Gli spagnoli solo in extremis

Gli spagnoli solo in extremis Gli spagnoli solo in extremis Le "furie rosse" hanno superato l'ostinata difesa dei romeni con due gol segnati al 75' e all'82' • Troppo rinunciataria la squadra di Kovacs - Ora anche la Jugoslavia può sperare nella qualificazione - Troppe durezze in campo (Dal nostro inviato speciale) Madrid, 26 ottobre. La Spagna, e anche l'Argentina, cominciano a respirare. Le « furie rosse » sono riuscite stasera, con una partita giocata all'arma bianca più che con II cervello, a battere per due a zero la Romania e portarsi in testa al girone eliminatorio, grazie alla miglior differenza reti, a pari punti con gli avversari di Bucarest. Mancano ancora due partite alla conclusione del girone, per cui la lotta è apertissima; si tratta di RomaniaJugoslavia e Jugoslavia-Spagna, e ne deriva che persino la Jugoslavia, ancora a zero punti, potrebbe clamorosamente rientrare In lizza vincendo gli ultimi due incontri. Ma quello che contava stasera per la Spagna, e come si è detto per l'Argentina — dove II comitato organizzatore del • mondiali » sta accendendo ceri affinché la squadra iberica entri nel girone conclusivo, onde poter avere un grosso apporto di pubblico assieme a quello che è già garantito dalla presenza quasi certa dell'Italia, era vincere l'Incontro con un grosso margine. E' stata una partita drammatica, che la Spagna ha giocato Ininterrottamente all'attacco — magari con poche idee, ma con grande coraggio — e che la Romania ha forse avuto II torto di affrontare con troppa circospezione, puntando esclusivamente sulla difesa e lasciando avanti da solo a domare I rilanci della sua retroguardia Il bravo Georgescu, 'Scarpetta d'oro- fra i goleador europei, ma certamente troppo Isolato per poter avere successo. Bisogna dire che la tattica di Stefan Kovacs ha avuto ragione fino ad un quarto d'ora dal termine, quando azzeccando finalmente una triangolazione pulita la Spagna dopo tanti assalti affannosi è andata In vantaggio. Scambio tra le ali Leal e Juanito, palla di nuovo a Leal II quale è riuscito ad anticipare II portiere con una zampata rapidissima, facendogli passare la palla sotto la pancia. Sullo slancio gli spagnoli hanno ancora attaccato, ricacciando subito indietro la reazione della Romania e all'82' hanno raddoppiato con un gol il cui merito negli spogliatoi è stato a lungo palleggiato tra Pirri e I! centravanti Ruben Cano. E' accaduto che Pirri ha calciato una bella palla con parabola lunga sul mucchio fra difensori e attaccanti si è vista la testa ricciuta di Ruben Cano, Il quale però ha sfiorato la sfera e ha fatto da trabocchetto al portiere Cristian, Il quale non è riuscito ad uscire e la palla, proseguendo nella sua traiettoria, ha finito per adagiarsi in rete. Sul 2 a 0 gli spagnoli hanno ancora attaccato, ma ovviamente la fatica aveva ormai fatto presa nelle loro gambe e non sono riusciti ad arrotondare un punteggio già ampio. Grande la delusione dei romeni, che per tre quarti della gara, sia pure con una difesa a volte affannosa, erano riusciti a conservare il loro obbiettivo, ovvero lo zero a zero. Con ini pareggio, questa sera, nello stadio madrileno, la Romania infatti si sarebbe già virtualmente qualificata per le finali del mondiali in Argentina. Invece, come si è detto, è tutto da rifare. La partita ha offerto grosse emozioni, ma poco gioco. Ouesto era prevedibile, considerando che Stevan Kovacs aveva Imbottito la sua squadra di centrocampisti, con la dichiarata intenzione di limitare I danni, mentre invece la squadra spagnola si era accollata I suoi rischi puntando tutto su una gara dì attacco, con tre punte, sorrette dal lavoro continuo degli interni Asensi e Churruca e del mediano Leal, incluso all'ultimo momento nella formazione tra qualche contrasto. Ma Leal ha dato ragione a Kubala. sbloccando il risultato con una bella intuizione In area di rigore. Difficile parlare di migliori e di peggiori in una serata del genere. Va da sé che la stretta finale di questi gironi di qualificazione comporta maggior attenzione al risultato che al gioco. Di certo come qualità di palleggio, nelle rare occasioni in cui la squadra s'è fatta avanti, è stata la Romania a far vedere le cose migliori, ma la Spagna va elogiata per il coraggio e la continuità con la quale si è gettata In avanti, non rinunciando mai, pur vedendo che i minuti passavano e I gol non arrivavano. Il vecchio capitano Pirri, partendo dal ruolo di Ubero difensivo, è stato II trascinatore della squadra, che ha avuto In avanti il migliore e il più continuo nella piccola ala destra Juanito, Il quale aveva magari II difetto di tenere troppo la palla, ma è un vero trascinatore. Si è battuto bene II centravanti Ruben Cano, anche se non molto preciso nelle conclusioni; molto continuo è stato pure Asensi, uno degli anziani della squadra. Ma a parte I singoli, da elogiare veramente lo spirito della squadra che Kubala ha mandato In campo con l'imperativo di attaccare dal primo all'ultimo minuto. La Romania, dal canto suo, ha confermato ancora una volta la classe del centravanti Georgescu e ha fatto vedere in buona luce l'ala sinistra Jordanescu, un tracagnotto molto deciso e coraggioso nelle puntate isolate nella metà campo iberica. In difesa I romeni hanno fatto blocco, a centrocampo si è distinto Bolony, un giocatore molto tecnico e dal fisico simile a quello del Butti granata. Sul piano delle rudezze, la partita ha offerto un campionario vasto e ripetuto. In mezzo a giocatori che sì battevano come leoni, cercando qualche volta anche di trarre vantaggio dalla loro prestanza fisica, si è agitato come un ballerino l'arbitro francese Wurtz, il quale ha ammonito quattro elementi: Bolony, Dlnu e Sames della Romania, Benltez della Spagna. Ouesto Wurtz ha finito per tenere la partita in pugno abbastanza bene, ha saputo frenare gli animi, ma la sua teatralità ben nota in alcune occasioni non ha certo giovato alla tranquillità della gara. Mentre le squadre sono ancora negli spogliatoi, mentre gli allenatori Kubala e Kovacs tradiscono la loro gioia o la loro amarezza, fuori dello stadio i tifosi madrileni fanno festa. Ora per la Spagna la qualificazione non è affatto certa, ma le « furie rosse » possono ancora sperare dì rientrare nel campionato del mondo almeno sino al confronto con la Jugoslavia a Belgrado. Bruno Perucca