Difendere le libertà non solo a parole

Difendere le libertà non solo a parole Difendere le libertà non solo a parole Che cosa fare contro la violenza? Andreotti risponde: «Innanzitutto non perdere la testa». I seguaci del partito armato, sia quelli a viso scoperto, come gli «autonomi» delle università, sia quelli che operano clandestinamente, come i militanti delle «Brigate rosse», di «Prima linea», delle decine di organizzazioni della cosiddetta extrasinistra rivoluzionaria, affermano di voler colpire lo Stato nel suo cuore e puntano a creare il caos provocando la paura tra la gente. Gli «autonomi» portano una violenza più rozza, di massa, i militanti delle organizzazioni clandestine sono autori di una violenza più politica, calcolata. Colpiscono di preferenza espo- nenti medi di partiti (in prevalenza della de, perchè vedono in essa il partito più rappresentativo della Repubblica nata dalla Resistenza) ed esponenti medi di grosse aziende, perché hanno capito che sono il bersaglio che più impressiona i cittadini. L'opinione pubblica, per un fenomeno di psicologia classista, reagisce meno, quasi si sentisse immune dal pericolo, se le vittime sono il grande finanziere, il ministro, l'attore ricchissimo. Facendo saltare i nervi alla gente i giovani del «partito armato» ritengono di preparare il momento in cui imporsi. Seno stati definiu «untorelli», ma potrebbero anche spiantare Milano se riuscissero a innescare la «provocazione della violenza». Già si sente apertamente invocare il regime forte: vengano i neri o i rossi, pur che mettano ordine e si viva in pace. Per la tranquillità troppi sono disposti, incautamente, a rinunciare alle libertà. Le libertà sono un grande bene di cui si scopre il valore quando si sono perdute: la tranquillità, la sicurezza personale sono valori più sentiti, perché più immediati, si potrebbe dire più corporei. E' uno Stato totalitario, in cui anch'essi sarebbero oppressi, che i banditori della violenza vogliono? Nel loro farneticare hanno veduta corta. Domenica a Napoli, Berlinguer li ha definiti «forze avventuristiche». La loro azione «finisce per esasperare solo i senso Ji frustrazione e la disperazione, alimentando insieme l'assurda illusione (che sempre poi si rovescia in delusione) che possa trovari ua uova quali-n tà della vita in una società biella quale sia garantito il godimento e il consumo di beni alla cui produzione però non si partecipa con il lavoro, con la fatica, con lo studio». Non c'è discorso di leader politico che non abbia come tema la violenza (Zaccagnini ne aveva parlato a Milano sabato 15 ottobre), non c'è consesso di partito che non se ne occupi. Al Consiglio nazionale della de quasi tutti gli interventi hanno toccato l'argomento. E' facile prevedere che se ne occu- Gìovannì Trovati (Continua a pagina 2 in quarta colonna)

Persone citate: Andreotti, Berlinguer, Zaccagnini

Luoghi citati: Milano, Napoli