Il mais in ritardo per il maltempo di Bruno Pusterla

Il mais in ritardo per il maltempo Il mais in ritardo per il maltempo Il particolare andamento climatico di quest'anno, caratterizzato da temperature medio-basse ed anche decisamente basse, da scarsa luminosità e da piogge frequenti e battenti, ha finito per condizionare lo svolgimento del ciclo vegetativo del mais, allungandone la durata oltre misura, tanto che tipi delle classi 600-700 si presentavano in notevole ritardo a 130-140 giorni dalla semina. Ovviamente la situazione appariva meno praoccupante per gli ibridi medio-precoci (110-120 giorni dalla semina), I vantaggi dei quali sono apprezzabili proprio in annate come questa. Comunque sia chiaro che l'andamento climatico influirà sul risultato produttivo globale, anche se nel mese di settembre le temperature sono state abbastanza favorevoli. Il ritorno del maltempo di questi giorni sicuramente avrà effetti negativi più marcat' sulla maturazione della granella, quindi I risultati per I mais a ciclo lungo potranno essere anche peggiori di quelli già preventivati dagli esperti. Dal punto di vista della produzione maidicola globale l'aumento di superficie del 20 per cento circa — conseguenza dell'impossibilità, sempre a causa delle piogge, di provvedere per tempo alle semine del grano nell'autunno dello scorso anno — dovrebbe comunque far registrare una produzione totale di mais nel nostro paese superiore a quella dello scorso anno in misura ragguardevole (si fanno ipotesi di 20 milioni di quintali in più), con vantaggi notevoli a livello di bilancia di pagamenti, anche se il 1977 non sarà »l'anno del mais» come tutto lasciava presagire. Evidentemente non si era tenuto conto del fatto che l'andamento climatico avverso In svariate regioni poteva perdurare p atlcamenti per l'intera annata agraria. L'estensione della maiscoltura avrebbe potuto In magg'or misura agevolare l'attività zootecnica che per quanto concerne l'alimentazione risente da un lato delle conseguenze economiche delle massicce importazioni di mais e dall'altro dell'Impossibilità di avantagglarsl dell'erba pascolata come avviene nei Paesi del Centro e del Nord Europa. Questa Impossibilità riguarda chiaramente l'allevamento bovino che potrà superare il condizionamento solo avendo a disposizione una notevole massa di unità foraggere a costo relativamente modesto come soltanto il mais può fornire. In tale senso la genetica ha dato e continua a dare apporti veramente determinanti, mettendo a disposizione dell'agricoltura ibridi più produttvi e più resistenti alle avversità ed agli attacchi parassitari, maggiormente indicati per il nostro ambiente climatico, ma anche meglio rispondenti alle esigenze di meccanizzare tutte le operazioni colturali. DI ciò si è avuta riprova visitando alcuni dei camp' dimostrativi che le ditte produttrici di seme Impiantano ogni anno nelle diverse zone maidicole. In uno di tali campi, organizzato dalla Asgrow, è stato possibile avere la conferma della validità del noto ■AS X 58» e prendere conoscenza del risultati di tre nuove varietà: «R X 80» (Ibrido di 135 giorni da granella, ma adatto anche per trinciato); »R X 73» da granella e da trinciato; «R X 90» capace di ottenere la massima esposizione delle parti verdi alla luce, avendo le foglie apicali erette e quelle basali piegati verso terra. Altri campi dimostrativi che hanno evidenziato le caratteristiche di cui dovrebbe essere dotata ogni varietà di mais sono stati quelli della Dekalb: si è infatti osservato come le varietà XL 12 (105 giorni), X L 41 (120 giorni). X L 48 (125 giorni) e XL 68 (130 giorni) rispondano, ognuna per la propria classe di appartenenza, alle caratteristiche indispensabili per II buon esito della coltura. DI altre varietà sarà possibile parlare ! in presenza di dati precisi, ma al ' di là delle indicazioni circa questo o quell'Ibrido, sta la realtà di sviluppare la maiscoltura in chiave decisamente avanzata per favorire la migliore riuscita dell'attività zootecnica. Bruno Pusterla

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