Don Cario è di tutti di Stefano Reggiani

Don Cario è di tutti GRASSI, KARAJAN, STREHLER: LIRICA, TV E TEATRO DENTRO LA POLEMICA Don Cario è di tutti Non ci sarà un duello tra Herbert von Karajan e Paolo Grassi, per ovvie ragioni di convenienza e perché i due personaggi sono un po' giù di esercizio con la sciabola e col fioretto (sono costretti, da tempo, ad usare altre armi). Ma la sfida idealmente è avvenuta, e ci fa piacere che sia stata tanto aperta e diretta in un mondo che preferisce i colpi alla schiena e l'azione avvolgente dei sicari. Diciamo subito che nel confronto lirico-giuridico-televisivo tra il famoso direttore d'orchestra e il presidente della Rai, noi stiamo dalla parte di Grassi. Non per ragioni di simpatia personale o per inclinazione nazionalistica; ma per principio. Grassi, dopo essere uscito dai vincoli e dalle diplomazie della Scala, vuole finalmente che la musica appartenga a tutti, chiede che l'opera lirica non stia più chiusa nei templi, ma si diffonda per l'aria sull'onda delle più celebri ro manze. Giustissimo: solo un grande pubblico televisivo può ripagarci dei sacrifici che facciamo per difendere il melodramma italiano. Come ognuno sa tutti i contribuenti, attraverso i finanziamenti pubblici ai teatri, Scala in prima fila, mantengono il costoso meccanismo dell'opera lirica (orchestre stabili, messe in scena rinnovate, costumi, coristi, comparse, di rettori, cantanti, ecc.). Finora c'era la soddisfazione morale di tenere in piedi il Trovatore e la Traviata, seppure così malata, e l'orgoglio di far risplendere la Scala non solo sui biglietti di banca. Ma in tempi di crisi economica è necessario che ad ogni spesa corrisponda un frutto. Questo frutto si chiama: musica per tutti, in televisione. Nel paese di chi paga, in Italia, soprattutto; ma anche all'estero, anche nella mondovisione per ricambiare il piacere offertoci, per esempio, dal Bolscioi di Mosca, con grande professionalità e senza bizze direttoriali. Detto questo, bisogna riconoscere che il maestro von Karajan è a posto, per quanto riguarda carte da bollo, avvocati e amministrazione di se stesso. Dentro un costume che vede i cantanti vendere in esclusiva !e foto del loro matrimonio e le attrici cedere i diritti del loro primo parto, Karajan ha venduto la sua opera ad una casa cinematografica di Monaco, cantanti compresi. Non pensava che Grassi sarebbe andato a spiarli alla Scala con gli occhi della Mondovisione. Adesso il conflitto è tra un contratto privato e il mondo: una vera situazione da opera lirica moderna che noi vorremmo vedere risolta, come dice Grassi, «con una ragionevole intesa». Riepiloghiamo, secondo lo schema operistico, la vicenda. Preludio. Grassi decide che la tv porterà la Scala nel mondo. Firma accordi con il Bolscioi, prepara programmi, riceve consensi. Atto primo. Grassi informa che il Don Carlo diretto da Abbado andrà in mondovisione. Karajan ribatte che non è possibile, ci sono dei cantanti sotto contratto (con lui), volano battute pungenti. Atto secondo. Entra in scena il legale del maestro, di nome Stern, minaccia di portare Grassi in tribunale, spiega !a faccenda dei diritti ceduti alla Unitel di Monaco: «Annunciando una ripresa mondiale Crassi srG«Amè si è messo immediatamente fuori della legge». Torna in scena Grassi con una bella replica: «Non devo scuse a nessuno». Aggiunge conciliante: «Nel mondo della cultura un'intesa è sempre possibile». Appare von Karajan, un po' commosso: «Alla Scala ho lavorato vetit'anni, mi avete fatto grand'uffìciale della Repubblica italia¬ na». Sembra aggiungere: «Il senso degli affari mi è venuto a Milano». Terzo atto, come noi ce lo auguriamo. Grassi, Karajan e i dirigenti della Scala s'incontrano a Monaco, s'abbracciano, firmano un compromesso, la ripresa tv è svincolata. Don Carlo di Verdi va in mondovisione, bellissimo effetto, milio¬ ni di telespettatori applaudono, perfino il grand'ufficiale, pacificato. E' vero, c'è anche la possibilità che tutto finisca in tribunale. Sarebbe un'altra musica, sgradevole agli orecchi dei contribuenti italiani (per le ragioni fiscali e artistiche che sopra abbiamo illustrato). Stefano Reggiani l presidente della Rai Paolo Grassi; il maestro Karajan; il regista del Piccolo, Strehler

Luoghi citati: Italia, Milano, Monaco, Mosca