I "camerati,, accusano Rognoni per la bomba di Giorgio Bidone

I "camerati,, accusano Rognoni per la bomba L'attentato sul rapido Torino-Roma I "camerati,, accusano Rognoni per la bomba Il neofascista stamane passerà al contrattacco con "rivelazioni" (Nostro servizio particolare ) ! Genova, 18 ottobre, i L'attesa per quello che ! Giancarlo Rognoni, il trenta- duenne capo dell'organizza-1 zione neofascista «La Fenice», dirà in sua difesa al processo : di secondo grado per l'atten- ; tato al direttissimo Tori- j no-Roma è aumentata note- : volmente oggi, al termine del- ' la prima udienza della Corte | d'Assise d'appello di Genova. ; Nico Azzi e Mauro Marzorati, | che insieme con Francesco De 1 Min e con lo stesso Rognoni ( no giudicati per il reato di : strage, hanno ripetuto, aggra- j vandole rispetto all'istrutto- parlerò'dei miei rapporti con n msi citerò anche il nome deH'0„ servello, visto che il su0 nome compare nel fasci colo degli atti processuali». carcere, ha replicato dicendo j ai giornalisti presenti in aula | di essere «completamente estraneo ali attentato. Spie- \ gherò anche perché gli altri mi vogliono tirare dentro, ria e al primo dibattimento, I le accuse nei confronti del lo ro ex capo. Tutte le responsabilità, e comunque quelle maggiori, ; sono di R°enoni. hann0 dl" i chiarato oggi Azzi e Marzora- ■ ti durante l'interrogatorio da | parte del presidente della ; Corte, dott. Mario Vasetti. E j Rognoni, a udienza conclusa, prima di essere riportato in | /o dovevo parlare, generica i -, , - _ Il processo contro i «bombaroli» del Torino-Roma si è ; iniziato in un'aula presidiata | da carabinieri e polizia, così i come lo era l'intero palazzo | di giustizia. Un servizio d'ordine imponente, una scorta imponente per i quattro imputati nel trasferimento da e per il carcere. Rognoni, Azzi, Marzorati e De Min vennero condannati, il 25 giugno del '74, dalla Corte d'assise di Genova per il reato di strage: 23 anni al «capo», 20 anni e sei mesi ad Azzi e Marzorati, 14 anni a De Min, cui venne riconosciuta la minore partecipazione al fatto. A tutti furono concesse le attenuanti generiche, ciò che li salvò da una condanna più grave, e proprio contro la concessione delle «generiche» a Giancarlo Rognoni l'allora procuratore generale Francesco Coco impugnò la sentenza. Il consigliere relatore, Giuseppe Santoro, ha ricostruito i fatti, poi il presidente Vasetti ha iniziato l'interrogatorio degli imputati. Per primo è stato sentito Nico Azzi. «L'idea dell'attentato — ha detto — fu di Rognoni, che parlò di una azione dimostrativa, senza inizialmente dare altre spiegazioni. Lo scopo era di far ricadere la colpa del gesto sull'estrema sinistra, e suscitare una campagna di stampa contro i nostri avversari politici. Si dovevano fare due telefonate: la prima dovevo farla io, ma il fallimento del nostro gesto, nel quale rimasi ferito, mandò tutto a monte. mente, di una bomba su un treno. La seconda telefonata doveva invece spiegare tutto, e far ricadere la colpa su quelli della "XXII Ottobre". L'idea di "firmare" l'attentato da sinistra fu di Rognoni». Incalzato dalle domande del presidente, Azzi ha poi parlato dell'acquisto della sveglia (fu comperata a Genova, in un grande magazzino, a metà marzo, quando Rognoni, Azzi e De Min vennero a presenziare a una riunione del circolo «Nuova Europa»), della riunione conclusiva in casa di Rognoni, che stabili il giorno dell'attentato, divise i compiti e definì le varie modalità di esecuzione, i Chi procurò il tritolo, in tutto due chili, che doveva servire per l'attentato? «Fu Rogna- ni» risponde Azzi. Presidente: «Ma inizialmen te lei disse che l'esplosivo lo aveva dato lei stesso», Azzi: «Io ero ferito, non avevo avvocato. Per questo subito scagionai Rognoni. Mi decisi poi a dire la verità, non avevo più il dovere morale di lasciarlo fuori». presidente: «Chi toccò la sveglia usata come timer? chi manovrò le lancette delle ore e dei minuti?» ^zi: «Fece tutto Rognoni, programmandolu perché l'or- ^ita» " Anche Mauro Marzorati ha rinnovato le acCuse a Rogno- digno scoppiasse dopo cinQUe ore. Quando però, nella toilette del treno, mentre attaccavo i fili, vidi che di lancette c'e n'era una 'sola, 'sospettai che fosse quella dei minuti. per Cui la bomba sarebbe scoppiata dopo nemmeno mezz'ora. Allora strappai i fili e i detonatori esplosero. Io restai feru0, mi scaricarono dal treno a Santa Marghe- ni. «L'attentato fu proposto da lui come azione dimostra Uva, da attribuire alla sini- stra in occasione del processo, a Genova, contro quelli della "XXII Ottobre"». Io vi aderii, a livello sentimentale, ma solo come azione dimostrativa. Dopo aver piazzato la bomba sul treno, poco dopo la partenza da Genova, io e Azzi avremmo dovuto fare una telefonata al Secolo XIX dicendo che c'era una bomba sul Torino-Roma e chiedendo la liberazione o comunque maggiore clemenza verso quelli della "XXII Ottobre", aggiungendo che l'ordigno era il primo di una lunga serie. Tutto questo era stato stabilito da Rognoni. La seconda telefonata doveva farla Rognoni, da Milano, in tempo utile prima che la bomba esplodesse». Il processo prosegue domani con l'interrogatorio di De Min e di Rognoni. Giovedì sospensione, venerdì la requisitoria del procuratore genera- ^e Giorgio Jommi, poi lunedì le Prime arringhe di difesa, Giorgio Bidone a