Badini: "Don Carlo,, in mondovisione solo se Grassi chiede scusa a Karajan di Marzio Fabbri

Badini: "Don Carlo,, in mondovisione solo se Grassi chiede scusa a Karajan Condizione posta dalla società cinematografica tedesca Badini: "Don Carlo,, in mondovisione solo se Grassi chiede scusa a Karajan (Nostro servizio particolare) Milano, 25 novembre. Il presidente della Rai Paolo Grassi dovrà fare delle scuse esplicite al maestro Herbert Von Karajan: questo è l'unico modo che resta per salvare la diffusione in mondovisione della inaugurazione della stagione lirica '77-78 della Scala, prevista con il Don Carlo di Vedi diretto da Claudio Abbado per la regìa di Luca Ronconi, la sera di Sant'Ambrogio. Questo è il succo delle dichiarazioni a sorpresa rilasciate questa mattina dal sovrintendente della Scala Carlo Maria Badini con il trasparente intento di mettere avanti le mani. Anche senza dirlo esplicitamente Bacimi ha ini ^"ì^„^r_.i^...fi_ì^j^ "*l a sostanza lasciato intendere di fatto tutto quello che era in suo potere per rimuovere gli ostacoli frapposti alla teletrasmissione internaziona- * e tutto sommato anche la sotto contratto i cantanti per le riprese cinematografiche . . " p , „_-5.hp rii F™ ,„",' * sposta a fare una eccezione- Ora, dunque, una soluzione «amichevole» è legata ai rapporti personali Grassi-Kara- Jan, due grossissime persona,. .' „„„,,„ j„,,„ ita del mondo dello spettaco 10 che sono entrateita contrasto e hanno dato vita ad una «querelle» di stampo un po' ottocentesco, «Sarebbe più semplice or- ganizzare un duello» ha commentato oggi un giornalista che ascoltava stupefatto le spiegazioni di Badini e infatti pare problematico convincere Grassi a spingersi sulla strada dell'umiltà ancora più in là di dove è arrivato finora. Il presidente della Rai, infatti, su sollecitazione del sovrintendente della Scala e del Sindaco di Milano ha già scritto al maestro austriaco una lettera improntata alla massima cordialità e spirito di collaborazione in cui affermava la propria disponibilità a tenere aperte per lui tutte le strutture della Rai. Ma il direttore d'orchestra, attraverso la Unitel, ha fatto sape¬ re da Salisburgo che non bastava. «La lettera — si è detto — non risultava contenere gli elementi che apparivano a Von Karajan necessari, e cioè, in termini meno ermetici, la semplice e chiara parola "scusa"». Vediamo, con un passo indietro come è nata e come si è sviluppata la vicenda. L'accordo Scala-Rai per la trasmissione del Don Carlo risale al primo dicembre 1976, quando una lettera di Mimmo Scarano (direttore della prima rete televisiva) all'allora sovrintendente Paolo Grassi, fa accenno alla trasmissione. Stabilito questo ci si preoccupa che non accada co¬ me per Otello (che inaugurò la stagione '76) la cui trasmissione in euro e mondovisione non fu possibile, per le stesse cause che mettono in forse il Don Carlo. Anche l'anno scorso l'impedimento fu che un'artista del «cast» era legata a strutture di produzione di film. «Il 27 luglio di quest'anno — ha spiegato Badini — la Scala acquisisce la piena disponibilità televisiva del "cast". Tutti dicono di essere liberi da impegni con case cinematografiche. Il 27 settembre stipulano il contratto preliminare con la Scala, fissando per il 30 ottobre l'atto definitivo. Ma il 30 settembre l'agenzia Gorlinski di Londra scrive che Nicolai Ghiauroy e Piero Cappuccini, non possono partecipare alla trasmissione in mondovisione perchè legati da contratto con l'Unitel. Successivamente si apprende che anche Mirella Freni e José Carreras sono nelle stesse condizioni» è a questo punto che si inseriscono le dichiarazioni di Paolo Grassi che tanto sono spiaciute a Von Karajan. A questo punto solo Paolo Grassi, ed è questo che premeva mettere in evidenza a Badini, può fare in modo che tutto il mondo la sera del 7 dicembre sia presente attraverso le telecamere nella sala del Piermarini. Marzio Fabbri

Luoghi citati: Londra, Milano, Salisburgo