Il regno dell'uomo di Carlo Cassola

Il regno dell'uomo CASSOLA SI BATTE PER IL DISARMO Il regno dell'uomo Su La Stampa del 15 ottobre scorso, l'ammiraglio Francesco Maugeri in. un articolo di terza pagina motiva la propria opposizione alla mia proposta del disarmo unilaterale dell'Italia. Mi sia permesso di ribattere le sue affermazioni, non solo a nome mio, anche da parte dei numerosi amici e compagni che partendo dalle più varie matrici ideologiche e politiche stanno adoprandosi per conseguire tutti insieme quest'obiettivo comune. Si tratta dunque di uno sforzo non per la formazione di un ennesimo gruppo politico ma di un punto di aggregazione e d'incontro per i gruppi politici già esistenti e, più in generale, per tutti gli uomini di buona volontà: per tutti coloro, insomma, che, stanchi di far solo discorsi, vogliono passare all'azione, e a un'azione che abbia qualche possibilità di successo. Ora, la condizione prima del successo, è che una causa possa essere sposata dal maggior numero possibile di persone: nel caso di cui stiamo parlando, si tratta di un'azione che, se portata a termine, rappresenterebbe una svolta nella lunga vicenda dell'umanità, in Italia e nel mondo. L'Italia subito, e in seguito anche il mondo, cambierebbero la propria fisionomia se fossero eliminati gli apparati militari e fossero abbattute le frontiere. Naturalmente, come tutte le azioni audaci, questa, che è la più audace di tutte, presenta un margine di rischio: ma noi crediamo che valga la pena di correrlo quando la partita in corso non lascia ormai altra alternativa. Da una parte infatti ci sono la sicura fine del mondo a una scadenza molto prossima e, nel frattempo, la miseria garantita alla stragrande maggioranza degli abitanti del pianeta, siano individui, gruppi sociali o interi popoli: anche se l'ammiraglio Maugeri lo nega: per la verità, nega solo il primo corno del dilemma; del secondo non parla esplicitamente, anche se dice che « purtroppo è necessaria, ancor oggi (...) una organizzazione della propria sicurezza (...) della quale le forze armate sono l'elemento principale ». Dall'altra parte c'è un futuro riacciuffato all'ultimo momento dal genere umano; e un futuro luminoso, perché l'eliminazione degli apparati militari e l'abbattimento delle frontiere, è, sarebbe la riforma più rivoluzionaria di ogni tempo, il cambiamento più radicale del vecchio ordine di cose. Dopo il mondo non sarebbe più lo stesso: e l'avventura dell'umanità sarebbe aperta ai più clamorosi sviluppi. Direi che dopo comincerebbe finalmente il « regno dell'uomo ». Liberato dal peso più gravoso mai dovuto sopportare, liberato dalla preoccupazione più grande che abbia mai gravato il suo animo, l'uomo, avendo dato finalmente un ordinamento civile e non belluino ai rapporti tra i popoli, sarebbe finalmente in grado di realizzare qualsiasi conquista. Ecco perché ci opponiamo a quanti, come l'ammiraglio Maugeri, vorrebbero trattenerci negli angusti, irragionevoli e suicidi confini del mondo attuale. Ma ricapitoliamo prima, com'è mio dovere, il discorso di Maugeri. Premesso che « la vita delle nazioni si svolge in lotta accanita, che non ha mai tregua e che è normalmente condotta con l'impiego delle armi » e anche ammesso « che il voto di Cassola sia esaudito » (non solo mio, ammiraglio!), l'Occidente verrebbe ad esserne pericolosamente indebolito, e nel vuoto causato dalla defezione militare dell'Italia si getterebbero le due superpotenze, provocando, forse, « il nuovo conflitto mondiale giustamente temuto e deprecato ». Giacché la chiave di ogni conflitto passato e futuro è, secondo Maugeri, il Mediterraneo, « naturale maglia di congiungimento » tra l'Atlantico e il Pacifico. D'altra parte un futuro conflitto non va temuto troppo, perché l'arma atomica non è affatto una minaccia per la sopravvivenza del genere umano: « un nuovo conflitto (...) rassomigliera (...) a quelli di prima... ». Ora su questo punto Einstein, Russell e tutti i maggiori scienziati del nostro tempo si sono espressi in termini opposti. «O l'umanità distruggerà gli armamenti, o gli armamenti distruggeranno l'umanità » scrivevano Einstein e Russell in una dichiarazione comune del 1955: riassumendo efficacemente il dilemma posto all'umanità già dieci anni prima dall'inizio dell'era atomica: o la fine della divisione del mondo o la fine del mondo. Maugeri invece crede che non ci sia niente da cambiare nell'attuale ordinamento del mondo e che si possa andare avanti cosi, all'infinito, con un mondo diviso e che continua a dividersi; e di conseguenza con nuove guerre, che saranno si distruttive, ma non rappresenteranno un pericolo per la sopravvivenza del genere umano. Allora gli domando: gli allarmi di Einstein e compagni erano dunque ingiustificati? E' possibile credere che gli scienziati non capiscano niente di scienza? A chi dobbiamo credere, agli scienziati o agli ex ammiragli e ai governanti che le armi le terrebbero solo per figura? Ho l'impressione che Maugeri concepisca il mondo come una festa mondana, a cui non si può andare senza il relativo abito di cerimonia. Analogamente, un popolo farebbe cattiva figura se partecipasse alla vita del mondo senza gli armamenti e le frontiere. C'è un punto del discorso di Maugeri su cui invito i miei compatrioti a riflettere. Giacché anche ammesso e non concesso che il suo ottimismo atomico sia giustificato, una cosa è certa, e la si può capire anche leggendo il suo articolo: in caso di guerra tra le due superpotenze, noi italiani morremmo tutti, dal primo all'ultimo. Giacché Maugeri sostie- ne che il predominio del Me- diterraneo assicura il dominio del mondo; e abbiamo serio motivo di temere che i suoi colleghi russi e americani la pensino come lui. In caso di guerra, la contesa per il Mediterraneo diverrebbe dunque furibonda: e ci andremmo di mezzo proprio noi. L'Italia diverrebbe un campo di battaglia, esattamente come nel 1943-'45. Stavolta però non avremmo solo Marzabotto: tutta l'Italia diverrebbe una sola Marzabotto, grazie alle bombe atomiche che Maugeri si ostina a credere che siano confetti. Carlo Cassola

Luoghi citati: Cassola, Italia, Marzabotto