Per contestare te mense pranzano sulla strada

Per contestare te mense pranzano sulla strada Pavia: singolare protesta degli studenti Per contestare te mense pranzano sulla strada (Dal nostro inviato speciale) I sPavia, 18 novembre. La protesta era nell'aria da qualche giorno, ora che è scoppiata, sindaco, rettore dell'Università, responsabili dell'Opera universitaria sostengono che, tutto sommato, gli studenti hanno ragione, anche se i primi giorni hanno agito con atteggiamento provocatorio. Da lunedi a mercoledì, infatti, gruppi di universitari, decisi a contestare le tre mense (al Cravino, all'ex Vigorelli e alla Casa dello Studente), avevano preso di mira alcuni dei ristoranti più noti di Pavia, consumando pranzi a prezzi autoridotti, che voleva poi dire gratuitamente perché i buoni mensa (500 lire) consegnati ai ristoratori, difficilmente potranno essere incassati. Ieri ed oggi invece, la protesta ha cambiato tono, niente autoriduzione (tutti a Pavia sono d'accordo nel sostenere che gli espropri sono inammissibili anche se gli rpdmcDvodtrtucMlscnsmmgmaacz« studenti hanno le loro buone | «ragioni per protestare) e pranzo all'aperto, con i tavoli della mensa Vigorelli sistemati sui marciapiedi della centralissima Strada Nuova. Dagli ottocento ai mille giovani seduti a tavola sotto gli occhi divertiti e un po' stupiti dei passanti, molti, considerato che Strada Nuova è il cuore della città. «Fuori i tavoli, tutti a pranzo in strada, ha un significato preciso — ci dicono Giovanni e Roberta del Movimento degli studenti —: la gente deve sapere che il servizio mensa non è sufficiente e non ci soddisfa. E' necessario aumentare il personale in servizio alle tre mense, le quali dovrebbero rimanere aperte sia a mezzogiorno che alla sera. Vogliamo un controllo sulle derrate alimentari, abbiamo diritto ad una migliore qualità del cibo». Ma, facciamo notare, i prezzi autoridotti al «Broletto», al «Bixio», al «Regi Sole», al «tdrqaurStpplplbzct«lamvtpcs «Dante», all'«Ariston», allo a n o e o n l i i «Splendid», hanno preoccupato molti pavesi, si è parlato di autonomi. «Storie — è la risposta —, gli autonomi in questa vicenda non c'entrano, anche se poi hanno emesso un comunicato per rivendicare la paternità dell'azione. Siamo stati noi del Movimento degli studenti a muoverci, per richiamare l'attenzione-, per sensibilizzare le forze politiche e sociali, i sindacati, la popolazione». La reazione nei giorni dell'autoriduzione era stata abbastanza violenta. L'Associazione commercianti con un comunicato invitava i ristoratori che avessero notato «gruppi sospetti» ad avvertire la polizia; a denunciare chi avesse pagato con i buoni mensa. «Al caso — concludeva il comunicato — ci costituiremo parte civile: tra i proletari autori delle bravate ci sono figli di papà che possono largamente pagare». Ma, passati alla tattica del «fuori i tavoli, mille in strada» , gli universitari di Pavia, precisato che gli autonomi non c'entrano, hanno contribuito a far rientrare la tensione. Lo stesso sindaco, il socialista Veltri ha escluso che a Pavia, città «pacifica e democratica», si possa «parlare di gruppi di autonomi simili a quelli che operano altrove». «Qui — dice Veltri — la P38 non gira e gli studenti hanno ragione. Per le mense e quando lamentano la carenza di alloggi. C'è il piano universitario De Carlo, un progetto pronto da tre anni che risolverebbe tutto. Ma l'università in passato non si è mossa». E, purtroppo, anche se l'attuale rettore, Alberto Gigli Berzolari, la pensa diversamente dai suoi predecessori, oggi vi sono difficoltà per cui «prima di sbrogliare la matassa — ammette — ci vorrà ancora un po' di tempo». Nell'attesa, lo riconosce, gli studenti («perché si tratta di nostri studenti, non di autonomi» precisa) «hanno ragione, anche se assumono atteggiamenti che nessuno può condividere». Ma, diciamo, se questi studenti hanno ragione, perché non è possibile provvedere? «Perché — affermano all'Opera Universitaria che gestisce il servizio mensa — il personale attuale fisso deve aumentare i turni di lavoro. D'altra parte il ministero è stato chiaro: nessuna nuova assunzione». Cosi il problema non trova soluzione e gli universitari protestano. «Vogliono mandarci a mangiare alla sera al Cravino, ma noi rifiutiamo perché in periferia è scomodo, considerato che viviamo quasi tutti nel centro storico. Basta allora assumere altri dipendenti» , ripetono e aggiungono che si potrebbero stipulare accordi tra «Opera Universitaria» e trattorie per dare un posto a tavola a prezzo ragionevole a tutti. Oggi, una delegazione di studenti è stata ricevuta dal vice sindaco, Angelo Russo. «Li ho messi in guardia — ci dice — per il pericolo di avere contro l'opinione pubblica con il ricorso all'autoriduzione, sono atteggiamenti che devono assolutamente evitare, anche se il problema è grosso». Lunedi sera, al «Fraschini», è in programma un'assemblea di universitari con la partecipazione di tutte le forze politiche, sociali, sindacali, culturali della città con i rappresentanti dell'università e dei vari enti. «Tutte le forze interessate — spiega il vice sindaco — dovranno discutere insieme il problema, per cercare una soluzione». Franco Marchiare

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