Lama: "Non siamo più disponibili alla strategia delle grandi atteso,, di Francesco Santini

Lama: "Non siamo più disponibili alla strategia delle grandi atteso,, I tre "leaders,, sindacali alla manifestazione di Napoli Lama: "Non siamo più disponibili alla strategia delle grandi atteso,, (Dal nostro inviato speciale) Napoli, 15 novembre. Lo sciopero per l'occupazione e la politica economica, che ha fermato oggi, per quattro ore, sette milioni di lavoratori dell'industria ha avuto a Napoli il momento di maggior rilievo. Il Mezzogiorno è al centro della strategia sindacale, e per parlare, Lama, Macario e Benvenuto hanno scelto la capitale della crisi dove il malessere meridionale mostra le contraddizioni più ampie. Così, in una Napoli già invernale, bagnata da scrosci improvvisi di pioggia battente, i tre leaders del sindacato italiano hanno ritrovato dinanzi ad una gran- de manifestazione operaia [turbata appena dalle azioni di1 gruppi autonomi, termini e toni che sembravano dimenticati. La carica espressa dai capi della Cgil, della Cisl e della i UH in via Medina indirizza il I movimento sindacale verso lo i sciopero generale. La prospet- \ Uva appare concreta e imminente e la grande folla ammassata sino al Maschio Angioino ha colto senza incertezze nell'appuntamento di oggi un'inversione di tendenza nella linea della Federazione. Il sindacato non è più disponibile per la strategia delle «lunghe attese» ma esige dal governo una decisa politica antirecessiva. E' una richiesta che la Federazione giudica « improcrastinabile », certa di poter ottenere dal presidente del Consiglio risposte concrete. Muta la politica del sindacato nei confronti del governo, e Lama, che per primo ha parlato, s'è mostrato deciso: ha definito quello di oggi uno «sciopero di verifica », un «segnale» per il presidente del Consiglio e per la stessa Confindustria. A giudizio dì Lama, dinan- zi alla crisi che si allarga e che più stringe il Mezzogior no del Paese, non vengono dal governo e dagli imprendi- tori soluzioni «credibili e serie». Il sindacato rivendica «rapporti su un piano effettivo di parità» e, dinanzi alla grave situazione del Paese, il capo della Cgil ha detto che anche l'accordo di governo tra i sei partiti non è considerato dal sindacato «un tetto intangibile». «A chi ci raccomanda di tener conto della gravità della crisi per ottenere la nostra ragionevolezza — ha detto — noi rispondiamo I ej d| m! a! h[ Aldapdcdche chi oggi vuole essere ve-1 dramente ragionevole deve impiegare razionalmente le risorse, deve applicare una politica selettiva in modo rigoroso negli investimenti e nei consumi, deve guardare infine all'occupazione come al principale problema italiano». La prima bordata di fischi e di urla, presto sfociata in rapidi corpo a corpo (si se gnala negli ospedali un solo )\riio), si è avuta subito dopo quando il leader della Cgil ha affrontato il tema del terrorismo. «La difesa della democrazia e delle istituzioni contro la violenza e le azioni eversive di frange irresponsabili e criminali — ha detto Lama — non si assicura senza una ferma volontà politica che affronti gli aspetti più drammatici della crisi». Lama ha continuato a parlare ignorando quanto accadeva cento metri più avanti, in direzione di piazza Municipio. Qui, sotto la statua equestre di Vittorio Emanuele, si sono raccolti i gruppi dell'autonomia. Lama denunciava il terrorismo e gli ultra hanno gridato i loro slogans segnando con il pugno il simbolo della P. 38. Quando hanno tentato di avanzare in direzione del palco, è intervenuto con decisione il servizio d'ordine. Le bandiere degli autonomi sono diveniate mazze e gli operai, con risoluzione, hanno respinto i gruppetti costringendoli ad arretrare. Al palco sono arrivati soltanto echi smorzati degli scontri che pure hanno registrato attimi di violenza. Gli autonomi, guidati dagli esponenti del Circolo giovanile Gian Carlo Arena-Walter Rossi, sono stati dispersi dal servizio d'ordine quando la polizia, schierata nelle vie d'accesso a piazza Municipio, già inastava i lacrimogeni. La tensione non s'è però smorzata e la manifestazione ha avuto, nel finale, altri momenti di caduta quando un gruppo autonomo che s'era infiltrato tra le file dei lavoratori dell'Italsider di Bagnoli, ha tentato di raggiunger il palco a passo di corsa. A fermarli, con gli uomini del servizio d'ordine, il triplice schieramento di transenne che già in apertura aveva rallentato l'arrivo dei sindacalisti, dei gonfaloni dei Comuni della Campania, del sindaco Valenzi di Napoli. A Lama che domandava il perché di uno sbarramento così intenso un sindacalista, in apertura, aveva spiegr.to che nella notte era stata tentata un'incursione alla Camera del Lavoro. «Capisco — aveva detto Lama — capisco perfettamente la vostra prudenza». Come Lama, così Benvenuto e Macario hanno insistito sul concetto di unità sindacale. Ma se per il capo della Cgil l'accordo di governo non rappresenta un tetto «intangi bile», per Benvenuto, che su bito dopo ha preso la parola, «il sindacato — per quanto attento agli sviluppi della si tuazione politica — deve ne cessariamente riprendere a pieno titolo l'iniziativa di lotta». A giudizio di Benvenuto — che molto è stato applau dito — la disoccupazione e l'emarginazione si muovono in Italia con un passo «infi nitamente più veloce delle complesse mediazioni politi che dalle quali non sembra venire una soluzione idonea snshIluisfstm I ed adeguata per il governo j del Paese». | Macario ha concluso il comizio. Il suo intervento, di ! ampio respiro meridionalista, ! ha riscosso grande favore. [ Anche lui s'è schierato per l'unità del sindacato «che va difesa ad ogni costo». Anche a lui lo sciopero generale appare come uno strumento indispensabile nella lotta della classe lavoratrice, «L'avvenire del Paese — ha detto — parte 1 dalla constatazione delle due società, degli occupati e dei non occupati, di chi ha benessere e di chi è assistito, di chi ha potere e di chi non lo ha» Il compito del sindacato è allora quello del riequilibrio in una politica che tenga conto, in modo prioritario, della crisi del Mezzogiorno. La manifestazione, subito dopo, s'è sciolta senza disagio. Soltanto il gruppo degli ultra s'è rimesso in corteo. Francesco Santini

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