Quando l'obiettivo racconta la storia di Luigi Firpo

Quando l'obiettivo racconta la storia La mostra dei ricordi fotografici di Franco Antonicelli Quando l'obiettivo racconta la storia « Ci fu un tempo », s'intitola la mostra dei ricordi fotografici di Franco Antonicelli, aperta da ieri presso la Galleria d'Arte moderna. Per l'appunto, « ricordi » li definisce il bel catalogo, cioè semplici testimonianze visive raccolte da un obiettivo familiare, senza pretese d'arte né virtuosismi tecnici. In una vetrina, la Rolleiflex del 1933, con la sua custodia spellata; copie minuscole di vecchie pellicole casalinghe; appunti nervosi; disegni caricaturali o argutamente intimistici; e i suoi libri, le prefazioni, le invenzioni estrose. Della non dimenticata collana di Frassinelli, che Antonicelli diresse, è esposto il « gioiello » più prezioso: Moby Dick di Melville, tradotto da Cesare Pavese. Quale fu questo tempo, così vicino, e che giù sembra mitico, gremito di presentimenti, illuminato da coscienze forti: un tempo di libertà sotto l'oppressione? « 1926-1945 » dice ancora la copertina, cioè quasi l'intero arco del fascismo protervo, dal « bivacco di manipoli » alla fuga di Dongo. « Ci fu un tempo », scrisse Antonicelli in una bella testimonianza resa a Gustavo Cotonnetti, « difficile da dimenticare, in cui un piccolo gruppo di amici fidati si ritrovava con il più spontaneo piacere per liberare l'animo dall'odioso peso del sospetto, del silenzio prudente, delle preoccupazioni e dei pericoli improvvisi... Il tempo cui alludo fu quello del fascismo ». Quel tempo non fu dapprima per lui quello della militanza, della clandestinità, del rischio, bensì quello di un idillio agreste fra Pollone e Sordevolo, tra la villa frequentata da Benedetto Croce e l'altra, vasta e ospitale, del proprio suocero Annibale Germano. In quelle case amiche si raccoglievano in pacati conversari gli uomini più illustri dell'Italia liberale sconfitta, gli esponenti della cultura derisa e soffocata, i giovani educati dai rari maestri superstiti a non piegare la schiena ed a guardare un diverso futuro. Bello, elegante, sensibile, imbevuto di ogni più squisito succo letterario, ora delicato e timido, ora raggiante di gioiosa ironia, Antonicelli vide in quei superstiti valorosi e inflessibili i propri modelli ideali: nel fissarne le fattezze sulla pellicola egli deve aver lavorato con lo scrupolo documentario di chi sa di fermare attimi di storia, ma anche con l'affetto trepido del l'ammiratore che vuol serbare per sé dei volti cari, quasi per riascoltarne negli anni a venire le parole consolatrici. Sfilano, in questo raro album di famiglia — la grande famiglia fedele della cultura non as servita — Croce, nume tutelare con donna Adelina e le figliuo le, critici letterari come Fubini Flora, Russo, politici come Al bertini e Casati, Frassati e So Ieri, storici come Salvemini Salvatorelli, e i maestri che sui banchi del liceo fecero udire le parole della dignità che non piega: Zino Zini, Umberto Co smo, Augusto Monti. Accanto a loro, i coetanei di Franco, i discepoli che ancora giunsero ad ascoltare quelle voci prima che la persecuzione le riducesse al silenzio: Leone Ginzburg, ami co prediletto. Cesare Pavese, Massimo Mila, Bobbio e Francesco Bernardelli e altri ancora. Nell'insieme, una straordinaria galleria di personaggi, che siamo soliti collocare in un contesto di vitali rapporti nelle ricostruzioni della nostra storia recente, ma che non senza commozione si ravvisano qui, quasi rscpslc riuniti in carne ed ossa, ospiti sotto lo stesso tetto, in un socratico dialogo che fu davvero pronunciato e che non è stato vano. Una mostra da rimirare con sereno animo, ripensando all'Antonicelli giovanile e fervido che fissò queste immagini — più d'una di penetrante introspezione psicologica — con una sorta di spontaneità amorosa che era fra i tratti più belli dell'animo suo. Per i piemontesi poi, questa è un'intera galle: ia del loro Pantheon recente, perché abbraccia gran parte degli uomini più autentici e fedeli del coppo antico. Peccato che 1 recente e intenso libro di Bobbio non sia stato accompagnato da queste illustrazioni! Non solo l'arco temporale, ma 1 clima, l'aria che circola sono gli stessi: e queste immagini, tanto meglio le più dimesse, aiutano a capire. Vedendo qui riuniti questi volti, queste memorie, vien fatto di pensare che 1 « picmontesismo » ha ancora tra i nostri sassi le sue radici profonde, se tanti, così inermi, così indomabili, non piegarono la fronte, continuarono a conversare pacatamente, preparandosi a combattere per la Libertà. Qualcuno, come Ginzburg e Giua, anche a morire. Luigi Firpo Benedetto Croce e Antonicelli: una tra le foto esposte alla Galleria d'arte moderna

Luoghi citati: Dongo, Italia, Pollone, Sordevolo