L'accordo Israele-Usa reso pubblico da Dayan

L'accordo Israele-Usa reso pubblico da Dayan In sei punti l'intesa con Washington L'accordo Israele-Usa reso pubblico da Dayan Gerusalemme, 13 ottobre. Iniziativa a sorpresa del ministro degli Esteri israeliano Moshe Dayan che per ribattere alle accuse rivolte al governo dall'opposizione ha reso oggi di dominio pubblico il «documento di lavoro» concordato la settimana scorsa a Washington con il presidente Carter. Al documento, che pone le basi per la riconvocazione della conferenza di pace di Ginevra, aveva dato il suo assenso due giorni fa il governo Begin. Il « pacchetto » che Dayan ha oggi strenuamente difeso in sede di dibattito parlamentare, si articola in sei punti che il ministro degli Esteri ha enunciato in quest'ordine: 1) Gli arabi saranno rappresentati a Ginevra da un' unica delegazione che comprenderà anche i palestinesi. Dopo la seduta inaugurale la conferenza dovrà articolarsi in « gruppi di lavoro »; 2) I gruppi di lavoro saranno formati come segue: un primo gruppo da Egitto e Israele, un secondo da Giordania e Israele, un terzo da Siria e Israele, un quarto dai rappresentanti libanesi e da quelli israeliani (tutte le parti hanno accettato che anche il Libano partecipi alla conferenza qualora ne faccia richiesta); 3) Il problema della Cisgiordania e di Gaza sarà discusso nell'ambito di una commissione di lavoro di cui faranno parte Israele, Giordania, Egitto e arabi palestinesi; 4) La soluzione del problema dei profughi arabi e dei profughi israeliani sarà discussa nel rispetto di una serie di clausole che dovranno essere concordate; 5) Base della trattativa alla conferenza di pace di Ginevra saranno le risoluzioni 242 e 338 del Consiglio di Sicurezza dell'Orni; 6) Rimangono in vigore tutte le clausole alle quali ci si è finora riferiti a proposito della conferenza di pace di Ginevra. Accettando questo documento — ha spiegato Dayan alla Keneseth — Israele non ha rinunciato a nessuno dei suoi principi fondamentali; in altre parole non ritornerà ai confini che aveva nel 1967 prima di conquistare i territori arabi; rimane fermo il « no » alla nascita di uno Stato palestinese autonomo; Israele inoltre, ha aggiunto Dayan, non accetterà che al « documento di lavoro » siano apportati cambiamenti tali da consentire la partecipazione dell'Olp, in quanto tale, alla conferenza. « Non c'è niente in questo documento che contraddica gli obiettivi finali di Israele: continuare ad occupare la sponda occidentale del Giordano con gli stessi diritti dei palestinesi e considerare il Giordano, per motivi di sicurezza, confine del settore orientale ». La tesi di Dayan non è stata condivisa da Shimon Peres, esponente di primo piano dell'opposizione. «Israele — ha sostenuto l'ex ministro degli Esteri — ha in realtà accettato di trattare separatamente con una delegazione palestinese e ciò costituisce un radicale mutamento di rotta rispetto alla precedente posizione ». Nel confutare la tesi della opposizione Dayan ha rivelato di aver messo a punto insieme a Carter un protocollo aggiuntivo che chiarisce alcuni dei punti principali contenuti nel documento. Il protocollo in questione assicura ad Israele che nessun esponente dell'Olp siederà al tavolo della conferenza di Ginevra e che Israele non dovrà negoziare la pace con la delegazione panaraba. Il grosso della trattativa sarà effettuato Stato per Stato, ha precisato Dayan. E' stata quindi votata una mozione presentata dallo stesso ministro degli Esteri che ha chiesto la conclusione del dibattito: la mozione è stata approvata con 41 voti favorevoli, 28 contrari e sette astensioni. Era assente il primo ministro Begin, dimesso martedì dall'ospedale e tuttora convalescente a casa. (Ap)