Nel sud Monferrato rinasce lenta la vita
Nel sud Monferrato rinasce lenta la vita Nel sud Monferrato rinasce lenta la vita Il nostro inviato ci telefona da Ponzone: itinerario del cronista tra le terre devastate dall'alluvione si spinge oggi alle estreme propaggini del Basso Monferrato, quasi al confine con la Liguria, attraverso le zone della Comunità Montana di Cartosio, Cavatore, Ponzone, Morbello, Cassinelle, Molare, Bandita. In queste colline tormentate e scoscese, sopra le valli del torrente Erro e del Visone, il diluvio d'acqua ha causato dieci giorni or sono innumerevoli frane e ostruito strade, danneggiando gravemente abitazioni, terreni coltivati, opere pubbliche: un paesaggio di una bellezza aspra e dolce, fertile per la zappa del contadino come per il turismo agiato dell'estate e dei primi giorni d'autunno, che oggi si presenta improvvisamente deturpato da un'esplosione di forze naturali. In basso, il letto dei torrenti è un cimitero disordinato, colmo di tronchi d'albero, pezzi d'asfalto e brandelli di cemento strappati alle case più Dicine, resti di masserizie, mucchi di fango. Salendo verso Cavatore e Ponzone, dove la furia delle acque ha lasciato posto alla forza paurosa della terra in movimento, si viaggia lungo le strade spesso divorate a metà dagli smottamenti, tra grovigli convulsi di alberi, canneti, vigne ancora ricche di frutti da cogliere. Più su, oltre Ponzone, e poi ridiscendendo verso Morbello e Grognardo, ci sono tratti d'asfalto bloccati da enormi frane, crepe e cunette che sembrano eruzioni improvvise, abitazioni invase dal fango. Il cielo è di nuovo grigio, minaccia di riprendere a piovere: altra acqua sulle forze e stili'economia di questa gente — già tanto provata — potrebbe significare il colpo di grazia. A Cavatore, praticamente ogni famiglia ha subito danni alle cose o alle colture. Nel nostro primo intervento in questo comune consegniamo sette milioni e 200 mila lire a ventitré famiglie tra le più colpite, come contributo per superare le prime difficoltà. Al sindaco, che ci riceve in tuta da lavoro infangata dopo un sopralluogo nelle frazioni, spieghiamo che l'offerta dei lettori ha innanzitutto un senso di fraterna solidarietà. « Vi ringrazio ancora a nome di tutti — ci risponde — e non solo per il significato urna, no della generosità dei lettori de I La Stampa. Anche il contributo concreto ha il suo peso: neppure si speravamo, ma abbiamo tentato comunque di indicare le famiglie più colpite perché non diventasse dispersivo. Qui nessuno possiede troppo, rispetto alle sue esigenze. A Ponzone c nelle sue frazioni (forse il territorio più esteso della Comunità montana) la Giunta chiede altri due giorni di tempo per verificare la situazione. Oltre ai danni gravissimi subiti dalle opere pubbliche ci sono danni a case e colture non ancora accertati, in frazioni rimaste isolate fino a ieri. Mercoledì torneremo ad incontrare le famiglie più col¬ pite di questa zona perché — nel rispetto della volontà dei lettori — nessun paese coinvolto in questo dramma deve essere dimenticato. Da Ponzone a Morbello, il giro vizioso causato dalle interruzioni stradali mostra un campionario desolato dì ferite causate dall'alluvione. C'è un camion che carica a fatica un vitello dopo aver manovrato a lungo nel pantano della strada, le ruote che slittavano rabbiosamente nel fango; un'intera famiglia, di padre, madre e tre bambini, trascina lentamente il mobilio fuori dalla casa accerchiata da muri di fango; il trattore che torna con due misere ceste di grappoli d'uva supera con precauzione le crepe di una stradina sconvolta. Nello sforzo silenzioso attraverso cui si tenta di riprendere la vita normale appare tutta la pazienza contadina, una rassegnazione quasi atavica In località Valle di Morbello due giovani sposi, Giovanni Parodi e la moglie, hanno perso per una frana parte della casa appena riattata, il trattore, mobili ed attrezzi: a loro e ad altre sei famiglie del comune abbiamo consegnato somme della sottoscrizione dei lettori. Roberto Reale
Persone citate: Giovanni Parodi
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