Massiccio sciopero nell'industria Il sindacato torna alla linea dura di Giancarlo Fossi

Massiccio sciopero nell'industria Il sindacato torna alla linea dura Sette milioni di lavoratori fermi ieri per quattro ore Massiccio sciopero nell'industria Il sindacato torna alla linea dura Nei comizi, la Federazione Cgil-Cisl-Uil ha mostrato di essere orientata verso uno sciopero generale per l'occupazione e una nuova politica economica - Tentativi dell'ultrasinistra di disturbare le manifestazioni Roma, 15 novembre. «E' un avvertimento al governo, un monito alla Confindustria» ha affermato Lama illustrando a Napoli, con Macerio e Benvenuto, il significato del miniisciopero generale che ha bloccato oggi per alcune ore tutti i settori industriali, i trasporti pubblici, le aziende grafiche, le Università, l'Enel, le imprese del gas, degli acquedotti e dello spettacolo. Uno «scossone» ha sottolineato Macario, un «attacco duro», ha detto Benvenuto, «in preparazione di azioni ben più pesanti». Contestati da gruppi di «autonomi» (dimostrazioni contrarie ci sono state anche a Milano, Torino, Genova, La Spezia ecc.) i tre segretari generali della Federazione Cgil-Cisl-Uil hanno confermato il proposito di attuare uno sciopero generale, esteso a tutte le categorie, se il governo non accoglierà le richieste di fondo del movimento sindacale. «Abbiamo chiesto una verifica — ha ricordato Lama — e, se il confronto non desse risultati, allo sciopero di oggi e a quelli dei braccianti del 24 novembre, dei chimici del primo dicembre, dei metalmeccanici del 2 dicembre, dei pubblici dipendenti in varie scadenze faremo seguire, dopo una valutazione del direttivo unitario, una pressione molto più forte, compreso lo sciopero generale». La difesa della democrazia e delle istituzioni contro la violenza e le iniziative eversive non si assicura senza una ferma volontà politica che affronti gli aspetti più drammatici della crisi. Il governo, secondo il leader della Cgil, deve mutare la sua politica economica passando da una fase recessiva ad una fase di rilancio; gli imprenditori debbono rendersi conto che le loro recenti prese di posizione precludono ogni dialogo costruttivo con il sindacato. Borgomeo, segretario generale della Cisl di Roma, ha rilevato che la grande iniziativa di lotta smentisce le voci di una caduta della combattività operaia ed è estremamente significativo perchè «è la prima volta che il movimento sinda¬ cale italiano, dopo l'accordo a sei, contesta la linea di politica economica del governo: pensare che il movimento di lotta sia esclusivamente rivolto contro il governo è riduttivo, nel senso che la protesta è diretta contro tutti i partiti che, in un modo o in un altro, sostengono questo governo». Ancora contro il governo si sono pronunciati Scheda a Bari («si deve uscire dall'ambiguità» ), Bentivogli a Torino («reagiremo con una lotta dura»), Mattina della Uilm (.«sono giunte a scadenza le cambiali firmate dal governo e della Confindustria» ), Carnati a Venezia (.«basta con le parole e le inutili promesse»). Altre agitazioni a breve termine sono state preannunciate durante le manifestazioni organizzate dagli autoferro tranvieri e dal personale delle Università. «Ci rendiamo con¬ to dei disagi provocati oggi con la paralisi dei trasporti urbani per quattro ore, ma non potremo fare a meno — ha osservato Ferrari della Cgil — di proseguire se non otteremo rapidi risultati. Se entro il 23 novembre non avremo notizie positive dal governo sull'applicazione del vecchio contratto e l'apertura dei negoziati per il rinnovo, confermeremo l'astensione prevista per il 24 che forse anticiperemo per non pregiudicare lo sciopero dei braccianti». Il prof. Frasi, della Cisl-Università, ha dichiarato: «La situazione negli atenei è esplosiva: è sempre più difficile fare ricerca, la didattica è una presa in giro, il personale docente e non docente subisce intimidazioni fisiche. Quella di oggi è soltanto una prima giornata di sciopero. Molte altre seguiranno se le nostre richieste rimarranno senza protesta». Domani scioperano in tutta Italia gli ospedalieri, impegnati da dieci mesi in unr. vertenza contrattuale. Verranno garantiti i servizi essenziali. La categoria fa pressione per sbloccare le trattative che sono ferme perchè il governo non scioglie i nodi emersi sulla struttura salariale e la formazione del personale sanitario paramedico. Mentre si profila una agitazione generale del settore trasporti a sostegno della controversia dei ferrovieri, i sindacati confederali di questa categoria hanno deciso dieci giorni di mobilitazione con assemblee dentro e fuori i posti di lavoro e uno sciopero di otto ore con modalità da definire. Giancarlo Fossi

Persone citate: Bentivogli, Borgomeo, Lama, Macario