Fuggiti dal carcere di Asti di Remo Lugli

Fuggiti dal carcere di Asti Fuggiti dal carcere di Asti (Dai nostro Inviato speciale) Mih.iio, 3 novembre. I traumi si susseguono a ritmo sempre più serrato: ormai questa città assorbe quasi con indifferenza anche notizie come questa, di una rapina con un morto — un ignaro cittadino che torna in auto con il figlio preso all'asilo — e un ferito, uno dei banditi. II mondo della malavita ha i assunto dimensioni enormi, spropositate. Ci sono tanti delinquenti fuori, eppure le carceri straripano; ogni volta che polizìa e carabinieri devono inviare un nuovo arrestato a San Vittore, si crea un problema, spesso insormontabile. Le camere di sicurezza della questura sono sempre zeppe, con trenta, quaranta arrestati. Si tengono persone ammanettate anche nei corridoi della Mobile, di giorno e di notte; e un certo numero di agenti deve essere distolto dai normali servizi per vigilare su questi malviventi che non hanno cella. La fatica degli inquirenti troppo spesso è vanificata dalle evasioni dalle carceri. Tutto quello che è successo oggi a Milano lo si deve a quanto accadde la notte del 25 giugno ad Asti. Da quelle prigioni, fuggirono in dieci e i quattro protagonisti dell'episodio criminoso odierno facevano parte di quel gruppo. Avevano segato le sbarre di due celle e della infermeria, erano balzati addosso a una guardia, l'avevano presa come ostaggio e si erano fatti dare da altri agenti di custodia le chiavi e le armi. Una volta in strada, avevano assaltato quattro auto impadronendosene. Ed ecco in azione i quattro protagonisti a Milano. Sono Enzo Caputo, 20 anni, nativo di Asti: Alfeo Zanetti, 21 anni, nativo di Calliano (Asti); Alferio Scorzelli, 24 anni, da Ottati (Salerno); Vittorio Lamberti, 25 anni, di Asti. Caputo e Zanetti vengono indicati dagli inquirenti come politicizzati, presunti nappisti, ma qualcuno li considera più vicini al gruppo di nuova formazione « Azione rivoluzionaria ». Comunque sono tutti anche delinquenti comuni. Caputo fu condannato a tre anni e tre mesi per rapina a mano armata. Ha precedenti per furto e reati contro la sicurezza dello Stato; tutto questo a partire da quando aveva diciotto anni. Zanetti, l'unico dei quattro che oggi è riuscito a fuggire, ha precedenti per detenzione di armi e di esplosivo, per reati contro la sicurezza dello Stato, rapina, furto, lesioni, rissa; negli ambienti della malavita è soprannominato « Pastasciutta». Alferio Scorzelli, a partire dall'età di 13 anni, ha accumulato una serie di denunce per tentato omicidio, furto e furto di auto, lesioni, atti osceni; è soprannominato « Miranda ». Vittorio Lamberti ha pendenze per associazione a delinquere, furto, ricettazione, oltraggio, danneggiamenti, dall'età di 16 anni; è soprannominato « Toio ». Su Scorzelli, nella tragica vicenda di oggi, c'è una testimonianza precisa. Fuggendo, imbocca il portone contrassegnato col numero 5 di piazza Taddeo. Un vecchio stabile, popolare, con tre scale. Nell'androne c'è il custode e lui passa trafelato. Rallenta solo e chiede: «Dove ci sono delle donne?». Il custode lo guarda sbalordito, senza capire il perché di quella domanda e l'altro prosegue, imbocca la terza scala, sale fino al quinto piano e poi ridiscende. Vede una targhetta «Sartoria». Suona. Il sarto, Raffaele Mazzuoccolo, è appena sceso per andare al bar e nel laboratorio c'è sua madre, Antonia, di 60 anni. La donna crede che il figlio sia di ritorno. Chiede: «Sei tu?». «Sì» risponde il bandito. Non appena l'uscio si apre lui piomba dentro e se 10 richiude alle spalle. Ha la pistola puntata: «Signora — dice — sono inseguito». La Mazzuoccolo regge bene allo choc: «Metta via la pistola e aspetti che vado a chiudere il gas». Scorzelli trova il tono calmo, rassicurante: «Lei è brava, signora: mi metta su 11 caffè». Si siede sul divano e incomincia a contare i soldi che ha arraffato nell'ufficio postale: sono circa tre milioni e mezzo. La donna ha messo su il caffè e si è ripresentata sulla soglia della stanza. «Stia tranquilla che poi me ne vado» dice lui. Ma in quel momento bussano alla porta. Sono gli agenti che erano già sulle sue piste. Ha fatto un tentativo di ribellione ma poi si è arreso. Questa vicenda ha messo allo scoperto il gruppo di questi evasi. Non è certamente la loro prima azione delittuosa dalla notte della fuga: gli inquirenti credono di avere buoni motivi per sospettare che due di questi banditi, Scorzelli e Lamberti, siano coinvolti nel duplice delitto di piazza Novelli: la sera del 2 ottobre scorso in un bar-tavola calda fecero irruzione tre killers i quali, sparando all'impazzata uccìsero il pregiudicato Vittorio Bosisio, 29 anni, e la sua ragazza, Adele Lazzaroni, 17 anni, e ferirono altri due loro amici. Remo Lugli m m Giuseppe Saporito Milano. Il corpo di Giuseppe Saporito, ucciso da un bandito nella sua auto (Tel. Ansa) f bf Alferio Scorzelli Enzo Caputo Vittorio Lamberti Alfeo Zanetti

Luoghi citati: Asti, Milano, Ottati, Salerno