Attentati alla Stampa: prima le molotov poi la dinamite, ora il tentato omicidio

Attentati alla Stampa: prima le molotov poi la dinamite, ora il tentato omicidio Attentati alla Stampa: prima le molotov poi la dinamite, ora il tentato omicidio Il 22 aprile, bottiglie incendiarie nell'atrio - Il giorno dopo, un ordigno in via Roma - La notte del 17 settembre, bomba in via Chiabrera - Ieri 4 proiettili contro il nostro vicedirettore Il nostro giornale nell'occhio della violenza. L'attentato a Carlo Casalegno è il più grave ed è il quarto contro «La Stampa» in pochi mesi. Una vera e propria «escalation» culminata con l'agguato teso alle 13,55 di ieri. E' cominciata il 22 aprile in coincidenza con una grande manifestazione cittadina che ricorda il trentaduesimo anniversario della Liberazione. Sono le 22,10, quando un commando composto da tre persone irrompe nell'atrio del giornale, in via Marenco 32. Gli attentatori scendono da un'auto parcheggiata dalla parte del Po. Corrono verso il palazzo accendendo alcune bottiglie esplosive. Entrano, buttano gli ordigni, cinque oiolotov, fuggono. Soltanto due bottiglie esplodono, danneggiando 1 locali della portineria; un impiegato rimane ferito, per fortuna superficialmente: qualche scheggia in un braccio. I terroristi scompaiono nella notte. Il giorno dopo ci riprovano. Alle 22,45 una Fulvia blu si ferma in via Bertela davanti alla Galleria S. Federico. Dalla vettura scendono tre individui che infilano nelle maglie della saracinesca degli uffici di via Roma un tubo di ferro pieno di polvere esplosiva. Accendono la miccia e scappano. Lo scoppio incrina 1 cristalli, e non causa altri danni. Sono le avvisaglie di un disegno criminale La notte tra 11 17 ed il 18 settembre un commando fa nuovamente centro, sfiorando la strage. Sono le 0,30 quando una «128» rossa targata Roma si ferma lungo il muro di via Chiabrera dove c'è l'ufficio spedizione del giorna- le. Sulla vettura ci sono quattro giovani, tra cui una ragazza bionda. Tre scendono ed innescano una bomba a forte potenziale, la depongono accanto al muro dello stabilimento poi fuggono. Segue dopo qualche Istante una violenta deflagrazione che provoca uno squarcio di una ventina di metri quadrati. Lo scoppio lesiona una colonna di cemento armato, fa volare sbarre di ferro come fu- scelli, un migliaio di vetri nelle case circostanti vanno In frantumi. Proprio sotto il punto dov'è stata collocata la bomba lavorano una quarantina di rotativisti: otto restano contusi. L'attentato è rivendicato con una telefonata all'Ansa da «Azione rivoluzionaria». La notte seguente, lo stesso gruppo terrorista spara alle gambe del giornalista Nino Ferrerò dell'Unità. Chi sono i terroristi di «Azione I rivoluzionaria»? Due li conosciamo: sono «morti sul campo» la notte del 4 agosto In largo Umbria mentre preparavano un attentato al tritolo. La bomba è esplosa accidentalmente dilaniandoli. Sono Attilio Di Napoli ed il cileno Aldo Marin Pinones. Un altro gruppo viene identificato tra ottobre e novembre con un'azione di polizia che setaccia mezza Italia. A Livorno, poi a Milano e a Genova, sono arrestati o denunciati gli appartenenti a frange che costituiscono 1 «Gruppi di azione rivcluziciiaria ». Seno Vito Messana, Salvatore Ctnieri, Sandro Meloni, Angelo Monaco. C'è anche un «professore», latitante, Giancarlo Faina dell'Università di Genova, e un anarchico Pasqua¬ le Valitutti, milanese. Gente dall'incerta collocazione ideologica, provenienti dal vecchi gruppi di «luddisti» o dei «consigliari», gente comunque che da tempo aveva assunto il programma della «teppistizzazione» per passare a quello del tritolo e della «guerriglia». Più chiara la matrice dell'agguato di ieri: «Brigate Rosse». Ciò che sta dietro a questo nome è una lunga catena di delitti e di terrorismo. La bomba del 17 settembre contro « La Stampa » avrebbe potuto compiere una strage

Persone citate: Aldo Marin Pinones, Angelo Monaco, Attilio Di Napoli, Carlo Casalegno, Giancarlo Faina, Nino Ferrerò, Salvatore Ctnieri, Sandro Meloni, Seno Vito Messana, Valitutti

Luoghi citati: Genova, Italia, Livorno, Milano, Roma