Morse in guanti di lana

Morse in guanti di lana Un articolo di Sandro Gamba, allenatore-giornalista Morse in guanti di lana Il basket è pronto per il campionato, la meravigliosa avventura. C'è stato molto fermento nei mesi precedenti per le formule, il numero di squadre che doveva formare la serie A, il doppio straniero e l'eliminazione degli « oriundi ». Tutto è sistemato: 24 clubs, per quest'anno formula invariata e due stranieri per formazione. Quest'ultima è una grossa novità tecnica, spettacolare, tattica. Ha rinforzato tutte le squadre, perlomeno a livelli di quintetti iniziali. Molto realisticamente bisogna ammettere che in Italia non ci sono 240 buoni giocatori per fare 24 buone squadre, perciò l'avvento del secondo straniero porta maggior consistenza e più equilibrio. Per il piacere degli spettatori e l'equilibrio del campionato, questi giocatori di altra scuola ridurranno di molto quel divario di valori che fino allo scorso anno era così netto tra le favorite ed il resto del gruppo. La Mobilgirgi è sempre sospinta dal favoloso Bob Morse, il ragazzo di campagna nato nei boschi a sud di Filadelfia; ha imparato a tirare buttando per ore ed ore la palla in un cerchio fissato ad un albero, indossando guanti di lana per proteggere le mani dal freddo del rigidi inverni della Pennsylvania. E' vero fuori classe e « match-winner ». GII è al fianco il vecchio compagno di Coppa dei Campioni, Charlle Yelverton che ritengo uno del talenti cestistici più grandi mai venuti in Europa. Eccellente atleta, versatile, ha fatto II taxista in America ed è suonatore di sassofono soprano. Se ben guidato, colmerà i vuoti lasciati da lellini e Rizzi rinforzando ancor più la difesa varesina. Niente male è l'accoppiata Jura-Lauriski della Xerox. Ormai Jura è un anziano del nostro campionato ed uno degli attaccanti quasi impossibili da fermare. Mancino, rapidissimo nell'esecuzione, velocissimo malgrado sia 2,06 di statura, gioca in ogni ruolo d'attacco e mette in crisi qualsiasi tipo di difesa. Lauriski è un altro gradito ritorno. Ala dal gran tiro, circa due metri, mormone, una famiglia numerosissima in cui la danza, classica e moderna, è di tradizione. La sorella è direttrice di una scuola di ballo a Logan, nello Utah. Una combinazione-Usa ben riuscita è quella del Pagnossin di Gorizia. John Garrett, gigante dalle braccia corte, sembrava destinato alla categoria dei mediocri. E' diventato, col suo tiro e la voglia di vincere, una pedina inamovibile della squadra isontina. Gli è stato affiancato John Laing, vecchia conoscenza del pubblico torinese, che come pochi altri è pericoloso quando ha la palla attorno all'area dei tre secondi. Possiede una gamma di tiri che gli permette di realizzare in qualsiasi condizione. Ad Udine, per la Mobiam, è arrivato Tony Hanson, d'origine giamaicana, che ha giocato nella università delle Haway e che tre anni orsono ingaggiò un memorabile duello con Morse a Porto San Giorgio. Era riserva di Denton negli Atlanta Hawks. Con lui sarà l'altro gigante nero Jess Wilkins, 210 centimetri, ma estremamente veloce e dotato di buonissime mani. Le sue statistiche parlano di sei stoppate per partita. Walk, compagno di Wingo nei New York Knicks, tecnicamente è forse uno dei pivot più completi: tira, passa, blocca, prende rimbalzi. Non è molto veloce nel trasferirsi da un canestro all'altro. Due miei vecchi amici sono finiti a Brescia con la Pinti-Inox. Randy Maister, già americano di Coppa alla Mobilgirgi, è ordinato nel gioco, fantastico rimbalzista e stoppatore. Difensore di feroce grinta, ha completato il suo repertorio abituandosi a giocare anche lontano dal canestro. Pensate che è diplomato e specializzato ad organizzare spettacoli ricreativi per i giovani delle grandi metropoli. Un giocatore che assomiglia moltissimo come stile di gioco a Grochowalski, forse un tantino più rapido, è John Ramsey. Fu costretto purtroppo ad abbandonare me e la Girgi due anni fa per sottoporsi ad un delicato intervento al gomito che gli ha lasciato una brutta cicatrice. Ritroverò Ramsey e Meister domenica a Brescia come « nemici », in Pintlnox-Chinamartini. I due ex professionisti dell'Alinea Rieti, Sojournes e Meely, assicurano lo spettacolo: hanno un'esperienza che permette loro di non sbagliare mai una partita. Atleti eccellenti, costringono la difesa a lavori logoranti ed a continui falli. Altri professionisti dalle credenziali lusinghiere sono Bucci e Fernstein del Sapori, D'Antoni dalle magiche dita approdato al Cinzano ed il nostro (nostro della Chinamartini) Randy Denton che di certo è il nome più famoso della fitta schiera di statunitensi. Non parlo di lui perché tutti ne hanno scritto a lungo ed avranno molte occasioni per riscriverne. Alessandro Gamba