Begin: rimarremo nella Cisgiordania di Giorgio Romano

Begin: rimarremo nella Cisgiordania Implicita risposta a Carter Begin: rimarremo nella Cisgiordania (Dal nostro corrispondente) Tel Aviv, 3 novembre. Il primo ministro israeliano ha fatto una serie di intransigenti dichiarazioni di politica estera e di politica interna al raduno dell'organizzazione nazionalistica «La Grande Israele». Parlando ieri sera al Palazzo delle Nazioni di Gerusalemme, poche ore dopo che il presidente Carter aveva dichiarato agli esponenti del Congresso mondiale ebraico che gli insediamenti ebraici in Giudea * Samaria sono illegali e costituiscono un ostacolo alla Conferenza di Ginevra, Begin ha detto: «Il governo manterrà tutti gli impegni verso Erez Israel (la terra d'Israele) sia dal punto di vista politico che da quello militare e nei settori economico e sociale; questo governo, che è stato costituito in base alla volontà del popolo, non si lascerà impressionare né dalle minacce che vengono dal di fuori, né da quelle interne». In polemica con coloro che sostengono che l'eventuale annessione della Cisgiordania e la concessione agli arabi di uguali diritti porterebbe gli ebrei a diventare una minoranza nel Paese, Begin ha respinto queste conclusioni, senza discutere le cifre, ed ha promesso ogni appoggio ai fautori del «Movimento per la Grande Israele» che festeggiavano il decennio dell'associazione. Lo scrittore Moshe Shamir — passato dall'estrema sinistra alla destra e noto per i suoi romanzi tradotti anche in italiano — ha sostenuto che «Israele deve conservare il controllo anche su tutta la penisola sinaitica, perché il Sinai non è che il Negev». Poche ore prima alla Kenesseth, Begin aveva citato queste cifre sui movimenti della popolazione negli ultimi anni. 1974: 32 mila immigrati, 16 mila emigrati; '75: 20 mila immigrati, 14 mila emigrati; 1976: 21 mila immigrati, 14 mila emigrati e presumibilmente le stesse cifre per l'anno in corso. Con questi dati e un tasso di natalità dell 1,9 per cento all'anno per gli ebrei in confronto a 3,9 per cento degli arabi, le cifre della popolazione per l'anno 2000, indicate qualche tempo fa dal ministro dell'Agricoltura Ariel Sharon in 8 milioni, non sono solo illusorie, ma fuorvianti. Passando alla politica interna, Begin ha mosso un attacco di durezza senza precedenti nei riguardi di coloro che nei giorni scorsi hanno indetto scioperi e manifestazioni contro la nuova politica del governo, che secondo i laboristi « arricchisce i ricchi ed impoverisce i poveri ». Egli ha detto: « Abbiamo udito in questi giorni voci dai toni simili a quelle dei bolscevichi, voci che vi assicuro scompariranno al più presto perché siamo decisi a mantenere la più completa tran quillità nel paese ». Le parole del primo ministro, contro le quali ha replicato oggi il segretario della Istadruth, hanno profondamente offeso la classe operaio, che ha continuato a indire dimostrazioni e scioperi in tutto 11 paese. Questa mattina trentamila persone hanno compostamente manifestato nel « Piazzale dei re d'Israele » a Tel Aviv. Giorgio Romano

Persone citate: Ariel Sharon, Begin, Carter Begin, Erez Israel, Moshe Shamir