Mancini: duro attacco alla segreteria del psi

Mancini: duro attacco alla segreteria del psi Vivace Comitato centrale socialista Mancini: duro attacco alla segreteria del psi Roma, 20 ottobre. All'ultima giornata di lavori del « Comitato Centrale », Giacomo Mancini ha sferrato a Bettino Craxi un attacco durissimo, sia sul piano personale sia sulla gestione del partito. Lombardi prima, Signorile poi, hanno invece difeso il segretario ed il duello tra la «destra» e la «sinistra» del partito sulla relazione-Craxi ha movimentato l'assise socialista, lasciando chiaramente intendere che il Congresso nazionale di marzo sarà super-politicizzato e supercombattuto. Il Comitato centrale si è chiuso nella notte con la replica di Craxi a tutti gli oratori, nessuno dei quali, come ha detto Mancini, ha ubbidito a «linee di impostazione preparate a freddo» I riflettori, appena spenti sul psi, si riaccendono domani sulla de, e sempre all'Eur. Comincia a piazza Sturzo, con una relazione di Zaccagnini, un Consiglio nazionale che è stato preceduto da una serie intensissima di incontri e di contatti tra correnti, dei quali è ancora impossibile valutare l'importanza e la «portata». Si parla di «incontri segreti» tra leaders che si conoscono e frequentano da anni come Fanfani e Forlani; ma si parla anche di molti umori e malumori contrastanti. In una riunione di «forze nuove», è stato più volte attaccato il ministro del Tesoro Stammati per «la mancanza di scelte concrete di linea economica». Il gruppo di Donat-Cattin presenterà al Consiglio nazionale una mozione sulla politica economica, mentre si accentuano le inquietudini dei parlamentari verso il governo e la segreteria (alcuni deputati protestano contro il rinvio delle elezioni di novembre ed hanno ottenuto di poter votare, senza ubbidire alla disciplina di partito, sul decreto legge, che stabilisce il rinvio, quando arriverà in aula). Da domani, vedremo come andranno le cose nella de. Per ora, restiamo all'Eur, ma torniamo tra i socialisti, cominciando proprio dall'intervento di Mancini. L'ex segretario ha mantenuto la promessa fatta ai giornalisti subito dopo aver ascoltato la relazione di Craxi: «Secondo me non va proprio. La contesterò apertamente». Mancini ha subito denunciato un «pericolo grave»: la modifica sostanziale del partito, che a suo giudizio si sta trasformando in un «organismo freddo e opaco». Per l'ex segretario la polemica, dopo i fatti del «Midas» culminati con il «parricidio» di De Martino e l'avvento di Craxi, riguarda «l'insufficienza del rinnovamento, ma soprattutto la caduta, non giustificata, dell'impegno unitario e il cambiamento non motivato della piattaforma su cui la nuova gestione era nata». «Ho accennato — ha aggiunto senza mezzi termini — alla "strumentalità e insincerità" di determinati comportamenti, "esasperati" guanto più veniva a rarefarsi il dibattito politico. Il comitato centrale avrebbe dovuto funzionare periodicamente, non dev'essere un organo scomodo, un ostacolo da superare per potere, nei lunghi intervalli, dire cose che deformano la posizione del partito». Sempre in polemica con Craxi e la sinistra del partito, Mancini ha insistito nella richiesta di rinviare il congresso nazionale all'autunno 78, perché le prove che attendono i socialisti a primavera sono «difficili, essenziali, di straordinaria importanza». Lombardi e Signorile sono invece tutt'altro che ben disposti verso la de: puntano all'alternativa di sinistra. Per Lombardi, la relazione Craxi è «soddisfacente»; «Mi sembra — ha aggiunto — di rile¬ vare alcuni elementi importanti di rettifica di precedenti posizioni: il rifiuto del terzaforzismo e la riconferma della politica dell'alternativa». Quanto al problema dell'autonomia del psi, che è poi il problema dello spazio politico che i socialisti devono trovare a sinistra, il vecchio leader è stnto come sempre lucido e deciso: «La nostra autonomia non va calibrata in rapporto agli altri partiti: si è autonomi se si sa quello che si vuole». Il riferimento a quanti nel psi continuano a guardare al pei come punto di riferimento per ogni questione, con gravi complessi d'inferiorità, è più che mai evidente. Claudio Signorile, pupillo di Lombardi e grande alleato di Craxi nella segreteria, non è stato tenero con i «mostri sacri» del partito. Signorile ha detto che «il fantasma deiLuca. Giurato (Continua a pagina 2 in nona colonna)

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