Scorsese, il regista di De Niro da «Mean streets» a La Motta

Scorsese, il regista di De Niro da «Mean streets» a La Motta Incontro a Roma col cineasta italo-americano Scorsese, il regista di De Niro da «Mean streets» a La Motta (Nostro servizio particolare) Roma, 14 ottobre. Corporatura minuscola, barba nera, assonnato, Martin Scorsese (regista di Mean Streets, Taxi driver, New York New York; era oggi da Roma: due ore prima di partire da Los Angeles aveva finito di montare la sua ultima fatica, un film musicale, The Last Waltz ^L'ultimo valzer; realizzato in diretta a San Francisco durante il concerto d'addio di un gruppo rock, « The Band », che dopo sedici anni di tournée in tutto il mondo ha deciso di fermarsi. « Un concerto — dice Martin Scorsese — che per la notorietà della banda rappresenta a mio avviso la fine di un'epoca che era cominciata a Woodstock. Ed io questo "concerto-storico" l'ho ripreso per intero, sei ore, con sette "camere": e dalle dodici ore di materiale filmato ho ricavato un film che dura quasi due ore ». Al concerto, che si è tenuto a San Francisco nel novembre del '76, e precisamente il « giorno del ringraziamento» (Thanksgiving Day), sono intervenuti per festeggiare la banda-rock moltissimi ospiti illustri: Bob Dylan, Joni Mitchell, Neil Diamond, Neil Young, Van Morris, Muddy Waters, Eric Clapton e Ronnie Hawkins. Dopo New York, New York, tra un impegno cinematografico e l'altro, Martin Scorsese ha scritto anche una commedia musicale, «L'atto», per Liza Minnelli: un musical che è attualmente in prova a Los Angeles e che tra una settimana debutterà a Broadmay. « E' la storia, ambien¬ tata a Las Vegas, di un'attrice — spiega Scorsese — che sebbene abbia imparato nell'arco della sua carriera a vivere da sola, il giorno che decide di abbandonare il cinema risposa il primo marito ». Una vicenda nella quale si ritrovano punti in comune con il comportamento del personaggio interpretato dalla stessa Minnelli nel film New York, New York. Nei programmi di Martin Scorsese c'è, per l'inizio del prossimo anno, un altro film centrato sulla vita dell'ex pugile campione del mondo dei pesi medi Jake La Motta ed anche in questo caso, come è già avvenuto per Mean Streets, Taxi driver e New York, New York, il protagonista sarà Robert De Niro. « De Niro — sottolinea il regista — è un attore con il quale mi intendo senza parlare. Siamo vecchi amici. Con lui lavoro dai tempi di Mean Streets, ma personalmente l'avevo conosciuto alcuni anni prima attraverso Brian De Palma che è stato il primo a portare De Niro sullo schermo con un film The Wedding Party che in Italia non è mai arrivato ». Sul momento felice, nel cinema d'oltreoceano, per i registi e gli attori con nomi italiani (Coppola, De Palma, Stallone, De Niro, Pacino, ecc.), Martin Scorsese è del parere che sia un fenomeno casuale. « Non esiste una scuola cinematografica di estrazione italo-americana — precisa — e poi se si esamina come ognuno di noi ha cominciato non si trova un punto in comune. Così come non ritengo che il cinema di noi italo-americani sia stato influenzato dalle opere di registi italiani. Per quanto mi riguarda due sono le "opere" nelle quali identifico il meglio del mio cinema: Mean Streets e Italianamerican, un documentario sui miei genitori e sulle loro origini siciliane che ho girato a sedici millimetri nell'arco di sei ore. E' un documentario che dura poco meno di un'ora e che vorrei venisse proiettato anche in Italia ». « I miei nonni — aggiunge Martin Scorsese — erano nati in un paese del nord della Sicilia, del quale non ricordo però il nome; mia madre è nata a New York, ma ha rischiato di venire al mondo sulla nave che trasportava nel 1910 negli Stati Uniti i suoi genitori! ». Ernesto Baldo Martin Scorsese