Sgomento dopo la terribile alluvione

Sgomento dopo la terribile alluvione Migliaia di persone ai funerali di sette vittime a Tortona e Serravalle Scrivia Sgomento dopo la terribile alluvione Non vi sono più speranze di trovare vivi i due dispersi di Cassinelle e Novi Ligure: si parla di altre persone scomparse, ma è difficile per ora accertare la verità (Dal nostro inviato speciale) Tortona, 9 ottobre. Migliaia di persone commosse, autorità, parlamentari, amministratori regionali (la Regione Piemonte era rappresentata dall'assessore Simonelli, che col vicepresidente Bajardi coordina presso il Genio civile di Alessandra le opere di intervento), provinviali e comunali hanno tributato oggi, a Tortona e a Serravalle Scrivia, l'estremo saluto alle sette vittime provocate nei due centri dalla terribile alluvione della notte di giovedì. A Serravalle erano morti la signora Angela Traverso, il padre Natale (moglie e suocero del presidente della Provincia, Lorenzo Demicheli) e l'agricoltore Giuseppe Repetto, uccisi dal crollo di una villa alla periferia e rimasti sotto le rovine. Quattro le vittime (annegate) a Tortona: il fotografo Angelo Davio, il figlio Massimo, il suocero Guglielmo Ravasi e il corriere Luigi Cioccale. Ricordiamo che un'altra vittima si era avuta ad Acqui, il cinquantaquattrenne Carlo Scazzola, travolto da una frana nei pressi della sua abitazione in località Martinetto, mentre ieri mattina, a Castelceriolo, sobborgo alessandrino, è annegato il contadino Pio Pipistrello, finito in una buca scavata dalla Bormida in piena. A questo lungo elenco si debbono aggiungere — non ci sono più speranze di ritrovarli vivi i nomi di due dispersi, i giovani Alfredo Degoli e Giuseppe Traverso, di Cassinelle e di Novi Ligure. Si parla ancora di altri dispersi, ma è difficile stabilirlo con certezza in quanto ufficialmente non si hanno nomi. Ricordate — ci sembrava doveroso — le vittime di questa tragedia che ha colpito in particolare l'arco della provincia di Alessandria compreso tra Serravalle, Tortona, Ovada e Acqui, diciamo subito che da alcune ore ha cessato dì piovere, anche se il cielo rimane ancora coperto. Finisce quindi per queste popolazioni, duramente provate, l'allarme per il pericolo di nuove inondazioni. « Il Po — fa presente Roberto Salvio, capufficio stampa della Regione —, che aveva fatto vivere momenti drammatici nella zona del Casalese, è in serata a quota 4,32, di ottanta centimetri superiore al livello di guardia, ma non tale da destare preoccupazioni, anche se la pioggia che cade in altre zone del Piemonte rende prevedibile un ulteriore ingrossamento. Nessuna preoccupazione, secondo i dati che pervengono al Genio Civile, per il Tanaro, in "stanca" da alcune ore ». E' la prima notizia positiva, anche se non mancano in tutta la zona disastrata situazioni di pericolo e di allarme, specialmente per il timore di nuove frane e smottamenti. A Gavi Ligure, ad esempio, dopo il nubifragio che ha provocato danni gravissimi, si guarda con apprensione alle frane che scendono dalla zona dell'antica fortezza sovrastante il paese e che hanno già distrutto alcune case. «Si teme per la parte alta del paese — dicono a Gavi —, che potrebbe essere investita». Per misura precauzionale sono state evacuate molte case: sono duecento le persone interessate dal provvedimento. Un ponte è erollato ieri sera tra Villavernia e Pozzolgroppo, un altro oggi tra Cremolino (già duramente colpito) e Retorbido. Sta cedendo il ponte tra Cantalupo e Castellazzo Bormida. Molte le strade ancora bloccate e difficili le comunicazioni con alcuni centri. Situazione precaria in molti comuni, da Tortona a Serravalle ad Ovada ad Acqui e in centri minori come Silvano, Cassano, Melazzo, Panzone, Rocca Grimalda (vi sono case pericolanti), Cassinelle, Voltaggio, Lerma (oggi è crollata una casa), Predosa. E l'elenco potrebbe continuare: sono una ottantina i comuni interessati dal cataclisma, dovuto — come faceva osservare oggi il ministro dell'Agricoltura, Marconi, giunto nella zona — alla enorme quantità d'acqua caduta. «Qui, in poche ore — ha detto il ministro — è caduta tanta acqua quanta ne cade in un anno e mezzo». «Se c'è una insufficienza — ha aggiunto Marcora —, è dovuta al fatto che le strutture periferiche dello Stato e delle Regioni, in diverse occasioni, avendo il gravoso onere di pagare gli stipendi ai dipendenti, non possono fare opere» per mancanza dì fondi, perché si lesina sugli stanziamenti senza pensare agli enormi danni che le alluvioni provocano. Per questa che ha colpito la provincia di Alessandria si stanno facendo i primi calcoli. L'Ufficio tecnico della Provincia indica in quindici miliardi di lire i danni alla rete stradale, mentre valuta in cento miliardi i danni alle cose e alle persone. Vi sono sette ponti crollati e un centinaio di ponti secondari con scalzamento alla base dei piloni. Al Genio civile, dove l'ingegnere Urcioli e i suoi collaboratori sono al lavoro da tre giorni senza sosta, sono arrivate segnalazioni da ottantuno Comuni, ma soltanto una j ventina quantificano in cifre i danni. E solo con questa minima percentuale (mancano ancora ì centri maggiori) si arriva a sei miliardi per le opere pubbliche: due miliardi Acqui, 350 milioni ciascuno Bosio, Bosco Marengo e Gavi, 500 milioni Panzone, 560 Serravalle, 280 Strevi. Per il ripristino delle opere di difesa degli argini del Po e degli affluenti si prevede una spesa di 15 miliardi dì lire. Vi sono, nella zona, 20 mila ettari dì terreno allagati: si aggiungano i danni alle industrie, una ventina almeno ad Acqui, Tortona, Ovada, Alessandria, Capriata, Belforte, Serravalle, Predosa, con centinaia di dipendenti che dovranno essere posti in cassa integrazione. Domani, per un esame della situazione, si riunirà il consiglio dell'Unione industriale. Per cercare di far tornare la normalità — cessato lo stato d'emergenza, si deve lavorare per ricostruire — sono impegnati gli uomini dell'amministrazione provinciale (uomini e mezzi sono stati inviati da altre province), i tecnici della Regione (geologi visitano le zone franose), militari, vigili del fuoco, carabinieri, agenti di ps, uomini della Finanza. La Sip e la Stipel hanno quasi ultimato il ripristino delle linee telefoniche — dove mancano i collegamenti operano, come nei gior ni scorsi i C.B. (i radioamatori) — ed elettriche. Occorrono però fondi; l'hanno sottolineato, in una riunione, presidenti e assessori delle province piemontesi, trovatisi stamane ad Alessandria. Dopo l'esame della situazione, hanno richiesto una legge speciale che soddisfi le esigenze di carattere finanziario. Franco Marchialo