Si aggrava in Israele la frattura tra governo e centrale sindacale di Giorgio Romano

Si aggrava in Israele la frattura tra governo e centrale sindacale Polemiche al Congresso della federazione "Histadrut" Si aggrava in Israele la frattura tra governo e centrale sindacale (Nostro servizio particolare) Tel Aviv, 8 novembre. Il tredicesimo congresso della federazione dei lavoratori fHistadrutJ, che avrebbe dovuto occuparsi dei problemi tecnici ed organizzativi, si è trasformato in un braccio di ferro col governo ed ha allargato il fossato già esistente tra potere politico e sindacato. Gli avvenimenti di queste giornate sembrano destinati a lasciare tracce durevoli, anche se è improbabile una crisi immediata e se le voci di un tentativo extraparlamentare di rovesciare il governo non hanno alcun fondamento. A parte le note di cronaca della serata di ieri e della giornata odierna (il Capo dello Stato è stato fischiato dalla fazione Likud della Histadrut per il suo discorso, che è sembrato troppo favorevole alla centrale sindacale, e il primo ministro non è intervenuto alla seduta di apertura), il congresso ha messo in luce le divergenze di fondo tra il governo e le organizzazioni dei lavoratori, divergenze che i recenti provvedimenti economici hanno aggravato. Questo congresso è il primo che si tiene dopo che è andato al potere un governo costituito intorno al Likud, mentre finora tanto il gabinetto quanto la centrale sindacale erano, con diverse maggioranze, dominate dal Maarach (Fronte del lavoro). Alle elezioni politiche del 17 maggio i laboristi hanno subito una grave sconfitta e perduto la maggioranza relativa in parlamento, ma poche settimane più tardi, il 21 giugno, nelle elezioni sindacali il Maarach otteneva la maggioranza assoluta del 56 per cento, che gli consentiva di controllare f'Histadrut. La federazione sindacale, per il fatto di avere un milione e trecentottantamila iscritti su tre milioni e mezzo di abitanti, rappresenta una grande forza economica, politica e sindacale. In questa occasione si era osservato che i risultati avrebbero potuto avere conseguenze positive ed è stato proprio il prof. Yadin del Dash (che ancora non era entrato nel governo) ad affermare: « La differenza dei risultati del Likud nelle elezioni politiche e in quelle sindacali, mostra che una parte dei voti sono andati a Begin (che non figurava nelle liste àéll'Histadrut) e non al partito ». Negli ultimi mesi il governo ha preso, anche nel campo economico, provvedimenti che hanno vivamente preoccupato la centrale sindacale e reso più difficili le condizioni degli operai e delle famiglie numerose, che contestano la liberalizzazione dell'economia decisa dal governo e l'abolizione dei sussidi ai generi di prima necessità e ritengono che i maggiori oneri cadranno ancora una volta sulle classi meno abbienti, sulle persone con reddito fisso e sugli operai che si rifiutano di ricevere i loro salari per metà dai datori di lavoro e per metà dalle casse di previdenza sociale. Finora le divergenze tra i ministeri economici e i sindacati (forti della loro organizzazione unitaria e sorretti da complessi economici molto articolati) erano divergenze di persone, sui metodi o le vie per raggiungere certi obiettivi, ma 2'Histadrut ave¬ va sempre sostenuto ì gabinetti laboristi, di cui aveva costituito l'ossatura. Oggi nell'accusa, certo esagerata, che il governo Begin intenda smantellare 2'Histadrut, ci sono alcuni elementi di vero. Esso infatti pensa di proporre una legge sulla salute pubblica che stabilisca forme di assicurazione obbligatoria e ciò darebbe un colpo mortale alla « cassa malati » della centrale sindacale, che è una organizzazione formidabile e dalle diramazioni capillari. Inoltre è prevedibile che il governo pensi a misure limitative nei confronti della Histadrut, la quale controlla banche, assicurazioni e imprese di trasporto e industriali, con l'intento di indebolire questo che è stato definito « uno Stato nello Stato ». Le cose attualmente sono rese più difficili dal fatto che la centrale sindacale, fondata nel 1920 dai partiti di sìni stra, accoglie oggi nel suo seno minoranze cospicue degli altri partiti al governo o all'opposizione ("Likud 27 per cento, Dash S per cento. Movimenti religiosi 2 per cento, comunisti e filocomunisti 3,5 per cento); perciò i conflitti in seno alla cittadella sindacale sono di una violenza senza precedenti. Giorgio Romano

Persone citate: Begin, Dash, Yadin

Luoghi citati: Israele, Tel Aviv