Angeli sopraffatti da diavoli
Angeli sopraffatti da diavoli Sfida all'americana tra cantanti e motociclisti Angeli sopraffatti da diavoli A Maggiora (Novara) due giorni di gare, musica e baraonda (Dal nostro inviato speciale) Maggiora, 16 ottobre. L'idea è venuta a Drupi: mettere insieme due fragori diversi e farci una bella festa. Cosi, con un accordo fra case discografiche, la Federazione Motociclistica Italiana e l'Unione Sportiva Maggiorese, è nata appunto a Maggiora « Angeli e diavoli », primo trofeo Supercross. Hanno tuonato insieme in tempi diversi, ieri e oggi, i motori a due tempi delle moto da cross e i 4000 watt dell'impianto di amplificazione; in un ambiente di fango, rifiuti e rumore proprio come in guerra. Ha vinto il tro feo (premio due milioni di lire) Ivan Alborghetti, un bergamasco, su Aprilia, 2" il torinese Dario Nani, su Villa, 3" il marchigiano Franco Ferlini su KTM, 4" ancora un bergamasco, Gualtiero Brissoni, 5° Corrado Madii di Arezzo su Maico. I cantanti non dovevano vincere ma solo partecipare. A far musica c'erano, oltre a Drupi, i Daniel Sentacruz Ensemble, i Matia Bazar, Mia Martini, Mal, Gepy & Gepy, oltre ad una pattuglia di sconosciuti probabilmente destinati a rimanere tali. La prima notazione è relativa alla disparità di prestazioni fra cantanti e piloti. Questi ultimi, infatti, hanno dato spettacolo dal vero: chi frequenta i campi di cross sa che cosa vuol dire la partenza di tren¬ ta motociclette tutte insieme. Un boato, un miracolo che non succeda un macello ogni volta; poi i voli sulle cunette, il fango, le cadute, la tensione e la fatica. I cantanti invece hanno preso l'abitudine ormai da anni di partecipare alle grosse manifestazioni serviti dei nastri con le basi orchestrali registrate (quando non vanno direttamente in play-back), con il risultato — nella sua perfezione — che ricorda da vicino i surgelati e le minestre precotte: un bel prodotto ma con poro gusto. Ve nendo alla cronaca non si può dire che sia stato un successone. Il pubblico è stato di un terzo almeno inferiore alle previsioni; gli organizzatori contano di rimetterci un numero imprecisato di mi lioni. La gente è un po' una marmellata sociologica, con preferenza di motofili. Il catino del crossdromo, « Mott accio del Balmone », ha l'aspetto solito dei grandi raduni su prato. C'è un gran palco costruito con tubi e tavole, su cui Claudio Lippi s'industria di fare il presentatore. Davanti aile tribuno fa un giro la banda di Borgomanero con le majorettes. Qualche ragazzetta chiede l'autografo al celebre Jocelyne, disc-jockey di Tele-Montecarlo che canta un paio di canzoni facendo finta di essere emozionato. Sparsi ci sono banchetti che vendono panini cattivi, lattine di liquidi gasati con nomi esotici, caldarroste, pop corn, fave e, in sostituzione dei ricordini delle fiere, magliette, berrettini, tute, ginocchiere, caschi e accessori diversi, tatuati con i marchi motociclistici più famosi. Parecchi spettatori se ne vanno soddisfatti con un parafango di fibra di vetro sotto il braccio, un manubrio ancora nella sua custodia di nylon, una visiera. Nel recinto a loro riservato i piloti assistiti da meccanici, parenti e amici, lavorano intorno a furgoni e roulottes che servono insieme da cucina e officina; è un campo di zingari, di alluvionati. Impossibile scambiare parola con cantanti o altro, perché tutti sono troppo indaffarati. Il cronista deve starsene come un ebete fra la folla, neanche tanta, che si lascia trapanare i timpani stolidamente. Impossibile capire se si divertono e perché. Di socializzazione neanche l'ombra anche perché nessuno dice una parola al vicino, subendo con passività, insolita in questi tempi, tutto quello che succede. Alla fine, però, un colpo di scena: la creatività popolare si sveglia, qualcuno ha rubato lo striscione della Croce Rossa. E il rosso come sappiamo è il segno della riscossa. Renato Scagliola
Persone citate: Claudio Lippi, Franco Ferlini, Gualtiero Brissoni, Ivan Alborghetti, Matia, Mia Martini, Mott, Renato Scagliola
Luoghi citati: Aprilia, Arezzo, Borgomanero, Maggiora, Montecarlo, Novara
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