Il Sid conosceva già da due anni la banda fastista dei sequestri di Silvana Mazzocchi

Il Sid conosceva già da due anni la banda fastista dei sequestri Anche a Taranto il "servizio,, diventerà protagonista? Il Sid conosceva già da due anni la banda fastista dei sequestri Il tribunale acquisisce un'informativa nella quale furono registrati gli incontri di Martinesi, imputato chiave, con numerosi e noti esponenti dell'eversione nera Taranto, 5 ottobre. E' diventato quasi un rito, nelle aule di giustizia dove compaiono i fascisti, il Sid finisce puntualmente con l'occupare il ruolo di protagonista. Così è successo anche oggi, per la seconda udienza del processo per il sequestro del banchiere Luigi Mariano, compiuto nel luglio del '75 da un gruppo di fascisti con la complicità della mafia calabrese. Il tribunale ha deciso di acquisire agli atti una informativa dei servizi segreti nella quale, due anni fa, vennero registrati gli incontri che Luigi Martinesi (imputatochiave, ex federale missino e anello di collegamento con l'estremismo nero) ebbe nei primi mesi dello stesso anno con numerosi personaggi dell'eversione fascista. Scopo dichiarato di quel fermento di riunioni e di contatti era, per ammissione dello stesso Martinesi, la creazione di « Milizia rivoluzionaria », un movimento di « duri », che si sarebbe dovuto finanziare con sequestri di persona e le rapine. Del gruppo che rapì Mariano, oltre Luigi Martinesi, ex sostituto dell'avvocato Clemente Manco, allora deputato missino, faceva parte Pierluigi Concutelli, ritenuto l'omicida del giudice romano Vittorio Occorsio. C'è dunque il sospetto che se il Sid, a conoscenza delle gesta di Martinesi già dall'inizio del '75, fosse andato in fondo alla sua indagine, e il movimento eversivo fosse stato stroncato sul nascere, il « comandante militare » Concutelli non avrebbe potuto portare a termine il barbaro assassinio. L'informativa dei servizi segreti, comunque, è destinata ad avere in questo processo un ruolo determinante. Appena preso atto della sua acquisizione, il p.m. Giuseppe Lamanna ha chiesto che vengano ascoltati come testi tutti i personaggi citati dall'anonima fonte del Sid. Dalle loro deposizioni spera di ricavare elementi per risalire ai mandanti del sequestro Mariano, a coloro, cioè, che nel '75 programmarono di autofinanziare le azioni eversive fasciste con i soldi estorti nei sequestri di persona. Il presidente del tribunale, Angelo Maggi, si è riservato di decidere. Nella lista dei testimoni richiesti ci sono nomi illustri, ricavati dall'appunto del Sid: da Adriano Tilgher, leader di « Avanguardia nazionale », che Martinesi avrebbe incontrato a Roma il 19 febbraio e il 6 marzo '75, a Massimiliano Fachini, neofascista di Padova, amico di Franco Fre- da, con il quale l'ex federale del msi si sarebbe visto a Venezia il 10 febbraio di quell'anno, insieme con Liliana Rossi e con Franco Alberini, l'avvocato che attualmente difende lo stesso Martinesi in questo processo. Alberini compare anche in relazione agli incontri che Martinesi avrebbe avuto a Catanzaro, alla fine del gennaio di due anni fa, durante le poche udienze del processo per la strage di piazza Fontana. In quell'aula di corte d'assise, Martinesi entrò perché era il sostituto dell'avv. Clemente Manco, allora difensore di Franco Freda. A Catanzaro, secondo il Sid, Martinesi ebbe ripetuti incontri con il capo locale di « Avanguardia nazionale », Totò Benefico, con Silvano Mancuso e con l'avvocato Mario Niglio, all'epoca difensore di Stefano Delle Chiaie. Nella lista dei testi richiesti ci sono anche Rita Cardone, fidanzata di Franco Freda, Tonino Acquaviva e Trigona Liborio, fascisti locali, e Nini Del Prete, ex federale missino di Bari. Il p.m. ha sollecitato inoltre lo svolgimento di indagini particolari su alcuni versamenti bancari per la somma di 11 milioni che Martinesi fece sul suo conto corrente durante gli stessi mesi e sui viaggi aerei che in quel periodo egli compì a Roma, Torino, Milano e Venezia. Accertamenti specifici sono stati richiesti sui contatti che Martinesi instaurò nell'aula di corte d'assise di Catanzaro con Franco Freda, di cui, secondo il Sid, il fascista di Brindisi subì immediatamente il fascino e l'influenza « ideologica ». Se le richieste del p.m. Lamanna venissero accolte, si creerebbe immediatamente un grosso problema di incompatibilità. L'avvocato Franco Alberini, infatti, difende Martinesi, ma Mario Niglio è il legale di Pierluigi Concutelli, accusato, nel sequestro Mariano, di aver incassato il riscatto ed ora processato a parte grazie allo stralcio operato lunedi scorso, durante la prima udienza. E' stato, paradossalmente, lo stesso avvocato Alberini a chiedere al tribunale di acquisire l'informativa del Sid, che il legale — attualmente difensore di Freda — aveva rintracciato un mese fa negli atti del processo di Catanzaro. L'aveva offerta ai giudici insieme con la copia della querela per calunnia che egli ha sporto contro il capo del Sid, ammiraglio Casardi. L'iniziativa, però, gli si è rivolta contro co j me un boomerang, e, da di¬ fensore dell'imputato principale, il legale rischia ormai di diventare testimone d'accusa. In apertura di udienza il p.m. Lamanna ha allargato il tiro. Convinto della matrice politica del sequestro, egli ha sostenuto la necessità di conoscere più profondamente i contatti instaurati nel '75 da Martinesi con gli altri fascisti ed ha sollecitato il tribunale a richiedere al Sid, oltre la copia originale dell'informativa offerta da Alberini, anche l'eventuale ulteriore documentazione che i servizi segreti potrebbero aver raccolto sull'argomento. Contemporaneamente ha sostenuto la necessità di acquisire un rapporto redatto dal vice-questore di Marsala, nel quale si sostiene che i responsabili di questo processo mazione in possesso del Sid I sarebbero coinvolti in altri clamorosi sequestri di persona avvenuti due anni fa. Dopo una lunga camera di consiglio, il presidente del tribunale ha detto « no » alle due richieste e si è limitato a disporre l'accettazione dell'informativa del Sid così come l'ha prodotta l'avv. Alberini, sostenendo che « non risultano ulteriori elementi di infor- sulla vicenda ». Al termine della fase preliminare, il pubblico ministero ha dettato la lista dei testimoni che avrebbe gradito sentire e il processo è andato avanti con l'interrogatorio del primo imputato, Mario Luceri, un fascista locale, amico di Martinesi, trovato in possesso di 600 mila lire « sporche » del riscatto Mariano. Silvana Mazzocchi