Inchiesta sulla moglie di Tito?

Inchiesta sulla moglie di Tito? Inchiesta sulla moglie di Tito? Segue dalla 1* pagina sgrazia» della signora sarebbe stata decretata dallo stesso Tito, il portavoce ha aggiunto: « Se fovanka accompagna o no il presidente (nei suoi viaggi: n.d.r.) dipende esclusivamente dal presidente stesso e dal governo jugoslavo ». Restavano valide l'ipotesi sentimentale e quella politica, che sembra ormai prevalente grazie ad una serie di indicazioni convergenti. Negli ultimi tempi, proprio quando a Belgrado si cominciava a notare la prolungata assenza di Tovanka, Tito ha emarginato tre suoi collaboratori, tutti molto vicini alla moglie, destinandoli ad incarichi diplomatici: Milos Sumonja, sottosegretario alla Difesa, è stato nominato ambasciatore all'Aja; il capo del protocollo Milutinovic è stato inviato nel Pakistan; il consigliere politico Blazevic 6 finito in India. Tito, insomma, ha fatto il vuoto attorno alla moglie e l'ha segregata in casa, tagliandole tutti i contatti politici. Ora, se sono vere le notizie d'agenzia provenienti da Belgrado, sarebbe addirittura imminente un processo politico contro la « banda degli otto », anche se sembra incredibile che, vivente Tito, il « tradimento » della sua compagna per tanti anni, venga così drammaticamente lavato in piazza. La vicenda di ]ovanka — quali ne siano gli sviluppi — dimostra, una volta di più, quanto sia delicato il problema della successione di Tito e quanto profonde siano le rivalità tra le nazionalità jugoslave. Il Maresciallo, che ha compiuto ottantacinque anni a maggio, intende affidare il potere supremo nel partito ad un organismo collegiale, del quale dovrebbero far parte due sloveni (Kardely e Dolane), un croato (Bakaric), un serbo (Stambolic), un macedone (Kolisevski, oppure Gligorov o anche Grlichkov) e un bosniaco (Mijatovic). Kardelj, il più vecchio « compagno d'armi » del croato Tito, dovrebbe essere il primus inter pares, affiancato per le funzioni esecutive da Dolane. Secondo questo progetto, che Tito vorrebbe far approvare dall'XI congresso della Lega, gli sloveni, pur rappresentando una Repubblica meno popolosa della Serbia e della Croazia, avrebbero un ruolo politico dominante nella Jugoslavia di domani. E' probabile che il disegno di Tito, che è noto da tempo a Belgrado anche se non è stato mai ufficialmente annunciato, abbia provocato un profondo malumore tra i serbi e i croati, riaccendendo una sorda lotta per il potere, che pareva sopita per sempre dopo le « purghe » della prima metà degli Anni Settanta contro il « nazionalismo » in Serbia e il « liberalismo » in Croazia. Il fatto che questa lotta per il potere possa aver coinvolto anche colei che tutti consideravano la « fedelissima compagna di Tito » è una prova di più della precarietà del federalismo jugoslavo, e quindi della penetrabilità di questo Paese-cerniera tra Est e Ovest all'influenza straniera il giorno in cui verrà meno il suo leader carismatico, l'unico capace di soggiogare le tendenze centrifughe delle nazionalità. Paolo Garimberli

Persone citate: Blazevic, Gligorov, Mijatovic, Milos Sumonja, Milutinovic, Paolo Garimberli, Stambolic