Il "taglio,, alle liquidazioni scatena polemiche e proteste di Giancarlo Fossi

Il "taglio,, alle liquidazioni scatena polemiche e proteste Telegrammi a sindacati, Andreotti e ministri Il "taglio,, alle liquidazioni scatena polemiche e proteste Era una proposta della UH condivisa dalla Cgil - Il sottosegretario al Tesoro: "Non ci sono iniziative per abolire l'indennità. Un fatto è certo: i diritti acquisiti non sono in discussione" Roma, 26 ottobre. La proposta della maggioranza della Uil per un drastico taglio delle liquidazioni ha suscitato vivaci reazioni dentro e fuori l'organizzazione, mentre il governo si è affrettato a precisare che non vi sono iniziative concrete per l'abolizione dell'indennità di liquidazione. Centinaia di telegrammi di protesta sono giunti ai vertici delle tre confederazioni, alla presidenza del Consiglio, ai ministri competenti, ai presidenti delle commissioni Lavoro della Camera e del Senato. Dichiarazioni dure sono state fatte da esponenti sindacali di diversa tendenza. La ferma opposizione dei centomila dirigenti di aziende industriali è stata preannunciata dal segretario generale della Cida, Ciabattini, preoccupato dalla nuova minaccia ai trattamenti in atto senza alcuna garanzia dei diritti acquisiti. Si teme, nei vari ambienti del lavoro, che riprenda con maggiore intensità dei mesi scorsi la «fuga» di dirigenti e impiegati a più alto reddito con il conseguente impoverimento delle strutture più qualificate. Nelle banche, nelle aziende e nelle finanziarie a partecipazione statale, in numerose imprese private, in uffici pubblici centrali e periferici, negli enti previdenziali e parastatali si paventano le gravi ripercussioni di un consistente esodo. Cogliendo l'occasione della risposta ad una interrogazione presentata tempo fa dall'onorevole Preti su voci di abolizione dell'indennità di liquidazione, il sottosegretario al Tesoro Abis ha dichiarato oggi alla Camera: «Non risulta, allo stato delle cose, che siano state prese iniziative per l'abolizione dell'indennità di liquidazione, ad eccezione della proposta di legge pre- j salvi». sentate dal deputato democristiano Vincenzo Mancini, che però mira a fissare nuovi limiti alla prestazione, senza mettere in discussione i diritti acquisiti». Abis ha poi detto che il governo non si propone di promuovere iniziative tendenti ad incidere nella sfera dei diritti acquisiti, che sono stati rispettati anche nella recente legge sull'applicazione dell'indennità di contingenza. Il fenomeno delle dimissioni anticipate, ha precisato il sottosegretario, non ha influenzato il settore statale. «Una situazione diversa — ha rilevato — si registra nel settore degli enti pubblici in genere e del parastato, per il quale l'indennità di anzianità ha connotati uguali a quella del settore privato, venendo corrisposta a totale carico del datore di lavoro. Un fatto è, comunque, certo e desidero sottolinearlo, in ogni caso, i diritti acquisiti saranno fatti La precisazione del governo si riferisce, peraltro, alle voci di abolizione dell'indennità di anzianità e non al progetto di modificare questo istituto, procedendo a tagli piuttosto drastici. Le polemiche, quindi, non cesseranno almeno per il momento. «Non si può ignorare — osserva l'avvocato Ciabattini della Cida — la funzione dì risparmio per il lavoratore e di finanziamento per la impresa che svolge questo istituto; come pure va tenuta ben presente la inammissibilità della vanificazione dei diritti acquisiti, considerati come tali, cioè non solo quelli maturati fino ad oggi, ma anche quelli relativi a tutta la durata dei rapporti di lavoro in atto, per cui ogni eventuale variazione non potrebbe che aver valore per i rapporti instaurandi». Ma anche, secondo la Cida, è incomprensibile che si punti contemporaneamente contro l'indennità di liquidazione e il trattamento di pensione, quando polemicamente qualcuno ha sostenuto che si sarebbe potuto ritoccare il sistema delle liquidazioni proprio perchè il trattamento previdenziale offre un'ampia copertura. All'interno del movimento sindacale le divergenze sono molte. Nella stessa Uil, che per prima ha affrontato (sia pure in un «seminario») lo scottante argomento, si sono delineati contrasti notevoli non solo tra maggioranza e minoranza, ma pure una serie di «distinguo» da parte delle categorie dell'industria e di alcune strutture territoriali, indipendentemente dagli schieramenti di corrente. Rossi per la minoranza repubblicana si è dichiarato decisamente contrario al modo come la maggioranza ha impostato la questione: un modo «assolutamente inadeguato». Bisogna collegare, a suo avviso, la vertenza sulla ristrutturazione salariale ad obiettivi precisi di politica economica; occorre realizzare una stretta connessione tra politica salariale e finalità del movimento in merito agli investimenti, all'occupazione, ai prezzi, alla politica fiscale. Il rappresentante dei chimici Cornelli ha avanzato seri dubbi sull'esito della vertenza, soprattutto se questa dovesse portare ad una ulteriore riduzione del costo del lavoro. Mucciarelli degli edili ha affermato: «La segreteria si dovrà dimettere!», replicando al relatore Ravenna che gli ricordava come la segreteria abbia già deliberato di aprire una vertenza al riguardo, per cui i superiori organi, ad esempio il Comitato centrale, avebbe potuto solo smentire la segreterìa. Mentre la Cisl prende tempo, si attende un pronunciamento ufficiale della Cgil. Lama ha anticipato il suo parere favorevole ad intervenire sull'indennità di licenziamento, come del resto sugli scatti di anzianità. «Nel settore dell'indennità di licenziamento — ha detto — si va dai cento milioni ai ire milioni. Non è giusto. Bisogna che queste iniquità, che sono oggi aspetti importanti della distribuzione del reddito da lavoro, sia- 1 no affrontate. Il modo, la gra¬ dualità, i limiti saranno oggetto di discussione e di scelta unitaria. Un sindacato che si rifiuta di vedere queste verità e si rifiuta di affrontarle dimostra debolezza e non forza». Giancarlo Fossi

Persone citate: Abis, Andreotti, Ciabattini, Cornelli, Lama, Mucciarelli, Preti, Vincenzo Mancini

Luoghi citati: Ravenna, Roma