Si è presentato il "supertestimone e il magistrato lo accusa di omicidio di Silvana Mazzocchi
Si è presentato il "supertestimone e il magistrato lo accusa di omicidio Le indagini a Roma per l'assassinio di Walter Rossi Si è presentato il "supertestimone e il magistrato lo accusa di omicidio Roma, 8 ottobre. Si è presentato alla procura il «supertestimone» ricercato in merito all'episodio di violenza missina accaduto martedì scorso, durante il quale dalla sezione del msi-Balduina un giovane biondo ha sparato ed ucciso il militante di «Lotta continua», Walter Rossi. Il teste si chiama Giampiero Rubei, ha 35 anni ed è iscritto alla sede missina del quartiere Monteverde. Al termine del suo interrogatorio, il giudice istruttore Pasquale Nostro, gli ha notificato una comunicazione giudiziaria per concorso nell'omicidio. A fare il nome di Rubei erano stati gli stessi testimoni missini ascoltati dalla magistratura dopo l'assassinio. Avevano detto che sul luogo del delitto, a", momento dell'uccisione di Rossi, si trovava anche un loro «camerata», di nome Giampiero. L'uomo sarà interrogato di nuovo lunedì e la sua testimonianza sarà determinante anche ai fini del riconoscimento di Enrico Lenaz, il missino per il quale ieri è stato chiesto il mandato di cattura per l'omicidio di Walter. Lenaz resta in carcere; sulla sua posizione i magistrati stanno svolgendo accertamenti. Questo pomeriggio il giudice Nostro si è recato a Canta- lupo del Sannio, in provincia di Isernia, per controllare l'alibi di Lenaz. Il missino, quando fu arrestato martedì scorso, aveva sostenuto che il giorno dell'uccisione di Rossi, egli si trovava a Cantalupo e sarebbe stato visto da quattro persone tra cui il padre di una sua amica. Subito dopo. Pasquale Nostro metterà a confronto Lenaz con i quattro giovani che affermano di averlo riconosciuto come il giovane biondo che venerdì 30 settembre sparò contro Walter Rossi uccidendolo e poi, a bordo di un motorino «Benelli», ritornò sul luogo per ascoltare i commenti. Dalla tragica uccisione del giovane di «Lotta continua», l'inchiesta sulle azioni sq.uadristiche compiute a Roma dai missini negli ultimi mesi si va allargando; il procuratore capo della Repubblica, Giovanni De Matteo, ha deciso di prendere in esame tutti i rapporti di polizìa esistenti sulle gesta dei neofascisti romani per vagliare se esistono responsabilità di dirigenti del msi, dei membri del comitato centrale o dello stesso segretario del partito, Giorgio Aimirante. Un rapporto dettagliato sull'uccisione di Rossi sarà consegnato a De Matteo lunedì mattina dal capo dell'ufficio politico, Umberto Improta. Vi sono contenuti quaranta nomi dì altrettanti missini — per la grande maggioranza iscritti alla sezione della Balduina — e tutti vengono denunciati per «ricostituzione del partito fascista». Nell'e sporre gli ultimi episodi di cui i missini sono stati prota¬ gonisti, Improta chiede per cinque di loro il «soggiorno obbligato». Un secondo rapporto è in preparazione negli uffici della polizia; riguarda le sezioni del msi di via Assarotti e di via Livorno, riaperte l'altro ieri per ordine della magistratura. Nel documento saranno contenute notizie sugli aderenti missini delle due sedi e la cronaca dettagliata di tutti gli episodi di squadrismo che sono partiti dalle due sezioni nell'ultimo anno. Il rapporto potrebbe portare la magistratura a disporre di nuovo la chiusura delle sedi. Questo pomeriggio è stata deposta una lapide in memoria di Walter Rossi, proprio nel punto in cui il giovane è caduto assassinato, di fronte alla sezione del msi-Balduina da dove è partito l'omicida. «Perché la vita non lo trovasse morto e la morte lo trovasse vivo», vi si legge. Cinquecento giovani aderenti a «Lotta continua» e ai comitati di quartiere, amici di Walter e compagni di studi hanno assistito alla deposizione della lapide al centro di un'aiuola fiorita. Un giovane ha fatto un breve discorso ed ha ricordato il delitto. A sorvegliare la lapide è rimasto un presidio di compagni di Walter Rossi. Silvana Mazzocchi
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