Ripresa del processo Curcio forse a Torino in primavera di Claudio Cerasuolo

Ripresa del processo Curcio forse a Torino in primavera Restano numerose e gravi difficoltà da superare Ripresa del processo Curcio forse a Torino in primavera Dal 26 ottobre al 9 novembre si svolgeranno tre dibattimenti contro estremisti rossi e neri con eccezionali misure di sicurezza: sono quasi prove generali per il giudizio al capo delle "Br" Tre processi per violenza politica sono in ruolo a Torino, nei prossimi giorni, a brevissima scadenza l'uno dall'altro. Il 26 ottobre si presenteranno in corte d'assise i brigatisti Giorgio Semeria, 26 anni; Franco Brunelli, 32 anni; Michele Galati, 25 anni; Marco Fasoli, 23 anni e Luigi Pedilarco, 32 anni, tutti accusati di costituzione di banda armata. Il 7 novembre in cor- te d'assise d'appello inizierà il dibattimento di secondo grado per le trame nere ordite da Salvatore Francia e i suoi complici. Due giorni dopo, il 9 novembre, nuovamente in corte d'assise, sarà chiamata a rispondere di partecipazione all'organizzazione eversiva la professoressa del Politecnico, Adriana Garizio. Non è stato semplice istruire questi processi e non sarà facile celebrarli. L'attività di tutti gli uffici giudiziari sarà intralciata. Gli addetti ai lavori, magistrati, cancellieri, giudici, avvocati, periti, filtreranno con difficoltà attraverso i cordoni dei servizi d'ordine. In quei giorni il tribunale sarà in pratica quasi paralizzato. Per prevenire attentati all'interno del palazzo di giustizia sarà presa ogni precauzione. Ma nulla impedisce ai brigatisti, o agli ordinovisti di Francia, di scatenare all'esterno la strategia della tensione. Un'alta personalità politica torinese suggerisce una sorta di «mobilitazione democratica» per impedire che nella zona del palazzo di giustizia l'ordine sia turbato da terroristi o loro fiancheggiatori. Se la giustizia non uscirà sconfitta da questa prova, potrà affrontare con maggiori probabilità di successo un appuntamento ben più difficile: la ripresa del processo alle Brigate rosse. «Nel mese di gennaio saremo in grado di indicare nei decreti di citazione il luogo di celebrazione del processo, indicazione prevista dalla legge, pena la nullità», dice il presidente della corte d'assise, Guido Barbaro. Non vi sono dunque problemi per il luogo dove celebrare il processo. I conti per stabilire la data bisogna farli dall'inizio del 1978. La prima sessione dell'assise (gennaio-febbraio) è purtroppo già «bruciata». Per il giorno 16 gennaio è fissato il processo per il sequestro-omicidio dell'industriale di Cuorgné, Mario Ceretto (24 imputati e una sessantina di testimoni). Il dibattimento impegnerà la corte per il resto della sessione. Nella seconda sessione (marzo-aprile) dovrebbe essere fissato a Milano il primo processo ai Gap (Gruppo armati proletari) di Feltrinelli e Lazagna. Perlomeno una decina di imputati (tra i quali Curcio, il luogotenente Ferrari e altri componenti il «gruppo storico» delle «Br») dovrebbero comparire contemporaneamente davanti ai giudici delle due città. Per maggio-giugno, infine, sono fissate le elezioni amministrative e si ricadrebbe nel clima di vigilia elettorale che servì così bene alle Br per far saltare il processo nel maggio del 1976. L'unica possibilità sembra essere quella di non far coincidere i processi di Milano e Torino. E' proprio per questa ragione che si sono svolte in questi giorni riunioni al vertice in tribunale tra il presidente Prosio, il presidente dell'assise Barbaro, e il commissario straordinario per il consiglio dell'Ordine, onorevole Badini Confalonieri. Nessuno si sbilancia a fare dichiarazioni ma tutti si augurano di poter celebrare il processo in primavera. Superati i problemi della data e del luogo per la ripresa del processo, restano tutti gli altri ostacoli che hanno finora impedito l'inizio del dibattimento. Il primo inconveniente da eliminare era il meccanismo troppo macchinoso di nomina dei giudici popolari. Fu proprio la defezione dei giurati, che all'ultimo mo- merito non se la sentirono di affrontare i brigatisti, a far saltare il processo per la seconda volta nel maggio scorso. «L'ostacolo è in parte superabile», ammettono sia il presidente del tribunale Prosio, sia il presidente dell'assise Barbaro. Si può fissare il processo delle «Br» come primo dibattimento della sessione e in quel caso è possibile sostituire i giudici popolari ammalati o assenti fino all'esaurimento dei 700 giurati effettivi e dei 700 supplenti. «Cosa che non si fece nel maggio scorso — ricorda Barbaro — perché si era soliti far precedere l'appuntamento più importante da qualche processo di poco conto per dar modo ai giudici popolari di fare un po' di rodaggio». Nulla è stato fatto per risolvere il problema dei legali degli imputati che rifiutano qualsiasi tipo di difesa, tecnica, d'ufficio o di fiducia che sia. Come si ricorderà, la cor¬ te d'assise di Torino ha respinto la tesi di alcuni consiglieri dell'Ordine che sostenevano il diritto all'autodifesa dei brigatisti. Il Consiglio degli avvocati è dimissionario. Le elezioni sono fissate per il 7 novembre. Ma il 31 dicembre il consiglio dell'Ordine dovrà essere sciolto per legge L'enorme lavoro dell'unica corte d'assise di Torino e la paralisi provocata nella normale attività della corte dai processoni di violenza politica avevano consigliato l'istituzione di una seconda corte dovrà essere sciolto per legge, rimasto tale. Se si celebreranno i processi per il sequestro-omicidio Ceretto e «Brigate rosse», tra la sessione di gennaio e quella di maggio, la corte d'assise di Torino non potrà giudicare nessun altro imputato. Vorrà dire che i cosiddetti imputati comuni, quelli che non violano la legge per «motivi ideologici», dovranno avere molta pazienza. Claudio Cerasuolo

Luoghi citati: Francia, Milano, Torino