Il jazz di «passaggio»

Il jazz di «passaggio» Il jazz di «passaggio» Accanto alla grande industria discografica che tuttavia tende a incanalare i propri prodotti nei fdoni di maggiore consumo (la musica pop e quella lirica), i produttori indipendenti, — americani ed europei —, hanno trovato nel pubblico dei jazzisti un'attenzione un tempo insospettabile. Nascono così la «Horo» a Roma, la «Enja» a Monaco di Baviera, la «Steeplechase» a Copenaghen ecc., etichette battagliere e pronte a cogliere l'occasione offerta anche dal musicista di passaggio: gli si improvvisa un contratto e lo si porta in studio a registrare. E' accaduto così per il nuovo disco di Shepp pubblicato dalla Enja. Il celebre sassofonista si trovava in Germania per tenervi alcuni concerti. Quelli della Enja ne registrarono uno, quello che si svolgeva a Norimberga il 14 maggio dello scorso anno. Shepp ascoltò il « master », gli piacque e si accordò con il produttore. Quel concerto ora è un disco e si intitola Steam. Archie, accompagnato dal bassista Beaver Harris e dal bassista Cameron Brown, esegue tre brani: Solitude (che dura 11 minuti e 48 secondi), Steam (10' e 13") e A message from Trane (18' e 56"). La registrazione è eccellente (accade spesso con i dischi in arrivo dalla Germania) e — come tutti gli album « dal vivo » — offre all'ascoltatore l'opportunità di entrare più direttamente nel lavoro estemporaneo del musicista di jazz. Dalla Danimarca, la «Steeplechase» tenta il «lancio» di un grande trombettista della scuola « Bebop », Idrees Sulieman, afroamericano, 54 anni. Quello di Idrees è veramente un caso a sé nella storia del jazz. Stimato come un maestro dai colleghi, non ha ottenuto invece il riconoscimento della critica. Un giorno si decise a lasciare l'America per l'Europa. Con il titolo Now is the time incide ora finalmente il primo disco a suo nome. E' in eccellente compagnia accompagnato da Billy Higgins alla batteria, da Cedar Walton al piano e da Sam fones al basso. Fedele a se stesso, alla sua generazione, al suo stile (Idrees fu tra i primi bebopper), il Sulieman di oggi esegue un jazz apparentemente facile, a volte quasi intimistico perché non è certo un virtuoso del sopracuto tale da perforare i timpani all'uditorio. Il suo lavoro si volge tutto all'interpretazione delle risorse armoniche offerte dal brano che qui viene sezionato con un lirismo quasi crudele. Il suo è un jazz autentico, essenziale. Per alcuni sarà una sorpresa, per altri un tuffo all'indietro, con nostalgia. f. mond.

Persone citate: Beaver Harris, Billy Higgins, Cameron Brown, Cedar Walton, Shepp

Luoghi citati: America, Copenaghen, Danimarca, Europa, Germania, Monaco Di Baviera, Norimberga, Roma