Le critiche francesi al Piccolo

Le critiche francesi al Piccolo Le critiche francesi al Piccolo Parigi, 9 novembre. Re Lear, secondo spettacolo presentato quest'anno dal «Piccolo» di Milano all'Odeon di Parigi, sta suscitando, a teatro sempre esaurito, reazioni contrastanti. Dissentono chiaramente alcuni critici sulla regia di Strehler, altri non se la sentono di prendere decisamente partito contro il grande regista e si limitano a indicare alcuni lati discutibili del lavoro. Il più acido verso Strehler è l'esperto teatrale del «Monde», il quale già aveva mostrato di apprezzare meno degli altri suoi colleghi la piacevolezza del precedente lavoro del «Piccolo» a Parigi, quelVArlecchino servo di due padroni che ha riscosso un clamoroso successo. Per il critico del quotidiano parigino, Strehler è stato «contagiato» da Fellini nella messa in scena, nei costumi, e il Re Lear se acquista nell'aspetto esteriore, nelle trovate, finisce per perderne in spirito. «Le Monde» avanza due rilievi di fondo, che investono il «Piccolo» e il regista: «Ci sarebbe da riflettere sul destino di questo "Piccolo" che, I a forza di recitare e di rirecitare le stesse opere, si comporta alla lunga come il partner affaticato d'una vita comune, che rianima il clima, ricarica le pile ricorrendo alle droghe, ai partiti-presi di stile. E ci sarebbe da riflettere anche sullo straordinario culto della personalità di certi registi, di cui nessuno può ammettere il diritto a sbagliare, e che sono "adorati" come dei demiurghi ». La «frecciata» a Strehler è pesante. Non tutti la pensano naturalmente così. Per «Le Figaro», la regia di Strehler «afferra e rapisce, passato lo smarrimento», l'«Aurore» definisce «meravigliosa» la recitazione di Ottavia Piccolo, la vera «rivelazione per i critici francesi». p. pat. gfic

Persone citate: Fellini, Ottavia Piccolo, Strehler

Luoghi citati: Milano, Parigi