30 giorni a Natale Milano non spende

30 giorni a Natale Milano non spende L'austerità cambia le abitudini 30 giorni a Natale Milano non spende (Dal nostro inviato speciale) Milano, 24 novembre. Tra un mese è Natale, e l'unica cosa concreta che lo faccia presagire — oltre al calendario — è la neve che ancora sporca le strade e copre i tetti. Non è cominciata la tradizionale grande corsa agli acquisti, le vetrine non sembrano ancora imbandite per la grande abbuffata della «tredicesima». A Milano, forse più che altrove, si avverte che qualcosa è cambiato, che una certa crisi tocca più da vicino la città e i suoi abitanti. Si parla persino di «crisi» del panettone — le vicende amare dell'Unidal ne sono premessa e conferma — e per Milano è tutto dire. Interrogati, industriali e commercianti confermano un calo delle vendite e delle previsioni di vendita, che si trascina dall'inizio dell'autunno, senza accenni di ripresa. I ristoranti nei quali sei mesi fa soltanto per entrare si dove¬ va quasi fare la coda, ostentano posti vuoti a mezzogiorno e ancor più la sera; i camerieri restano inoperosi. Nei cinematografi — tolti quelli nei quali si proiettano spettacoli di gran richiamo, come per esempio «Guerre stellari» — si entra, ci si siede, e ci sono posti vuoti a tutte le ore. Fa eccezione la Scala, con prenotazioni esaurite ormai da tempo; ma la Scala per Milano è da sempre un'eccezione, non certamente un metro per misurare le possibilità di spesa dei milanesi. I tassisti lamentano un calo che raggiunge anche il 30 e il 40 per cento delle corse rispetto a un anno fa. Da anni, questo è il primo autunno in cui la capitale lombarda dimostra di sentire gravemente una crisi econoSandro Doglio (Continua a pagina 2 in terza colonna)

Persone citate: Doglio, Scala

Luoghi citati: Milano