Come l'Australia attende la Davis di Piero Soria

Come l'Australia attende la Davis Per i bookmakers non ci sono dubbi: gli azzurri saranno battuti Come l'Australia attende la Davis Laggiù il tennis è considerato il più bel gioco del mondo: persino nei supermercati è facile trovare signore con gonnellino e racchetta - Tre milioni di italiani sperano in Panatta e compagni - Il fascino dei "vecchi" Newcombe e Roche metterà il selezionatore Fraser in difficoltà? (Nostro servizio particolare) Sydney, 26 ottobre. / bockmakers sono ancora prudenti. In attesa di conoscere le formazioni ufficiali, ma la vittoria dell'Australia In Coppa Davis contro gli Italiani è data come scontata. Per ora si può scommettere dai « privati » di Sydney a quote che variano da 3 a 5 contro 1. Ma sono quote destinate a salire. « Sui campì in erba non ci sarà niente da fare per Panatta e compagni. E' ora che la Coppa ritorni tra i canguri », si legge sui giornali. E' un dato di fatto, accettato da tutti come inevitabile, senza tuttavia alcun trionfalismo. Con misura, perché dire tennis in Australia significa scoprire un mondo per noi completamente nuovo. E' un modo di vìvere. Nel supermagazzlnl delle grandi città si Incontrano signore di una certa età che fanno la spesa con II gonnellino e la racchetta appoggiata su un carrello pieno di surgelati. Non hanno alcun timore di esibire gambe non più giovani: è normale, nessuno le nota, fanno parte del paesaggio. I bambini Incominciano a giocare dai primi anni di scuola, durante le ore di ginnastica e poi continuano per tutta la vita. Soltanto per gli emigrati della prima generazione II tennis ha qualcosa dì assurdo ed Irreale. E' ancora lo sport del circoli del ricchi che hanno lasciato In patria. Sono troppo Intenti a costruire con accanimento II loro destino per accorgersi che è qualcosa di profondamente diverso, ma I figli già balbettano di lob e di drive. GII italiani, che sono ben tre milioni su una popolazione complessiva di tredici, sono in gran parte ancora a questo stadio della loro nuova esistenza. E non riescono ad essere compassati e sportivi come solo chi pratica sport sa essere. Nel loro tipo esplosivo f/'SO per cento è rappresentato da siciliani e calabresi) c'è la rabbia del ricordi. E la battaglia è già Incominciata: la vittoria di Roma dell'anno scorso ha cancellato solo In parte le fru¬ strazioni patite agli inizi, quando l'unica parola Inglese che capivano stranamente suonava tanto italiana quanto insultante: « spaghetti ». Adesso hanno fatto quasi tutti fortuna, ma è rimasta la ruggine. Per questo le miriadi di club e di giornali locali, che hanno preparato accoglienze incredibili agli azzurri, provano una sofferenza collettiva nel leggere le polemiche su Pietrangelo nell'apprendere l'ennesima sconfitta di Panatta. Si sentono già sfavoriti dal pronostico, almeno tutto filasse liscio. L'associazione Italia-Australia ha addirittura organizzato da Roma del viaggi a prezzi bassissimi per ' proteggere » la squadra. Ma anche per gli australiani questo incontro è importante. C'è l'occasione di ritornare agli antichi allori, quando cioè la Coppa Davis era un « diritto ». La crisi del tennis d'oltreoceano è semplice. L'Australia ha attraversato un momento economico grave ed I fondi destinati al tennis sono rimasti gli stessi da dieci anni a questa parte. Sono cosi venuti a mancare gli allenatori ed I maestri dello sport che hanno dovuto cercarsi altri salari, meno colpiti dalla svalutazione. Inoltre l'altissimo costo di gestione ha quasi portato all'abolizione dei campi In erba ed il passaggio alla terra battuta ed al materiali sintetici ha finito per coincidere con il momento di depressione delle strutture tecniche. I risultati negativi così non si sono fatti attendere. Dato l'altissimo numero di praticanti, tuttavia, esiste una numerosa schiera di ottimi elementi, ma non c'è più il fuoriclasse. Per questo II pubblico australiano ama di un amore sviscerato I suoi vecchi, Newcombe e Roche, e Neal Fraser, il selezionatore, sì trova in Imbarazzo con la formazione. « Hanno tutti le stesse probabilità », ripete, ma si capisce chiaramente che è // primo ad essere combattuto tra la realtà dei risultati ed il sentimento. Agli « open - di Sydney, conclusisi pochi giorni fa con la vittoria di Connors, c'è stato un Incredìbile incontro nei quarti di finale tra Newcombe e Dent. Su un campo blu per ragioni televisive, John è stato sconfitto da una palla che ha danzato per alcuni secondi sulla rete al 6-5 di un tie-break tintissimo (era la terza palla che passava in questa maniera e Newcombe, alzando gli occhi al cielo, ha chiesto con un sorriso che un arbitro divino sostituisse quello terreno costretto dai limiti del regolamento) e da un passante fortunoso che ha sancito Il 7-5 nel secondo set. E' chiaro il guaio In cui si trova Fraser. I vecchi sono personaggi, luì stesso è ancora personaggio e lo vogliono nei caroselli per fare pubblicità alle biciclette made In Australia. Nei grandi Incontri c'è un maestro di cerimonie che governa II match: presenta I giocatori come si fa per I pugili, scorrendone Il pedigree e sottolineando I successi più importanti, Il Intervista a caldo alla fine dell'incontro. E la gente sente. Newcombe e Roche sono vecchie volpi, simpatici attori consumati, quasi Istrioni. Rispondono a tono, scherzano, tra un cambio e l'altro (la cui durata è determinata dalla lunghezza degli shorts pubblicitari che vanno In onda durante la ' diretta » televisiva), parlano con II pubblico. GII Alexander, I Dent, I Master ed I Case sono più grìgi, concentrati: lavorano. E questo è II guaio: per gli australiani II tennis rimane II più bel gioco del mondo, anche se c'è In palio una Coppa Davis. Piero Soria Gli australiani vogliono Newcombe

Luoghi citati: Australia, Roma, Sydney