I primi soccorsi alle famiglie di Acqui, Bistagno Castelletto d'Erro, Riverita, Visone e Cremolino

I primi soccorsi alle famiglie di Acqui, Bistagno Castelletto d'Erro, Riverita, Visone e Cremolino I primi soccorsi alle famiglie di Acqui, Bistagno Castelletto d'Erro, Riverita, Visone e Cremolino Il nostro inviato ci telefona da Orsara Bormida: Neppure un giorno dopo l'apertura della sottoscrizione tra 1 lettori, già ottanta famiglie colpite dall'alluvione nella zona di Acqui Terme hanno ricevuto un primo aiuto in denaro. La solidarietà di migliaia di piemontesi è giunta — attraverso « La Stampa » — ad agricoltori, artigiani, pensionati di Acqui, Terzo, Bistagno, Castelletto d'Erro, Rivalta Bormida, Strevi, Orsara Bormida, Visone, Prasco, Oremolino. In qualche comune il cronista ha cercato, porta per porta, chi più aveva perso nel mare di fango e d'acqua durante i giorni passati; per altri centri, quando possibile, si - fatto ricorso a graduatorie stilate dalie Giunte a tempo di record. Ma è soltanto l'inizio: nei centri ancora Isolati, nelle pieghe più nascoste delle valli, si celano ancora distruzioni, do¬ lore e lacrime spesso nascoste. Qui, ad Orsara Bormida, le frane attorno al centro abitato non si contano più. Anche stamani, alle cinque, preceduta da un boato improvviso, una valanga di massi s'è abbattuta a pochi metri dall'abitazione di due anziani coniugi, Luigia e Giovanni Marenco, svegliandoli di soprassalto. A tardo pomeriggio, la donna sta ancora seduta su uno di quei massi, come svuotata, e mormora tra le lacrime: « Basta, mio Dio, basta! Quando finirà tutto questo? Non ce la faccio a tra scorrere ogni notte nella paura ». Un terrore che ha cominciato a scavare negli animi venerdì sera, sotto il diluvio, mentre il rio Rovanello e la Bormida straripavano, « Qui, nel borgo superiore — ricorda il sindaco. Luigi Vacca — sembrava di trovarsi al centro di un terremoto. Sono saltati i tom¬ bini e l'acqua è scesa a torrenti da fenditure delle colline lungo le vie del paese. All'improvviso siamo rimasti senza luce, telefoni, alta tensione. Ogni dieci minuti boati impressionanti annunciavano nuove frane attorno ai cascinali: una notte da incubo. Ed ora siamo qui, con pochi mezzi, senza camion e ruspe, a fronteggiare decine di richieste dì intervento urgente ». Da quella notte di venerdì, Orsara Bormida s'è svegliata ferita a morte, forse più di ogni altro centro della zona. Cinquecento milioni di danni alle strade, 250 alle abitazioni private (con un edificio crollato e 14 ordinanze di sgombero), due miliardi di danni alle colture (vigneti distrutti al 60 per cento e seminative sommerse al 90 per cento) rappresentano, In sintesi, le conseguenze disastrose dell'alluvione. In questa drammatica situazione la solidarietà dei lettori de « La Stampa » è stata accolta con gratitudine dalle prime famiglie che hanno ricevuto un aluto. « Una goccia preziosa in un mare di necessità — hanno detto —, tanto più necessaria quando tutto viene di colpo a mancare ». Anche a Strevi, dove 24 famiglie segnalate dal Comune hanno ricevuto fondi della sottoscrizione, i danni del maltempo si calcolano in miliardi. Per lo straripamento del rio Crosto e del Bormida sono andati distrutti vigneti e colture, serre, interi filari di alberi, mentre 11 fango ha invaso decine di abitazioni e una frana ha reso pericolante un'ala del ricovero per anziani. Lungo un itinerario di desolazione abbiamo portato altri aiuti a Rlvalta Bormida, dove i campi della zona pianeggiante appaiono ridotti a deserti di melma; a Terzo e Castelletto d'Erro, che con¬ tano numerose abitazioni pericolanti; a Bistagno, dove la piena del Bormida ha cancellato piccoli poderi e orti che costituivano la risorsa maggiore L'ultima tappa di questo viaggio tra le rovine dell'alluvione, ad Acqui, ha permesso soltanto di consegnare un primo aluto a contadini, artigiani, titolari di piccole officine che nel disastro del maltempo si som visti privare dell'unica fonte di sostentamento. Domani, grazie alla generosità dei lettori, potremo tornare in queste zone per consegnare — con altre somme di denaro — una testimonianza di solidarietà Roberto Reale La collina è franata: della vigna, unica fonte di guadagno, non c'è più traccia, si sono salvate solo poche cose

Persone citate: Castelletto, Giovanni Marenco, Luigi Vacca, Visone