La barca (per ora) resterà a galla di Fulvio Cinti

La barca (per ora) resterà a galla Visi meno preoccupati al Salone di Genova che chiude stasera La barca (per ora) resterà a galla Crescente successo di pubblico, discreto il volume delle vendite - Boom delle scatole di montaggio delle imbarcazioni da fare in casa ■ Visitatori più preparati e riflessivi nell'acquisto ■ Unico assente l'interesse del potere politico per il settore (Dal nostro inviato speciale) Genova, 23 ottobre. Domani sera il Salone della Nautica chiude i battenti e tira le somme. Attivo è il bilancio alla voce «pubblico», la cui crescita per ora è indicata, con tipica prudenza genovese, soltanto in percentuale, 110/' in più dello scorso anno. Ad Astrid Muckerman, attivissima direttrice della Consornautica, più che la quantità interessa la qualità, e i rilievi in generale sono affermativi: un pubblico più preparato, che sapeva e conosceva ciò che gli interessava, perciò più riflessivo nell'acquisto. Nei giorni del «boom» della nautica, se tale poteva allora considerarsi quell'improvvisa esplosione di attra¬ zione, cera gente che acquistava una barca purché fosse una barca. Dimensioni, navigabilità e spazio erano elementi secondari: contava soltanto il prezzo, e in molti casi neppure questo. Che gli italiani cominciano ad avere un po' di coscienza marinara è fatto accertato. Quest'anno, al Salone genovese, gli almanacchi e le riviste nautiche hanno registrato vendite molto alte e ì « kit », cioè le barche in scatole di montaggio, sono andati letteralmente a ruba, tanto da mettere in difficoltà coloro (e non sono motti) che le allestiscono. Farsi una barca in casa non è facile; tale presunzione presume una certa conoscenza e una discreta preparazione. C'è ancora una piccola remora, un freno non trascurabile all'estensione di questa coscienza marinara, e riguarda le donne, spesso decisive nella scelta come avveniva in passato per le automobili. « Sono ancora un poco acerbe — osseva Roberto Radice, attento costruttore di scafi in vetroresina. — Si preoccupano molto dell'opera morta e poco di quella viva ». Prima di considerare la validità di una carena osservano le finizioniMa le barche esposte hanno risposto alla richiesta del pubblico? A grandi linee, e anche un poco disordinatamente perché il settore non è sorretto da una chiara ed adeguata programmazione, il concetto di nautica popolare è stato rispettato. Novecento circa erano le imbarcazioni al di sotto dei sei metri sino al barchìno a remi dì due metri e mezzo, poco meno di trecento quelle oltre i sei metri e appena una decina dai sedici in su, cioè quegli « yachts » per pochi eletti la cui area di sopravvivenza si restringe ad alcuni ricchi mercati esteri. Ma affinché la nautica italiana acquisti quel carattere sociale tanto vagheggiato, è necessario che i cantieri approfondiscano quell'operazione di autocritica in parte già intrapreso. E' il momento di fare il punto. Gli errori sono stati individuati e con moli" 'aduigenza perdonati, *z dice: « Era un'industria giovane con gravi problemi contingenti che mai le hanno concesso un attimo di riflessione ». Però è anche un settore ormai inarrestabile. «Si tratta di prendere strade nuove e coraggiose — afferma Radice, analizzando la situazione passata e presente —. Duplice sarà la selezione: quella naturale di mercato e quella di autocritica dei cantieri ». In sostanza, molti dei seicento cantieri attuali dovranno arrendersi, gli altri dovranno programmare attentamente la loro produzione futura. Ma il problema non è solo di natura industriale e commerciale, è anche politico e a quanto pare, sensibilizzare i politici è per la nautica una facile impresa. I costruttori di barche non sono ancora riusciti a digerire il boccone amaro fatto ingoiare loro da DonatCattin il giorno della inaugurazione del Salone, quando in sintesi gli consigliò di ar-, rangiarsi. In verità il verbo « arran- ! giarsi » i cantieri lo coniugano con buoni risultati da qualche tempo, mentre lo Stato non è riuscito ad essere chiaro neppure nelle norme di navigazione per il diporto. La legge si compone di cinque paginette, le norme di regolamento, che da due anni attendono l'approvazione, di circa tre volumi. Adesso, in chiave di bilancio di undici giorni di Salone, Astrid Muckermann può esclamare: « Nonostante il momento e alcuni discorsi che hanno gelato l'entusiasmo, molti hanno avuto una iniezione di speranza ». Un cibo, cioè, di cui si nutrono da anni i costruttori di barche in Italie. Aggiunge Roberto Radice: « Ho la sensazione che si sia aperto un diverso rapporto col pubblico. C'è stato interesse intorno alle piccole imbarcazioni e crescente attorno alle vele. La gente è venuta, ha chiesto, ha osservato con occhio criti- co, e si è venducchiato ». Mol- e di queste vendite hanno tuttavia una precisa causale; il timore che i prezzi prima dell'estate prossima salgano ancora. Non c'è molta voglia di aumentarli, però se la fase nflazionistica riprende a saire anche i cantieri saranno costretti a giocare al rialzo. La nautica resta un punto ormai consolidato, un polo di crescente interesse nei suoi vari aspetti, soprattutto sporivi. Sale il numero degli « sponsor », cioè di validi coadiutori economici per le diverse attività. L'altra sera a Cigahotels ha festeggiato l suo ingresso nella nautica da competizione: assisterà due grandi e potenti imbarcazioni « offshore ». Se sì aggiunge che presidente della Cìga è Cosentino, si scopre con facilità che questa sponsorizzazoìne è soprattutto una questione di vocazione. Fulvio Cinti

Persone citate: Astrid Muckerman, Astrid Muckermann, Cosentino, Radice, Roberto Radice

Luoghi citati: Genova