Madre uccide l'unico figlio e s'avvelena

Madre uccide l'unico figlio e s'avvelena Tragedia in un elegante appartamento di Lungo Po Antonelli 13 Madre uccide l'unico figlio e s'avvelena Due anni fa era rimasta coinvolta con il bimbo che adorava in un tremendo incidente stradale - Lunghe operazioni, sei mesi di degenza, il viso sfigurato: aveva ripreso la solita vita con molto coraggio - Ultimamente temeva di avere un cancro - Ha detto a un'amica: "Vado avanti finché posso, poi mi ammazzo "-In ospedale: " Volevo portare Chicco con me nella tomba " Una madre ha ucciso li tiglio ili 13 anni avvelenandolo con 1 barbiturici ed un'iniezione poi ha tentato di uccidersi bevendo la stessa pozione propinata al ragazzo. Ma e stata soccorsa dal marito, appena rientrato in casa, che l'ha portata alle Molinette. Guarirà In pochi giorni. Al medici la donna ha mormorato: « Volevo portarlo con me nella tomba; gli volevo tanto bene, non potevo lasciarlo solo ». Teatro della tragedia l'elegante appartamento, al quinto piano di lungo Po Antonelli 13, dove il medico chirurgo Teresio Rlgola, 47 anni abitava con la moglie Giuseppina Vlsmara, milanese, 43 anni e l'unico figlio, Giuseppe, detto Chicco, di 12 anni. Una famiglia unita, all'apparenza t'elice. Teresio, stimato professionista, sanitario dell'Atm e della Fiat, esponente della vita politica, da poco aveva abbandonato 11 psdi passando al partito socialista. Nei '60 aveva sposato Giuseppina. Dopo cinque anni, lungamente atteso e desiderato, era nato Chicco. I genitori si sono dedicati a lui anima e corpo. L'autunno di due anni fa un tremendo incidente infrange la serenità della famiglia: madre e tiglio sono travolti da un carro funebre davanti al cimitero: la donna, che era alla guida della sua « Mini », viene ricoverata in fin di viti al Cto, con gravi fratture e li viso sfigurato. Chicco invece era stato ferito solo leggermente. Per la madre, lunghi mesi di letto, ripetuti Interventi e dolorosissime Ingessature, stampelle. Giuseppina guarisce lentamente, ma non è più quella di prima: sprofonda a poco a poco nell'angoscia, si isola in una cupa solitudine. Finisce col dedicarsi interamente al figlio con un affetto esclusivo, morboso, quasi disperato. « Ormai viveva soltanto più per lui — dicono alcune amiche — sembrava che null'altro la interessasse al mondo». Credeva di avere un cancro. Negli ultimi mesi la donna diventa ancora piti chiusa, non si confida neppure più con 11 marito. L'Idea folle di ammazzarsi con il figlio deve cominciare a roderla, nessuno del familiari o degli amici intuisce perù quanto sia profonda la sua angoscia. Giuseppina deperisce, le cure non cancellano dal suo volto il pallore. « Lascia perdere — dice spesso al marito — tanto è tutto inutile. Sto male, lo so che per me non c'è più nulla da fare. Ma non mi lamento, la vita non mi attrae. Non trovo più gioia, l'unico affetto che mi lega ancora a questa terra è Chicco ». Fa lunghe passeggiate con 11 bimbo sul Murazzi, i vicini la vedono sempre camminare assorta, triste, mano nella mano di Giuseppe. Parlano sommessi Insieme, di cose gravi. Sempre più spesso la madre accenna al mistero della morte, come obbedendo all'oscuro desiderio che ormai l'ossessiona. « Un giorno — rac¬ conta un'amica — ha dal ragazzo una risposta straziante». Dice Chicco: « Sai, mamma, la morte non mi fa paura ». E aggiunge, alludendo all'Incidente d'auto: « Ho già Imparato a morire ». Il ragazzo frequenta la seconda media all'Istituto del Fratelli di via Lodovica: l'altra mattina la madre va ad aspettarlo all'uscita, nell'attesa par¬ la con la mamma di un compagno di Chicco. II discorso verte sul programmi scolastici, ad un tratto Giuseppina sbotta passandosi una mano davanti agii occhi: « E' brutto vivere, 10 cerco di farcela finché posso: ma so già che presto dovrò arrendermi ». La donna trascorre la giornata di Ieri in casa: cupa, silenziosa. 11 dott. Rlgola esce per lavoro, i la moglie ne approfitta per meti tere In atto 11 suo folle progeti to. Chiama Chicco, gli mostra un blcchierone colmo di sclropI po di lampone. Lo convince a bere. Chicco senza sospetti Inghiotte in un sorso il liquido. Una pozione mortale: la madre l'ha avvelenato, con una massiccia dose di barbiturici. Con la lucidità della pazzia Giuseppina attende che 11 figlio sprofondi nell'Incoscienza, lo distende nel suo Iettino. E gii pratica ancora un'iniezione di Luminal. Il veleno compie la sua opera distruttrice nel silenzio dell'appartamento. Dal sonno alla morte: Chicco muore cosi, senza neppure accorgersene. La madre si accerta che la vita non sia più nel corplcino, poi si chiude In cucina, beve 11 resto dello sciroppo avvelenato, si sdraia sul pavimento. Alle 21,15 rincasa li marito. L'alloggio è immerso nel buio. «Chicco, Chicco. Giuseppina, ma dove slete?». Le parole si perdono nel silenzio. Il dottor Rlgola sente II cuore gonfiargli In petto, In cucina scorge li corpo delia moglie, lo solleva, corre disperato In auto alle Mollnette. Qui la donna ha un barlume di coscienza, mormora: « Volevo andarmene e portare anche Chicco con me ». Solo a questo punto il dott. Rlgola intuisce tutta la verità: torna a casa a precipizio e nella camera del figlio scopre 11 corpo di Chicco. Ma per il bimbo, ormai, non ci sono più speranze. Servizio di Renato Romanelli, Claudio Giacchino, Massimo Boccaletti. Giuseppina Rigola, all'arrivo in ospedale, continuava a mormorare il nome del bimbo - La casa di Lungo Po Antonelli 13: la tragedia si è svolta in un alloggio al 5° piano

Persone citate: Antonelli, Claudio Giacchino, Giuseppina Rigola, Giuseppina Vlsmara, Massimo Boccaletti, Renato Romanelli, Teresio Rlgola