Chiusura dell' Azzaritab protestano i genitori
Chiusura dell' Azzaritab protestano i genitori Il liceo assaltato dai fascisti Chiusura dell' Azzaritab protestano i genitori (Dalla redazione romana) Roma, 9 novembre. Il liceo scientifico «Azzarita» di via Salvini ai Parioli, chiuso ieri all'improvviso per disposizione del preside prof. Bisogni, dopo un sopralluogo dei vigili del fuoco, non verrà riaperto agli studenti prima di sabato prossimo. Lo ha comunicato stamattina la vicepreside professoressa Albarin, precisando che venerdì pomeriggio il Genio civile effettuerà un altro sopralluogo nella scuola per verificare l'agibilità dell'edificio. Non si può tuttavia escludere che qualo-ra il responso dei tecnici sia negativo la riapertura venga ulteriormente rinviata. Le motivazioni che hanno determinato la «serrata» sembrano più politiche che tecniche. L'«Azzarita» è da tempo una delle scuole più calde della città. Fra i suol 1060 studenti la tensione è pressoché continua. Quasi ogni giorno ci sono scontri tra studenti neofascisti e studenti di sinistra. E ci sono buoni motivi per ritenere che questi scontri siano «promossi» da agitatori estranei, che si infiltrano. L'ennesimo incidente, esploso lunedi, è culminato con un vero e proprio assalto alla scuola: alcuni individui estranei sono entrati nel cortile interno e, dopo aver rotto i ve- tri di numerose finestre, han- no devastato alcuni locali. Molti giovani che stavano seguendo le lezioni sono stati presi dal panico e lo stesso preside, colto da malore, ha dovuto essere riportato a casa. «In questa circostanza ci siamo resi conto che gli incidenti — hanno spiegato i professori dell'Azzarita — avrebbero potuto avere conseguenze tragiche: la mancanza di scale di sicurezza esterne e di estintori, oltre alle ringhiere in cattivo stato e traballanti. hanno consigliato di richiedere il controllo dei vigili del fuoco e di chiudere la scuola fino a quando le deficienze principali saranno eliminate». Dinanzi a queste spiegazioni i pareri di genitori e studenti sono stati contrastanti. La decisione del preside viene definita un pretesto, e per di più inadeguato e pericoloso. Si ricorda infatti che le scale di sicurezza non esistono in alcuna scuola della capitale e che se si volesse usare lo stesso metro per misurare la sicurezza, più della metà delle scuole romane dovrebbero essere chiuse. Altri dichiarano che la chiusura temporanea è soltanto un palliativo». «La decisione di chiudere l'istituto è offensiva e irritante — si legge in un duro comunicato del Cogidas, una delle organizzazioni scolastiche. — In tal modo si perde credibilità: bisogna essere in grado di non cedere all'ipocrisia e alla violenza. La scuola doveva rimanere aperta per consentire il dibattito e il confronto civile. Il preside ha la responsabilità di aver ceduto al ricatto». Per il Cidi i problemi dell'ordine pubblico devono essere fronteggiati dalla polizia e non dalla scuola. «Quello che occorre alla scuola è un j intervento adeguato perché ' funzioni: e questo intervento non è certo la chiusura». Dopo aver sottolineato che dirigenti scolastici e professori si trovano da sempre a fronteggiare situazioni impossibili e che è comprensibile lo stato d'animo che ha portato a questa scelta causata essenzialmente dall'arretratezza in cui vive il mondo della scuola, il Cidi conclude affermando che «le responsabilità restano comunque di carattere politico: valga per tutte la mai attuata riforma della scuola». e
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