Un teatro a Parigi per autori italiani
Un teatro a Parigi per autori italiani L'iniziativa di un torinese Un teatro a Parigi per autori italiani (Nostro servizio particolare) Parigi, 17 ottobre. A pochi metri dalla «Torre» di Montparnasse, in uno stanzino che era servito per anni come sede dell'«Esercito della salvezza» è nato nei giorni scorsi il «Teatrino», che con molto entusiasmo e fra tante difficoltà si propone di diventare una «struttura fissa» nel magma teatrale parigino, con la particolarità di presentare al pubblico, in lingua francese, commedie e riduzioni per il teatro di autori italiani, classici, moderni, d'avanguardia. Animatore del «Teatrino» è Attilio Maggiulli, torinese poco più che trentenne, che rispolverando la vecchia figura del «capo-comico» funge da regista, arrangiatore di testi e per necessità anche interprete in una mini-compagnia formata quasi essenzialmente di donne. La prima stagione del «Teatrino» è stata aperta dai Ragionamenti dell'Aretino nella traduzione e adattamento che fu di Guillaume Apollinare. A questa prima opera seguirà un adattamento delle Lettere dal carcere di Gramsci e in gennaio Donna amata dolcissima di Giovanni Arpino. Perché il «Teatrino» per autori italiani? Maggiulli, e la sua ridotta ma entusiasta équipe, sono convinti che a Parigi esiste uno «spazio» permanente per il teatro italiano, al di là di quelle incursioni più o meno rapide ed episodiche delle «grandi compagnie», dei «grandi interpreti», che per un numero ristretto di rappresentazioni riempiono naturalmente il teatro. In questo panorama, il «Piccolo» di Milano costituisce un caso limite: dall'anno scorso ha iniziato un impegno triennale all'Odeon dove sta riscuotendo un entusiastico successo. Ma Strehler e il «Piccolo» non limitano la loro «presenza» parigina al repertorio italiano, accanto a Goldoni presentano Cecov, Shakespeare, Brecht. L'istituto italiano di cultura, a Parigi, ha «prestato» le sedie, un impresario teatrale i proiettori, altri qualche costume, infine Maggiulli si è improvvisato imbianchino e arredatore: in capo a qualche settimana di lavoro il vecchio stanzone dove si radunavano vecchi beoni e sbandati raccolti dall'«Esercito della salvezza» si è trasformato in una sala da spettacolo. p. pat.
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