Anche il padre era sicuro che il fidlio fosse medico

Anche il padre era sicuro che il fidlio fosse medico Sedicente chirurgo sospeso alle Molinette Anche il padre era sicuro che il fidlio fosse medico "Ho appreso la notizia dai giornali, commenta l'uomo, tutti i suoi colleghi dicevano che era molto bravo" ■ Una laurea attesa per anni Deposti il bisturi e il camice bianco dopo due anni e mezzo di attività alle Molinette, lo studente-chirurgo senza laurea, Francesco Balanzino attende gli inevitabili fulmini della magistratura, mentre tutti si domandano come possano ancora accadere cose del genere. Ora che il trentenne assistente supplente della Divisione A è uscito dai panni di stimato medico per vestire quelli di abile truffatore sono in molti a ricordare dubbi, incongruenze, strani aspetti del suo comportamento. «Ad esempio — dicono in ospedale — il fatto che non partecipasse mai ai concorsi per passare di ruolo, pur essendo giudicato abile e volenteroso. Soltanto adesso se ne capisce il motivo». Una scelta obbligata per il giovane chirurgo sprovvisto di laurea e neanche più iscritto all'università, dove aveva sostenuto pochi esaml. Nel momento di presentarsi i inni inumili mimiiimimmad un concorso Francesco Balanzino avrebbe dovuto infatti esibire documenti e diplomi mai posseduti, provocando la conseguente, tradizionale «caduta dell'asino». Quegli stessi documenti che invece è riuscito a far attendere per due anni all'ospedale. Bluffando candidamente, e facendosi aiutare dai primari per una fantomatica tesi di laurea, Balanzino aveva convinto un po' tutti. «Si è festeggiata perfino la conquista di quel "pezzo di carta" — ricordano i collehl — e la notizia del "bluff" appare oggi una barzelletta piuttosto acida». Dopo l'assunzione come supplente assistente nella Divisione chirurgica, sollecitata dal primario, il giovane medico ha iniziato a frequentare le sale operatorie con riconosciuta abilità. Secondo alcuni dipendenti dell'ospedale avrebbe anche eseguito personalmente gli Interventi più semplici, anche se ufficialmente questo particolare viene oggi negato. L'unica formalità per impugnare bisturi e pinze restava sempre quella benedetta laurea da depositare in amministrazione. «Un adempimento burocratico che, negli ospedali, ritarda qualche volta per mesi», sottolineano voci dell'ambiente: cosi, nonostante i solleciti, Francesco Balanzino ha potuto continuare dal marzo '75 all'ottobre di quest'anno la propria attività, con la stima dei colleghi e dei familiari. Anche il padre, Fiorenzo, commerciante di cereali a Motta del Conti (Vercelli), ha appreso soltanto dai giornali la verità: «Credevo che mio figlio fosse laureato — commenta con amarezza —; tutti gli altri medici mi hanno sempre detto che era molto bravo». Se la beffa del «dottor» Balanzino può suscitare perfino un sorriso, non avendo causato danni irreparabili, c'è in questa storia all'italiana una morale più preoccupante. Nel Paese dove la burocrazia presenta ad ogni angolo ostacoli insormontabili, è possibile attendere per anni come «formalità» — da chi già esercita — una laurea in medicina e chirurgia?

Persone citate: Balanzino, Francesco Balanzino, Motta

Luoghi citati: Vercelli