Bergamo: operazioni d'avanguardia però in sale vecchie e insufficienti di Franco Giliberto

Bergamo: operazioni d'avanguardia però in sale vecchie e insufficienti Ancora polemiche per la morte dei tre bimbi Bergamo: operazioni d'avanguardia però in sale vecchie e insufficienti (Dal nostro inviato speciale) ceBergamo, 15 novembre. bIn questi giorni il professor nLucio Parenzan è nell'occhio del ciclone, il centro di cardiochirurgia che dirige a Bergamo è carico di tensione: tre bambini sono morti per un'infezione post-operatoria, altri due sono in pericolo di vita. E lui, apparentemente, riesce a mantenere il sorriso sulle labbra, a dimostrare coscienza tranquilla e levità di spirito. Chi conosce bene Parenzan afferma che è fragile per certi aspetti e solido per altri. Dicono di lui: non è diplomatico, non si rivela buon parlatore, non ha il dono della sintesi quando è chiamato a qualche polemica, indulge spesso alle diatribe di minima utilità, non disdegna la pubblicità del rotocalco o della televisione, non ha qualità politiche. Però ha tutte le qualità del grande cardiochirurgo: se rimanesse sempre in camera operatoria sarebbe perfetto. Ma in quale camera operatoria? Questo è il problema. Il suo centro di cardiochirurgia ne possiede due, di vecchio tipo e media grandezza, divise da un piccolo locale la cui porta si affaccia su un largo corridoio dove si può fumare, soggiornare, camminare, discutere, tossire, starnutire. Non c'è camera sterile né reparto filtro; sporgenze, rientranze e intercapedini dei muri si sprecano. Qui Parenzan e la sua équipe l'altr'anno hanno operato 536 bambini al cuore e su quegli stessi tavoli altre decine e decine di fanciulli sono passati per interventi di chirugia generale: appendiciti, peritoniti, incisioni di bubboni, ecc. La divisione di cardiologia diretta dal professor Giorgio Invernizzi, prezioso affiancatore dell'equipe di Parenzan, sorge lontana dal centro di cardiochirurgia, in un altro padiglione dell'Ospedale Maggiore ed è un madornale controsenso tecnico - sanitario. Quella divisione lavora per il 60-70 per cento su bambini, che poi sono destinati a interventi cardiochirugicì, con uno scrupolo ed un'abilità diagnostica noti in Italia e all'estero. Com'è possibile perpetuare il suo «distacco», la sua lontananza dai reparti di ricovero e dalle camere operatorie? Per anni il centro di cardiochirurgia di Bergamo ha lavorato in queste condizioni e sembra proprio che una modesta capacità di «trattare con i politici)} abbia impedito di ovviare alle carenze citate e a molte altre. Sono rimaste incompiute le ristrutturazioni invocate dalle più elementari regole d'assistenza sanitaria. Ed esistono centri di cardiochirurgia costati qualche miliardo, come alcuni in Sicilia, brillanti, asettici, modernissimi, ma dove un intervento a cuore aperto si compie — se si compie — ogni anno bisestile. E' poco edificante venir a sapere — oggi, nel furore delle polemiche — che il consiglio di amministrazione dell'Ospedale Maggiore ha deciso lo «scorporo» della normale attività chirurgico-pediatrica dal Centro di Parenzan, sollevando le sue due camere operatorie dalle tonsillectomie e da analoghe bazzecole. Assieme a questa notizia, è stata data quella relativa al programma di costruzione di un nuovo blocco per la terapia intensiva del Centro; l'annuncio di un potenziamento delle sale operatorie e delle terapie post-operatorie; quello sull'istituzione di un servizio autonomo di microbiologia (fondamentale necessità), oltre all'assunzione di due nuovi assistenti e quattro paramedici che andranno a rinforzare l'equipe di Parenzan. Al cardiochirurgo è stato contemporaneamente raccomandato di adeguare modi e tempi d'intervento alla corretta assistenza dei bambini cardiopatici, evitando sovraffollamenti e operazioni a ritmo troppo intenso. « Come se fossi io — dice Parenzan — a determinare il ritmo degli interventi e non la lista d'attesa di 1300 bambini che premono alle porte dì Bergamo, provenienti da tutta Italia ». Il cardiochirurgo comin- sploplasctgtcapvtPr cera di nuovo a operare, probabilmente fra qualche gior no- Una commissione tecnicoscientifica (prof. Colonello, prof. Paro e prof. Rondanello) è stata intanto nominata per condurre un'inchiesta sulla morte dei tre bambini e sulla setticemia che ne ha colpiti altri due. Questi ultimi stanno lievemente meglio, anche senza il contributo di numerose case farmaceutiche che hanno mandato a Bergamo i loro emissari proponendo «miracolosi» nuovi antibiotici, sulla cui utilità invece i collaboratori di Parenzan hanno avanzato parecchi dubbi. Franco Giliberto

Persone citate: Colonello, Giorgio Invernizzi, Parenzan

Luoghi citati: Bergamo, Italia, Sicilia