Cee: è in pericolo l'industria tessile
Cee: è in pericolo l'industria tessile Negoziati per le importazioni Cee: è in pericolo l'industria tessile (Dal nostro corrispondente) Bruxelles, 12 ottobre. Sono in corso a Bruxelles i negoziati tra la Comunità europea e molti Paesi del mondo esportatori di tessili per definire il regime di importazione della Comunità per i prossimi quattro anni. L'industria tessile europea si sente minacciata di estinzione: tra il 1973 e il 1976, 438 mila posti di lavoro del settore sono andati perduti nei nove Paesi comunitari. Nella sola Italia, 52 mila persone hanno perso l'impiego a causa della concorrenza straniera. Nella Germania federale il numero è ancora più alto: 178 mila posti persi. In media l'importazione de: tessili nella Cee è aumentata del 25 per cento in tre anni e quella dei capi di abbigliamento del 61 per cento. La bilancia commerciale nel settore dei tessili è passiva per la Comunità di un miliardo e 238 milioni di dollari. E' naturale quindi che la Comunità stia cercando di correre ai ripari per salvare quel che resta dell'industria tessile europea. I rappresentanti della Cee, in sede di «accordo Multifibre», hanno già fatto notare nel novembre del 1976 che in due anni le importazioni comunitarie sono aumentate del 42 per cento contro la media dell'8 per cento degli altri Paesi industrializ- zati e che la Cee ha assorbito il 72 per cento dell'aumento delle importazioni dei Paesi industrializzati. La percentuale delle importazioni totali per la Comunità è quindi passata dal 33 al 39 per cento. Questo aumento rapido e senza precedenti delle importazioni ha coinciso con un ristagno e talvolta con una riduzione della domanda dovuto alla recessione generalizzata in Europa, il che non era previsto ai tempi degli «accordi Multifibre» che rende assai più difficile il problema della riconversione dell'industria tessile nella Cee. Non è stato quindi raggiunto quello che si definisce lo «sviluppo ordinato» degli scambi per evitare i perturbamenti dei mercati per cui la Comunità vuole modificare l'accordo Multifibre (Amf). Si deve quindi riesaminare l'effetto cumulativo delle importazioni totali da qualsiasi provenienza come criterio dì perturbazione del mercato, assieme all'evoluzione della domanda interna. Si devono anche riesaminare le disposizioni che fissano i livelli di restrizioni alle importazioni autorizzate quando questi livelli aumentano a dismisura. In conclusione, la Commissione desidera risolvere il problema mediante negoziati bilaterali con i Paesi esportatori, definire i suoi obiettivi e il modo con cui raggiungerli, con la possibilità di derogare sulla base di accordi reciproci a certe disposizioni dell'accordo Multifibre. Se una soluzione a questi problemi sarà raggiunta, la Cee è pronta a firmare il 15 dicembre un accordo sulla riduzione dell'accordo Multifibre a partire dal 1 gennaio 1978. E' necessario che l'accordo sia raggiunto entro la fine di novembre affinché il Consiglio dei ministri approvi il futuro regime delle importazioni dei tessili nella Cee che entrerà appunto in vigore all'inizio dell'anno. La Comunità è in grado di offrire ai Paesi esportatori un tasso di aumento del 6 per cento per la globalità delle loro esportazioni. In cambio dell'aumento moderato, la Comunità si impegna a garantire la stabilità delle importazioni e a non prendere misure restrittive unilaterali. Si vuole anche creare un sistema di sorveglianza e di controllo del flusso di importazioni di tessili provenienti da qualsiasi Paese, a partire dal 1 gennaio 1978. r. p.
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