Legge Machiavelli, Zola, Baudelaire scrive poesie e saggi: ha quasi 13 anni

Legge Machiavelli, Zola, Baudelaire scrive poesie e saggi: ha quasi 13 anni Abbiamo scoperto a Rivara un emulo di Leopardi? Legge Machiavelli, Zola, Baudelaire scrive poesie e saggi: ha quasi 13 anni Stefano non ama lo sport, non gioca, non guarda la tv - Trascorre le notti sui libri, ha intitolato una raccolta di saggi "Note di uno spirito defunto" - Dice, pensoso, "L'epoca in cui vivo mi è ostica; vorrei che rimanesse qualcosa di me dopo la morte" Fragile, delicato, scrive sonetti e liriche, discute di filosofia e di morale, non ha ancora 13 anni. Di lui il padre ci ha scritto: • Passa le sue giornate e le sue notti sul libri con un'assiduità tale da mettere a repentaglio la salute ». Poche frasi e pochi elementi per sbozzare un ritratto cui ogni studente di medie inferiori saprebbe dare un nome senza neppure pensarci troppo. « E' Giacomo Leopardi — direbbe — // poeta che, da bambino, rischiò di morire sulle "sudate carte" ». Il padre di questo « enfant pròdlge » non si chiama però Monaldo ma Mattia, non è conte ma artigiano; la lettera in cui parla con preoccupazione orgogliosa del suo figliolo non è datata 1810 e non viene Recanatl. Il « borgo selvaggio, la natia zolla » di questo piccolo letterato che di Leopardi ha lacrime e dolcezze, è Rivara Canavese. Lui il poeta, si chiama Stefano Doglio, 13 anni a fine ottobre, frequenta la terza media e scrive versi come questi: « Ahimè, cupo destìn, vivere ingiusto / Cos'è la vita? Per un tristo andare i sentier di duo/, rota di duolo eterno ». Ha occhi carichi d'ombre, guance delicate, mani che sanno stringere come unico « gioco » la penna e, quando parla, disegnano nell'aria una cornice metafisica al concetti. Cita Machiavelli e Zola, Manzoni e Carducci, e mentre lui si Infervora (- Quel che più mi addolora è che nessuno, sulle prime, mi creda autore del miei versi »). Il contrasto fra ciò che è e ciò che dice sconvolge. • MI place la poesìa perché la considero un momento di unione sublime fra letteratura e musica. Ma mi dedico anche alla prosa ». Mostra un quaderno fitto di appunti: una scrittura infantile, uguale a quella con cui tanti ragazzi della sua età riempiono a fatica due paglnette del compito in classe su temi come • Una giornata in campagna » o « Parlate del vostro più caro amico ». Il titolo di questa raccolta è « Note e memorie d'uno spirito defunto ». « Perché, Stefano, "spirito defunto"? ». « Perché lo non mi trovo a mio agio In quest'epoca: mi è ostica, mi opprime. Non si pensa che al prosaico, non si sa guardare oltre le cose. Il mio spirito ed II mio "io", sono morti a questi anni. Vorrei essere vissuto durante II Romanticismo ». « Ma tu vuoi "fare" il Leopardi? ». Mi accorgo d'averlo ferito. Gli occhi, sino ad allora abbassati, mi fissano specchiando un dolore proionclo; sguardo da uomo in un volto bambino: « MI place Leopardi, Il "canto notturno d'un pastore errante dell'Asia" è una delle liriche più belle che conosca: ma lo non lo voglio "scimmiottare". Sono fatto In un certo modo, forse ci saranno anche analogie con lui. Questa è la "mia" natura ». » Stefano, sei felice? ». Non mente né « posa ■ quando risponde: « No ». » Non riesco ad Inserirmi — confessa — tra 1 ragazzi mi sento un adulto e tra gli adulti un ragazzo. I miei compagni di scuola, ad esemplo: mi prendono in giro perché non mi place giocare al pallone o andare In bicicletta o parlare di eroi di fumetti. In casa sto bene ma, in fondo, sono solo ». Un'affermazione che, in bocca ad un ragazzino di 13 anni, ha un suono tremendo anche se chi la dice ha letto Chaucer o Lope de Vega e potrebbe, parlarti per dieci minuti dello « spleen » di Baudelaire. In questo grido mormorato c'è l'adolescente cui essere -diversonon dà soltanto la gioia di sentirsi poeta ma anche il dolore di non saper godere di cose che in quelli della sua età sono importanti: i Non porterei mal un palo di "jeans" o di stivaletti, mi piacciono I capelli corti, l'unica musica che amo è quella sinfonica ». Ha imparato a suonare il flauto da solo, sta studiando il pianoforte: » No, non ascolto mai canzoni, non guardo la televisione. A me bastano I libri ». Tre anni fa, uno psicologo, analizzando i suol test attitudinali al termine delle elementari disse: * Questo bambino ha una maturità da diciottenne ». Da allora Stefano ha compiuto altra strada: uno studio feroce, anche se disordinato, per la smania di apprendere. Poesie, saggi, i primi quadri d'una tragedia. A scuola sempre II migliore, ma per lui è una cosa secondaria. La sua vita Intellettuale (o, meglio, la sua vita • tout-court ») si sviluppa al di fuori dei banchi: la sera, In una camera dove non ci sono pupazzi di pelouche o posters di Niki Lauda ma solo libri e fogli da riempire e mille pensieri malinconie e tristezze, slanci ed ansie, compiaciute erudizloni, sincere ingenuità. « Ti consideri un bambino prodigio? TI si adatta il termine "mostro" con cui ti definimmo dopo che inviasti al giornale una tua poesia intitolata "Sopra un viso di Cristo" »? Solleva lo sguardo nocciola e dice: « No, non credo d'essere particolarmente dotato dalla natura: ho soltanto letto e studiato più di certi ragazzi della mia età'. « Scrivi per te o per gli altri? ». » Nessun poeta produce per II cassetto ed I sentimenti non muoiono con gli uomini. Vorrei che rimanesse qualcosa di me dopo la mia morte ». Quando senti un adolescente che parla di queste cose. In genere ti vlen da sorridere. DI fronte a Stefano provo un brivido perché lui dice "morte" con la voce neutra di chi è abituato a pensarci. Renato Rizzo Stefano Doglio, un ragazzo che si è fatto tutto da sé

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