Il dramma della gente nelle terre alluvionate

Il dramma della gente nelle terre alluvionate Il dramma della gente nelle terre alluvionate (Dal nostro inviato speciale) Ovada, 8 ottobre. Cronaca di una giornata nelle terre alluvionate dell'Alessandrino tra strade interrotte e franate, rovine, desolazione. Un disastro le cui dimensioni crescono di ora in ora. Il nostro viaggio inizia alle otto sotto un cielo gonfio di nuvolaglia bassa e minacciosa. E' piovuto tutta la notte. La popolazione ha faticato a prendere sonno. Incombente il pericolo di altre frane, smottamenti e crolli. In decine di comuni del Monferrato è mancata la luce, interrotte le comunicazioni telefoniche, isolati interi paesi. Si aspettava con ansia questo giorno, ulteriori ondate di pioggia avrebbero compromesso la già precaria situazione generale e i lavori di ripristino iniziati quasi subito dopo la grande piena di fiumi e torrenti. Percorriamo la provinciale Alessandria - Acqui. E' transitabile, ci segnala la polizia stradale. Pochi chilometri ed ecco i primi segni del desolante spettacolo. Le terre inzuppate d'acqua non riescono a smaltire i rovesci di pioggia che flagellano la zona. Dovunque gente che cerca di liberare cantine e seminterrati allagati. La popolazione non attende aiuti e soccorsi da autorità o dal personale del pronto intervento. Lavora da sola, con secchi, pale, vanghe. Maniche rimboccate. I più fortunati dispongono di idrovore, preziose in questi frangenti come il pane. Intere famiglie si rifiutano di lasciare i cascinali con il bestiame e la roba dentro. Lavorano tutti, compresi vecchi e bambini. Ecco le prime colline del Monferrato che prendono il colore delle rossastre foglie dei vigneti. Gonfi grappoli d'uva reclamano d'essere vendemmiati, invitano ad allungare una mano. La strada è un continuo susseguirsi di rivoli e rivoletti che si scaricano in rii e torrenti, preesistenti o formatisi in questi due giorni. All'orizzonte, grigio tetro, sembra l'imbrunire. La pioggia è battente. Arriviamo ad Acqui Terme con le strade ridotte a ruscelli. Dai carabinieri, confortanti notizie sulle persone che ieri mancavano all'appello. Si temeva soprattutto per quattro giovani di cui mancavano notizie. Si sono fatti vivi. Si chiamano: Emilio Spaggiari, Antonino Piana, Antonella Puppo, Paolo Zonino. Fonogrammi con i loro nomi erano stati trasmessi a tutte le stazioni dei carabinieri della zona. Apprensione, invece, per un quarantenne di Cassinelle, Alfredo Dogali, introvabile dal giorno 6. La città termale è rimasta senza acqua potabile tutta la notte, si prevede che il servizio possa essere ripristinato entro domani. In alcuni quartieri è mancata la luce. Esclusi danni a persone. I senzatetto, una decina, hanno pernottato in albergo a spese del Comune. Tre case sono crollate a Cremolino, una a Molare, una a San Luca, un'altra a Olbicella. In Municipio, ad Acqui, è una continua sfilata di persone che segnalano allagamenti, frane, chiedono pane e viveri. Ponzone e Cartesio sono isolati, impossibile arrivarci per le strade normali. Ci vorrebbe l'elicottero, ma le condizioni del tempo sono proibitive, la visibilità troppo scarsa. Proseguiamo per Ovada, una delle zone più sinistrate. Ovunque alberi divelti dalla violenza delle acque, vigneti rasi al suolo, fanghiglia, rovine. Ecco Morsasco, Rivalta Bormida, Prasco. In frazione Piaze c'è un contadino, Luigi Parodi, che contempla affranto il suo vigneto spazzato via. Rimane niente. «Dovevo vendemmiare domani», dice. La sua cascina è premuta da una frana. «Spero che si salvi almeno quella», aggiunge senza convinzioneLungo la strada la gente ci sconsiglia dal proseguire: «E' tutta una frana, è pericolosa, nessuno può transitare per Ovada». Ancora un chilometro, ed ecco, alle porte di Cremolino, la prima interruzione. Una voragine s'è aperta sull'asfalto, che sembra essere stato sbocconcellato da enormi fauci fameliche. Il manto stradale sembra il volto rugoso di un centenario. Il tecnico dell'Arias alza la paletta dell'«alt»: non si passa. L'autista, Giovanni Artuffo, e il fonografo, Mario Solavagtsiuii'*. ,n ...ogai.v di lasciarci prose* uire : per raggiungere Ovat'a non c'è altra via libera. Suppliche inutili. L'autista pigia sull'acceleratore, c'è da raccomandarsi l'anima. L'auto ha una impennata, riusciamo a superare l'ostacolo, tra i presenti che si mettono le mani nei capelli. Volgiamo lo sguardo a destra, e il paesaggio potrebbe essere da cartolina illustrata, se non ci fossero in lontananza quelle grige distese d'acqua, quelle nuvole basse che lambiscono le colline. Scendiamo verso Molare. Solite scene. Sulle strade, ruspe e pfcpnrCdfcclmr pale meccaniche, a rimuovere fango e cataste di alberi. Anche a Molare mancano acqua potabile, luce, telefono e pane. In giornata è previsto l'arrivo di dieci quintali di pane ad Ovada, due a Molare e a Cremolino. Ma non si sa bene da dove possano arrivare i rifornimenti, visto che le vie di comunicazione sono impraticabili. Nei negozi, la gente fa la fila per acquistare acqua minerale, grissini, biscotti, latte, pile elettriche e batterie. Ma per quanto potranno durare le scorte? La gente allarga le braccia. Ad Ovada, lo spettacolo più terrificante: il ponte sulla Stura che immette sulla Ge- nova-Voltri è stato spazzato via come un fuscello, rimangono due tronconi alle estremità. Le acque minacciose della Stura si sono mangiate una fetta della stessa strada e alcuni prati adiacenti al letto normale. Curiosi sostano lungo le sponde, ammutoliti. Attorno, un paesaggio da bombardamento, alberi sradicati, pali della luce piegati, voragini, detriti, carcasse d'auto. Nelle prime ore del pomeriggio Ovada è rimasta pressoché isolata. Dall'autostrada Alessandria-Ovada-Voltri potrebbero transitare gli automezzi d'emergenza (in mattinata è arrivato un primo rifornimento di pane per ospe¬ dali ed istituti), ma alle 14 un tratto ha dovuto essere chiuso per lo straripamento di un torrente. Gli abitanti di Rossiglione, Belforte e Predosa sono irraggiungibili. Le radio private continuano a rivolgere pressanti appelli alla popolazione, a nome delle autorità sanitarie. «Invitiamo le famiglie a ingerire solo acqua bollita. C'è pericolo di epidemie». «La situazione è sotto controllo, non è il caso di diffondere notizie allarmistiche». I Municipi di tutti i Comuni promuovono incontri d'emergenza per le prime urgenti necessità. Guido J. Paglia Un autotreno precipitato sulla ferrovia vicino alla stazione di Serravalle Scrivia (Foto F. De Angelis La Stampa)