Traghetti: giovedì si decide sulle responsabilità di Gioia di Guido Guidi

Traghetti: giovedì si decide sulle responsabilità di Gioia L'inchiesta della Commissione inquirente Traghetti: giovedì si decide sulle responsabilità di Gioia Niente libertà provvisoria per Emanuele Cossetto - Confermato l'ordine di cattura per Russotti e Ferruzzi Balbi (latitante) - Il danno all'erario supera i 25 miliardi Roma, 3 novembre. Niente libertà per Emanuele Cossetto, già amministratore delegato della Finmare; conferma dell'ordine di cattura per i latitanti Sebastiano Russotti (un ricco imprenditore di Messina) e per Emanuele Ferruzzi Balbi, già amministratore delegato della società di navigazione «Adriatica»; rinvio a giovedì della decisione se incriminare anche l'ex ministro della Marina Mercantile, Giovanni Gioia: a queste conclusioni è giunta la Commissione inquirente che ha cominciato oggi a prendere in esame lo scandalo dei «traghetti d'oro» giapponesi. Le accuse sono gravi: truffa allo Stato con un danno per l'Erario che non sarebbe inferiore a 25-26 miliardi di lire; falso; appropriazione indebita di 4 miliardi e 500 milioni di lire; esportazione fraudolenta di valuta per un ammontare di 7 miliardi. Così come viene indicato dal pretore di Messina, Elio Risicato, si tratta di uno scandalo clamoroso. L'inizio delle indagini alla Commissione inquirente è stato molto sofferto: in via della Missione s'è discusso per l'intera mattinata e buona parte del pomeriggio. Le sinistre (comunisti, socialisti ed indipendenti di sinistra) non hanno voluto approfittare della maggioranza numerica (erano assenti oltre al demonazionale Clemente Manco anche tre democristiani) per ottenere subito la incriminazione dell'on. Gioia; per la prima volta, il presidente della Commissione on. Martinazzoli si è trovato in contrasto con i suoi colleghi democristiani nella decisione presa a maggioranza (15 voti contro uno) per confermare l'arresto di Cossetto che tornerà ad essere interrogato nella mattinata di mercoledì prossimo. La discussione ha preso le mosse da due tesi in contrap posizione fra loro: quella dei comunisti e quella dei democristiani. Prima tesi: coinvol gere subito nell'inchiesta anche l'ex ministro della Marina mercantile, Giovanni Gioia e confermare l'arresto di Cossetto e l'ordine di cattura per Russotti e Ferruzzi Balbi. Seconda tesi: considerare nulla la indagine sinora compiuta dal pretore di Messina perché il magistrato, esaminando la situazione dell'on. Gioia, è andato oltre i limiti della sua competenza e quindi riprendere l'inchiesta dall'inizio. Quale il problema al centro della discussione? L'eventuale prevalere della seconda tesi avrebbe significato ripetere tutti gli atti per compiere i quali il pretore di Messina ha impiegato un paio d'anni. Alla fine, s'è arrivati ad una specie di compromesso rinviando a giovedì la discussione sul caso dell'ex ministro della Marina Mercantile e decidendo di tornare ad interregare l'ex amministratore delegato della «Finmare», Emanuele Cossetto (colpito da una crisi cardiaca è ricoverato in una clinica romana) mercoledì con la prospettiva di esaminare giovedì la eventualità di concedergli la libertà provvisoria. Il presidente della Commissione on. Martinazzoli, convinto che il pretore di Messina ha ecceduto nei suoi poteri per avere indagato sull'attività di un ministro, ha preferito esprimere in modo esplicito il suo voto contrario. La Commissione (anche i cinque democristiani presenti) ha confermato invece il provvedimento contro i tre imputati preso dal pretore con una modifica soltanto: mentre il magistrato ha spiegato che il reato di truffa contestato a Cossetto, a Ferruzzi Balbi e a Russoti è stato compiuto «in concorso con il ministro della Marina Mercantile, on. Gioia », i parlamentari hanno indicato che il reato è avve¬ necupnpntrnFpneazgtilsedtdgSmnlsdAaèdlRhnvfnM nuto in concorso «con altri eventuali responsabili». Lo scandalo, secondo l'accusa, può essere ricostruito presso a poco in questi termini: Sebastiano Russotti propone alla società dì navigazione «Adriatica» di noleggiare tre navi costruite nei cantieri navali giapponesi e Emanuele Ferruzzi Balbi accetta la prò posta; il ministro della Marina Mercantile anticipa «senza effettiva necessità)) l'avvio di alcune nuove linee di navigazione con la conseguenza di giustificare così il nolo delle tre navi offerte da Russotti; il valore delle navi viene considerato maggiore di quello effettivo con la conseguenza di aumentare anche l'ammontare del nolo e la sovvenzione dello Stato prevista dalla legge. Risultato: un danno per lo Stato non inferiore ad otto miliardi e 500 milioni all'anno per quasi tre anni. Inoltre, sempre secondo l'accusatore: Russotti acquista in Giappone i tre traghetti da noleggiare alla Società Adriatica, ma sostiene di averli pagati ad un prezzo che è molto superiore a quello reale con la conseguenza di avere la possibilità di esportare — d'accordo con Cossetto e con Ferruzzi Balbi — circa 7 miliardi di lire. Infine: ■iene deciso che il nolo sia maggiorato con il risultato che la società ha pagato, in due anni, quattro miliardi e 500 milioni che non avrebbe dovuto mai versare. Guido Guidi

Luoghi citati: Giappone, Messina, Roma