavoro. Stefano Iati si licenzia, vende l'alloggio ed i mobili. Il 12 giugno, proprio il giorno in cui il figlio maggiore, Enzo, termina di frequentare le lezioni alla media Vivaldi, partono tutti insieme per il Sud. Col suo piccolo gruzzolo lo Iati acquista un terreno. Vorrebbe costruirsi una casetta. Invece tutto sfuma: la licenza di fabbricazione non viene concessa I I i j | p I e non riesce neppure a trovare I lavoro. Bussa a varie porte, ma i la crisi è più profonda a Caserj ta che a Torino. Alla fine dell'e| state una decisione è inevitabile: deve ritornare da solo ai Nord per mantenere la famiglia. Alla Ceat, stabilimento di Settimo, gli ridanno il suo posto. Per dormire si rivolgo al proprietario di una fabbrica di lampadari di via Stradello 68, Costantino Vianzone. Lo conosce, già I in! toj trl'pS1 lotemladnli I in passato Vianzone lo ha aiuta! to per arrotondare la paga. Si j trova un magazzino sul retro dell'officina, in via Campo 5. E' al pian terreno. Un solo locale. Svuotato e ripulito, diventa l'ai1 logglo per Iati. Si deve accontentare, ma preferisce così, e mandare ogni mese alla famiglia la maggior parte dei suoi guadagni. Tre figli, di cui due vanno a scuola, costano. Nelle ore libere dal lavoro alla Ceat aiuta il uomfitfavodoteganisial il Vianzone. E' un po' il suo uomo di fiducia, gli fa le commissioni. Fra Torino e Arienzo c'è una fitta corrispondenza. Anna e Stefano si scambiano notizie sul lavoro, sul figli. Un mese fa la donna chiede al marito di poterlo raggiungere a Torino: i ragazzi possono rimanere dal nonni materni. Pare che ci sia possibilità anche per lei di lavorare alla Michelin: uno stipendio in pSinsutaggpqcGC più migliorerebbe la situazione. Stefano Iati all'inizio è un po' incerto, poi si convince. Quindici giorni fa Anna sale sul treno a Caserta. E' contenta, sembra ringiovanita. Il viaggio, anche per gli scioperi, è lungo. Quattordici ore in uno scompartimento di seconda classe. Su quel treno si trova anche l'uomo che cambierà il suo destino. E' Gregorio Barbieri, viene dalla Calabria: un bel ragazzo dai mo- dCludavlaspcgl di gentili, galante con le donne. Cominciano a chiacchierare, 11 lungo percorso invita alle confidenze. Anche il giovane è diretto a Torino, abita in una soffitta di via Garibaldi 20. Quando scendono dal treno, alla stazione di Porta Nuova, sono sottobraccio. Sulla pensilina c'è però il marito In attesa. Comincia qui a scattare la molla della gelosia. Anna è diversa dal solito: se prima si trovava male a Torino, adesso sta peggio. Diventa insofferente. L'Incontro con Gregorio l'ha cambiata. Al marito comincia a fare strani discorsi: « Forse ho fatto male a venire su ». Poi diventa esplicita: « Non ti voglio più bene, mi sono innamorata di Gregorio: è giovane, "e bello ». Nella cameretta di via del Campo cominciano a scoppiare i litigi: « Devo rifarmi una vita. Vendi II terreno che abbiamo ad Arienzo e dividiamoci. Io mi prendo i bambini ». Tutte queste cose le racconterà in seguito Stefano Iati negli uffici della « mobile ». Le liti si fanno più drammatiche. L'uomo non è disposto ad abbandonare i figli, né a rinunciare alla bella moglie. La segue, sa che 1 due s'incontrano. Due giorni fa la donna reagisce: « Lasciami in pace, guarda che Gregorio ù un pregiudicalo, gira con la pistola ed ha amici pericolosi ». Sono tutte menzogne, il giovane è incensurato. Ieri la tragedia. Anna Guida esce di casa: vuole incontrarsi con Gregorio. Pensa che 11 marito sia al lavoro. Lo Iati invece si è dato malato alla Ceat. La segue, ha la pistola in tasca, una « 7,65 » che teneva in casa da anni. La vede entrare nel bar della stazione Dora e telefonare. j Mezz'ora dopo arriva Gregorio Barbieri con un amico, Dome nico Alessandria, 22 anni, origi nario di Maierato (Catanzaro). I 1 due amanti si mettono a chiacchierare vicino al « Juke-box ». Cento lire per un disco: è l'ultima galanteria di Gregorio per Anna. Sei colpi di pistola interrompono la musica. Entrambi vengono colpiti allo stomaco. L'uomo ! si abbatte a braccia aperte accanto al « flipper ». Quando il proprietario del bar, Pasquale Praino, si china per soccorrerlo non c'è più nulla da fare. La donna respira ancora: muore quando giunge all'astanteria Martini. Le detonazioni richiamano l'attenzione di un agente della polizia ferroviaria che arresta l'assassino. Vaga, quasi assente, vicino al binari. Quando arrivano gli uomini della « Mobile », il dott. Ferslnl, 1 commissari Sassi e Pappalardo, Stefano Iati comincia il suo racconto. E' tranquillo, distaccato. « Dovevo farlo ». Non inveisce contro la moglie. Piange soltanto quando gli chiedono dove sono 1 figli. Gianni Bisio Nino Pietropinto Anna Guida e il giovane amico, Gregorio Barbieri: tre colpi di pistola ciascuno - L'uomo è caduto morto sotto il flipper - L'omicida, Stefano Iati, sembra indifferente