"Il materialismo occidentale più insidioso del marxismo,, di Lamberto Furno

"Il materialismo occidentale più insidioso del marxismo,, Primo bilancio del Sinodo dei vescovi "Il materialismo occidentale più insidioso del marxismo,, Città del Vaticano, 6 ottobre. Il materialismo pratico dell'Occidente è più insidioso per la fede cristiana della stessa filosofia marxista dell'Est. Questa denuncia senza precedenti è scaturita dal primo bilancio del Sinodo mondiale dei Vescovi, tratto stamane — sulla base di 141 interventi in sei giorni — dal cardinale di Colonia Joseph Hoeffner e dall'arcivescovo di Liverpool, Derek Worlock. Fra le altre gravi difficoltà alla catechesi (maturazione della fede) vengono l'ateismo degli Stati marxisti, la crisi della Chiesa, il rifiuto soprat tutto da parte dei giovani del «senso del peccato» e della morale cattolica, la richiesta di un maggiore impegno dei credenti nel campo della giustizia sociale. Per esempio, 1200 giovani hanno scritto a Paolo VI lamentando «di non contare nella Chiesa», ha rivelato il superiore delle scuole cristiane fratei Basterrechea. Il quadro delineato dai due esponenti del Sinodo indica che i vescovi analizzano con coraggio e penetrazione la difficile realtà, scorgendo qualche luce fra tante ombre; una ripresa della catechesi familiare e comunitaria, una ricerca di risposte ai fini ultimi dell'uomo, la richiesta soprattutto degli africani di «incarnare» il Vangelo nella cultura locale, radicalmente diversa da quella occidentale. Il primo pericolo, secondo i Vescovi, è il cosiddetto «secolarismo», cioè il porre la fede nell'uomo al posto della fede in Dio, fenomeno che provoca indifferentismo, agnosticismo e ateismo specialmente nell'Occidente consumistico. «Questa fede nel progresso della scienza e della tecnica, però, incomincia ad essere scossa», ha aggiunto il card. Hoeffner. L'altro pericolo è «l'ateizzazione programmata», come l'hanno definita alcuni vescovi dell'Est europeo: 10 Stato offre privilegi a persone e istituti che diffondono l'ateismo, mentre discrimina i credenti nella scuola e nel lavoro. Il relatore Degenhardt — ha ricordato Hoeffner — ha deplorato che i trattati sulla libertà di coscienza non siano rispettati «da determinati Stati che pure li hanno firmati». Il Sinodo, se farà un documento, non potrà trascurare questo problema. Il terzo pericolo è la confusione dottrinale che provocano alcuni testi di religione e alcune teorie teologiche nelle quali le soluzioni sociologiche rimpiazzano i dati di fede e «si dimenticano certe verità e certi comandamenti di Dio, come ad esempio quelli relativi alla i morale sessuale». Secondo i vescovi, ha aggiunto il porporato, la catechesi deve svolgersi «nella Chiesa e con la Chiesa», sviluppando l'azione nelle scuole pubbliche e dove ciò non sia possibile battendo altre vie, ma sempre «cercando l'uomo dove si trova» e dando la pre ferenza ai giovani e agli oppressi. «La miseria del Terzo Mondo è una difficoltà alla salvezza». Un panorama ispirato a britannica precisione è stato fornito dall'arcivescovo di Liverpool, sulle esigenze presentate al Sinodo dai vescovi dei cinque continenti. «La voce più chiara e uniforme è venuta dall'Africa», ha detto. Ed è la richiesta di rispettare le culture indigene nella catechesi: richiesta fatta propria dal generale dei gesuiti, Arrupe, il quale ha sostenuto che 11 «secolarismo» è frutto anche di una «fede concettuale, non incarnata nella realtà». Dall'America del Nord sono emerse preoccupazioni per la fede in un mondo di benessere che accentua, però, la solitudine. Dall'America Latina si è chiesto che la Chiesa s'impegni nella giustizia sociale, ma anche che l'ortodossia e il magistero siano meglio rispettati dai leaders e animatori dei giovani. L'Asia ha portato i valori trascendenti della religione e due vescovi hanno citato l'impegno degli induisti e dei buddisti, chiedendo addirittura: «Emuliamo l'esempio buddista dei tre mesi di formazione in un monastero prima di ricevere il sacramento del matrimonio». In Europa le famiglie e le comunità cattoliche devono «controbattere le spinte secolarizzanti», occorrono «un più esplicito insegnamento morale», una catechesi scolastica e l'uso dei mass-media (mons. Andrea Deskur, presidente della pontificia commissione per le comunicazioni sociali, ha preannunciato un convegno specializzato a Monaco di Baviera in novembre). Un giornalista ha domandato al card. Hoeffner se l'esortazione dei vescovi di Saigon e Huè ai fedeli di impegnarsi per la nuova società socialista, valga anche per i credenti dei Paesi occidentali in transizione «dal capitalismo al socialismo». La risposta è stata: «Il Concilio raccomanda ai cristiani di collaborare alla edificazione della società, ma questa disponibilità non può trascurare un elemento importante, cioè quando lo Stato impedisce la possibilità di esercitare la propria fede». Chiuso il dibattito generale, da sabato il Sinodo si divide in undici «circuii mino^es» o gruppi di studio. Lamberto Furno

Persone citate: Andrea Deskur, Arrupe, Degenhardt, Derek Worlock, Paolo Vi

Luoghi citati: Africa, America Del Nord, America Latina, Asia, Città Del Vaticano, Europa, Liverpool, Monaco Di Baviera, Saigon