Si profila una quarta inchiesta al processo per piazza Fontana di Guido Guidi

Si profila una quarta inchiesta al processo per piazza Fontana Rischia di saltare il dibattimento-fiume Si profila una quarta inchiesta al processo per piazza Fontana (Dal nostro inviato speciale) Catanzaro, 30 settembre. Quarta istruttoria, dunque, per la strage di piazza Fontana: questa volta, con il pretesto di un'inchiesta per falsa testimonianza, l'attenzione dei magistrati intende soffermarsi più a lungo sul Sid e sugli uomini politici che possono essere stati alle spalle del Sid. Si tratta di una indagine che, prendendo le mosse da quello che è stato detto durante il dibattimento, potrebbe arrivare al reato di favoreggiamento con prospettive ancora più gravi e più clamorose. Il procuratore generale della Calabria, Giuseppe Chiliberti, sembra avere deciso: niente indagini «settoriali» per il momento nei confronti di questo o quel personaggio, ma un'inchiesta più vasta da iniziarsi dopo la conclusione degli interrogatori di coloro che sono stati coinvolti nella «copertura» da dare a Giannettini. Il caso dell'ex presidente del Consiglio, Mariano Rumor, sul quale l'accusa fa cadere il sospetto di non essere stato sincero con i giudici, deve essere inserito in un quadro più ampio. Dopo avere ascoltato tutti i militari — si dice negli ambienti della procura generale — è possibile «intraprendere le opportune iniziative con maggiore precisione». A questo punto, in pratica, si riprende il discorso lasciato a metà dal giudice istruttore di Catanzaro che, disponendo di rinviare a giudizio Giannettini, Maletti e Labru- I magistrati, prendendo lo spunto dai casi di sospetta falsa testimonianza, pare che adesso vogliano approfondire l'indagine sugli uomini del Sid e sui politici na, disse senza mezzi termini: «Molte protezioni di cui ha goduto Giannettini sono state il frutto di inopportune scelte politiche, di erronee interpretazioni di norme di leggi, di valutazioni delle esigenze degli organi giudiziari improntate a cieca ed ottusa iattanza, ma altrettanto certamente le forze che, manovrando abilmente nell'ombra, hanno concertato questa attività di protezione continuata per anni, hanno agito per assicurare, prima ancora che la impunità di Giannettini, la propria impunità. Quali siano queste forze non è stato possibile accertare. Ma non è certo infondato ritenere che esse fossero rappresentate nei nostri servizi di sicurezza». Sono parole gravi ed amare che prendono maggiore consistenza nel commento finale dell'ordinanza di rinvio a giudizio: «I silenzi, le ambiguità, le reticenze, i cattivi ricordi di molti, di troppi di coloro che alla vicenda parteciparono hanno sinora impedito di accertare se si trattò soltanto di una decisione improvvisa, quella di coprire Giannettini, o se fu pure, per qualcuno tra quelli che concorsero a determinarla, uno strumento per ostacolare l'ulteriore corso delle indagini». A questo punto si innesca il discorso che, prendendo le mosse dal caso Rumor e, peggio, da quello degli alti ufficiali sinora presi in esame nell'aula, sembra intenzionato a fare il procuratore generale: quella, cioè, che potrebbe essere la quarta istruttoria per la strage di piazza Fontana. Che il Sid abbia disposto una cortina fumogena intorno a Giannettini non vi sono dubbi: la riunione nella quale fu deciso di rifiutare al giudice istruttore ogni eventuale notizia sul suo conto ne è una prova più che convincente. L'argomento ufficiale da discutere, così come lo propose l'allora capo del Sid gen. Miceli, era se un servizio segreto fosse tenuto o no a rivelare l'identità di un suo informatore e la decisione, in fondo, fu ovvia. Ma almeno quattro dei sette ufficiali che a quella riunione parteciparono (Miceli, Maletti, Alemanno e D'Orsi) sapevano che Giannettini era coinvolto, secondo l'opinione del giudice istruttore di Milano, nell'inchiesta sulla strage di piazza Fontana e soprattutto aveva avuto rapporti ceretti e costanti con Ventura e quindi con Freda. Ma nessuno di quelli che sapevano parlò chiaramente. Ma esistono altre circostanze in grado di dare corpo alle ombre. Nel dicembre 1971, a Montebelluna, in una cassetta di sicurezza della Cassa di Risparmio intestata alla madre di Ventura, furono rinvenuti documenti con stampigliature tali da lasciar supporre che venissero da un servizio segreto. In essi si accennava «a bande autonome fasciste» e ad argomenti di politica interna ed internazionale. Il Sid (ten. col. Agostino D'Orsi, capo del Reparto I del controspionaggio) escluse che fossero suoi e disse che, comunque, si trattava di materiale senza importanza. Più tardi si accertò che erano le copie di documenti inviati da Giannettini al Sid che li aveva conservati in archivio. Oggi è emerso che tre generali (Terzani, Maletti ed Alemanno) fra quelli che parteciparono alla riunione del Sid sulla quale si sta indagando da oltre una settimana, discussero fra loro per studiare una risposta al magistrato. Ma a Palazzo Barachini a nessuno venne in mente questo riferimento per approfondire il discorso su Giannettini. Nessuno, cioè, sembrò preoccuparsi che Giannettini volesse dire Ventura e quindi Freda e quindi strage di piazza Fontana. Tutti — ha ricor¬ dato il gen. Alemanno e più tardi il col. D'Orsi, che domani deve essere ancora interrogato — si acquietarono alle spiegazioni del gen. Maletti, il quale sostenne che Giannettini aveva troncato da tempo ogni rapporto col Sid (e non era vero) e che non aveva nulla per «tradire» il servizio e smentirlo. In sostanza, giudici e pubblico ministero non credono affatto che la riunione a Palazzo Barachini sia avvenuta come è stata raccontata e ritengono che taluno dei partecipanti abbia nascosto e nasconda qualche verità «bruciante» anche perché talune testimonianze (quella del gen. Alemanno, per esempio) sono state confuse e contraddittorie. L'inchiesta che il procuratore generale si propone di iniziare prevede tempi lunghi: prima di affrontare l'esame sulla attendibilità dei testimoni dovrà essere conclusa l'indagine dibattimentale. Come dire, un mese ad essere ottimisti. E poi? Il pericolo che possa saltare il processo per la quarta volta è tutt'altro che da escludere: ma potrebbe essere un pericolo inevitabile. Guido Guidi

Luoghi citati: Calabria, Catanzaro, Milano, Montebelluna