Per i fatti alla ignis 48 in aula a Venezia di Giuliano Marchesini

Per i fatti alla ignis 48 in aula a Venezia Per i fatti alla ignis 48 in aula a Venezia (Dal nostro inviato speciale) Venezia, 17 ottobre. Dovranno entrare in un'altra aula di tribunale, domani, quarantotto tra operai e sindacalisti chiamati a rispondere della reazione all'assalto di una squadra fascista davanti ai cancelli dello stabilimento «Ignis» a Gardolo di Trento, dove furono accoltellati due lavoratori. Sono accusati di «sequestro» nei confronti del deputato regionale missino Andrea Mitolo e di un rappresentante della Cisnal, Gastone Del Piccolo, fatti marciare alla testa di un corteo con dei cartelli appesi al collo. Questo lungo, tormentato processo rievoca anche il clima di tensione che gravava sulla vita di Trento, le intimidazioni e le violenze che il fascismo andava inflìggendo a questa città, evidentemente nel quadro di quella strategia che mirava a sconvolgere diversi centri del Paese. Il 30 luglio del 1970, davanti allo stabilimento di Gardolo comparve un «manipolo nero» composto di picchiatori di varia provenienza: la spedizione aveva lo scopo di imporre all'interno della fabbrica un'assemblea della Cisnal, tenacemente contestata dalle centinaia di lavoratori democratici. I componenti la squadracela erano armati di spranghe, di bastoni, di catene, e qual- cuno era disposto ad usare anche il coltello. Di fronte agli operai che facevano cerchio sul piazzale dello stabilimento, scattarono i saluti romani, si levarono grida. Poi, le aggressioni. Nel tumulto, due lavoratori crollarono a terra, feriti a coltellate. La reazione degli operai fu immediata, sull'onda dell'emozione per quell'ennesimo episodio di squadrismo. Mentre i due feriti venivano trasportati all'ospedale, si formò un corteo che s'allungò verso il centro della città. Davanti a tutti, camminavano sospinti dai manifestanti Andrea Mitolo e Gastone Del Piccolo, che in piazza Duomo ricevettero due cartelli da reggere al collo, con la scritta: «Siamo fascisti, oggi ab biamo accoltellato due operai della "Ignis": questa è la nostra politica pro-operai». La colonna proseguì fino all'ospedale, infine raggiunse la questura, dove i lavoratori intendevano consegnare i due esponenti missini, quali «arrestati». La vicenda, che si trascinò in un'atmosfera greve, sfociò nel rinvio a giudizio del gruppo folto di operai e sindacali sti. Il processo cominciò a Trento nel dicembre del '74, ma dopo una serie di udienze i giudici ritennero che il clima non fosse adatto per lo svolgimento di quel dibattito: invano la difesa insistette perché il processo andasse avanti nella città in cui centinaia di lavoratori avevano vissuto una drammatica giornata. La questione venne sottoposta alla Corte di cassazione, che infine ha deciso di affidare questo dibattimento alla magistratura veneziana, per «legittima suspicione». E una denuncia presentata dai difensori degli operai nei confronti di Mitolo e Del Piccolo, per ricostituzione del partito fascista, è stata archiviata: il giudice ha sentenziato che non vi era alcuna prova che gl'imputati avessero ricostituito il partito fascista il giorno 30 luglio 1970. Il procedimento per i «fatti della Ignis» è già stato al centro di un incontro a livello nazionale di rappresentanti delle forze sindacali, giovedì scorso a Roma. Questo pomeriggio, a Mestre, s'è tenuta una conferenza-stampa alla quale hanno preso parte Flavio Grubissa, della Federazione unitaria, Giorgio Cavanna e Giovanni Fineo, responsabili sindacali per il comitato politico - giuridico di «gestione» del processo. E ha preso posizione, energicamente, anche il Consiglio generale della Federazione lavoratori metalmeccanici di Venezia, che ribadisce la propria protesta per il trasferimento del dibattito: giudica la decisione ingiustificata e anticostituzionale, «in quanto limita gravemente i diritti della difesa e sottrae il processo al controllo e alla partecipazione dei democratici trentini». «In un momento delicato della società italiana, nel quale assistiamo ad un attacco alle libertà democratiche da parte di un ritorno neofascista — è detto in una nota diffusa dalla Firn — è grave che si prosegua su una linea processuale che non ricerca le vere responsabilità del clima di tensione presente nel nostro Paese». Giuliano Marchesini

Persone citate: Andrea Mitolo, Del Piccolo, Flavio Grubissa, Gastone Del Piccolo, Giorgio Cavanna, Giovanni Fineo, Mitolo

Luoghi citati: Roma, Trento, Venezia