La formula marx-leninismo «rimasta per forza d'inerzia»

La formula marx-leninismo «rimasta per forza d'inerzia» Intervista con il direttore dell'Istituto Togliatti La formula marx-leninismo «rimasta per forza d'inerzia» Luciano Gruppi spiega la posizione del partito comunista nei riguardi della religione Roma, 18 ottobre. La lettera di Berlinguer a monsignor Bettazzi sul pei e .i cattolici ha avuto ieri un'attenta e pacata analisi sull'Osservatore romano. Il commento è quasi ufficiale poiché si presume sia stato elaborato, in cinque giorni, dai più immediati collaboratori di Paolo VI, che lo avrebbe rivisto prima della pubblicazione. Principale ispiratore della nota vaticana sarebbe monsignor Agostino Casaroli, «ministro degli Esteri» e protagonista da anni della ostpolitik della S. Sede nei Paesi dell'Est europeo. Un importante contributo sarebbe venuto dal nuovo sostituto della segreteria di Stato, monsignor Giuseppe Caprio, da cinque mesi succeduto al cardinale Giovanni Benelli, e interprete del «nuovo stile» nel pontificato montiniano. Gli altri collaboratori sarebbero monsignor Achille Silvestrini, «Dice» di Casaroli, il vicedirettore dell'Osserwatore romano don Virgilio Levi, che si sono avvalsi degli apporti di esperti della segreteria di Stato e di altri uffici. L'Unità ha preannunciato che nei prossimi giorni risponderà agli «argomenti, obiezioni e perplessità» manifestati «in tono serio e pacato» dall'organo vaticano. Si è aperto, dunque, un dibattito di grande rilievo. Per questo motivo abbiamo «girato» i quesiti vaticani a Luciano Gruppi, direttore dell'Istituto di studi comunisti «P.Togliatti», la scuola delle Frattocchie in cui si formano i «quadri» del pei. Gruppi è, forse, il più ascoltato dirigente comunista nel campo teorico e culturale. Domanda: — Quali sono per il pei «i limiti ammissibili nella lettura e nell'utilizzazione critica dell'insegnamento marxiste», come domanda la nota vaticana? Gruppi: «Berlinguer ha rivolto non solo un certo discorso al mondo cattolico e alle gerarchie della Chiesa, ma ha anche voluto precisare per noi stessi quale deve essere la natura di un partito della classe operaia. Un partito si definisce per il proprio programma e soltanto per esso. Chi aderisce al pei accetta quel programma e questo soltanto. Ciò non significa che la politica del pei si riduca a semplice empirismo: una politica deve sempre sostanziarsi di un contenuto teorico e culturale. Tale contenuto nel pei si riferisce all'analisi che Marx sviluppò del sistema capitalistico». — Ma resta sempre una specifica visione del mondo? «Certo, il marxismo comprende anche una visione immanentistica, ma questo non significa che il partito che si avvale per la sua analisi del metodo e dei concetti di Marx debba far proprie anche le conclusioni immanentistiche, perciò atee del suo pensiero. Questo non appartiene alla natura del partito. E poiché anche l'analisi marxista della società non è dogmatica, ne consegue che può sempre essere sottoposta al più libero e aperto esame critico». — La nota vaticana domanda se l'interpretazione dell'articolo 5 dello statuto del pei, data da Berlinguer; sia «riduttiva» o «ambigua» «Premetterei che spetta al congresso discutere sullo statuto. Aggiungerei che la formula "marxismo-leninismo", rimasta nell'articolo 5 per forza d'inerzia, è stata da noi abbandonata da molto tempo. Togliatti non la usò più e preferì parlare del marxismo e del leninismo per evitare l'impressione di una dottrina conclusa e definitiva. Credo di capire che Berlinguer si riferisca al marxismo c^me teoria della società capitalistica e della sua trasformazione socialista, e non al marxismo come concezione generate del mondo. In questo senso deve essere inteso l'articolo 5. Chi accetta il nostro programma, accoglie naturalmente anche la nozione di classe sociale, di lotta di classe, di imperialismo. Ciò significa che debba essere ateo? Ci può essere chi nega l'esistenza dell'imperialismo ed è ateo e ci può essere il sacerdote cattolico Camilo Torres fhe muore combattendo contro l'imperialismo. E' nostro compagno il sacerdote Camilo Torres». — La nota vaticana giudica «inconciliabili o difficilmente conciliabili con una genuina ispirazione cristiana» altri aspetti della teoria e della prassi marxista, oltre all'ateismo... «Che il marxismo come "fllosifia" implichi l'ateismo e sia in questo ambito inconciliabile col Cristianesimo è fuori discussione. Affermia- slcrsgntMsldBdsiprcsqlttvlcddmmprtmnnDpzsmidsmo. però, la necessità del più- \ ralismo culturale che si manifesta al di là della politica dei partiti. Quanto agli "altri aspetti", non riesco granché a vedere come siano inconciliabili se ci si riferisce all'analisi economica e politica, e non Illa "filosofia" predetta. Anzi, vi sono valori di affermazione della persona umana su I cui comunisti e cattolici pos- i sono incontrarsi, come lungo tempo sosteniamo». — Le discriminazioni dei credenti nei Paesi socialisti rispondono, come dice l'Osservatore romano, a una «legge» del marxismo-leninismo? «Dove queste discriminazioni avvengono sono in contraddizione con il pensiero di Marx e di Lenin che, pur essendo critici della religione, la considerarono espressione di una determinata realtà so- da cìale e, perciò non superabile con provvedimenti amministrativi. Aggiungiamo qualche cosa di sostanziale: che oggi la coscienza religiosa, verso la quale è inutile confermare il massimo rispetto del pei, può manifestarsi anche nella lotta per una società più libera e più giusta, socialista. In Italia non si difende né si sviluppa la democrazia, non si avanza verso il socialismo e non lo si costruisce, senza la partecipazione diretta delle masse popolari cattoliche e, quindi, sema il pieno rispetto delle istituzioni e delle convinzioni religiose». — E' possibile che il pei, senza snaturarsi, «si spogli delle caratteristiche totalizzanti ed egemonizzanti», come chiede la nota vaticana? «Osserverei che tutta la politica di ampie alleanze democratiche che conduciamo, lo spirito con cui siamo andati all'accordo programmatico fra i sei partiti, indicano che non abbiamo una concezione totalizzante, ma pluralistica della democrazia. Non ci proponiamo come partito egemo¬ ne, ma affermiamo che la classe operaia — in tutte le sue istituzioni e organizzazioni, tra le quali esistono quelle cattoliche e socialiste — deve assumere una funzione dirigente per realizzare un largo schieramento di forze sociali e politiche che sviluppino la democrazia e la portino verso il socialismo. Il pluralismo comporta uno sviluppo della concezione gramsciana dell'egemonia che già Gramsci intendeva come direzione e conquista del consenso». — Per lei la chiarificazione fra marxisti e cattolici è «non facile, se non impossibile», come scrive la nota vaticana? «E' certo non facile. Tuttavia ha fatto da oltre dieci anni importanti passi avanti. Lo stesso contenuto e tono dell'articolo deZrOsservatore Romano ne è la prova. Sono convinto che essa può progredire ancora, soprattutto se preoccupazioni di ordine temporale — che, pure, sono legittime e vanno attentamente considerate — non si mescoleranno al confronto ideale». Lamberto Fumo

Luoghi citati: Italia, Roma