Il poeta contadino "tuonerà,, dalla tv

Il poeta contadino "tuonerà,, dalla tv Un film su Rocco Scotellaro Il poeta contadino "tuonerà,, dalla tv Marida Boggio e Maurizio Scaparro rievocheranno la figura del sindaco di Tricarico - Tra gli attori Cirino e la Bianchi Molti hanno applaudito nella stagione scorsa in teatro il Rocco Sotellaro rievocato per Bruno Cirino da Nicola Saponaro. Ora la vicenda umana del sindaco di Tricarico, poeta e contadino morto a 29 anni nel pieno di un'esperienza sociale che fu generosa e mai retorica, giungerà a un pubblico anche più vasto attraverso un film di 65-70 minuti sceneggiato per la rete 2 della televisione da Marida Boggio e diretto da Maurizio Scaparro. La figura di Rocco Scotellaro si presta a un'interpretazione politica più che a un ricordo emotivo. Tuttavia i momenti forti nella sua biografia non mancano, al punto che la Boggio ha ritenuto di inserirli come flash nel corso d'una festa paesana per evitare il pericolo del didascalismo e la vanità del pittoresco. La festa sì riferisce al ritorno in libertà del protagonista che, come sindaco socialista di Tricarico, aveva avuto nel dopoguerra la disponibilità degli aiuti Unrra. Facile accusarlo, facile gettarlo dietro le sbarre. Ma prima dì uscirne con la reputazione intatta. Rocco Scotellaro aveva maturato la sensazione dell'ineluttabilità dell'ingiustizia. Invano aveva insegnato ai mafiosi a leggere « Cristo si è fermato a Eboli » perché intuissero le ragioni dell'arretratezza del Sud, invano aveva rigettato la tentazione di farsi capo manipolo durante l'occupazione delle terre. Di fronte a Rocco portato in trionfo e tra le luci delle fusette che sprizzano, stanno il malcostume sociale e la cecità giudiziaria. Ed ecco che, nel disegno di Marida Boggio e Maurizio Scaparro, i primi flash back esplodono per spiegare la realtà. Rocco bambino studia dai frati cappuccini perché la famiglia risparmi (« Se puoi, resisti » lo pregano i fratelli ma dopo due anni e mezzo, ormai giovanotto, pur volendo bene ai suoi maestri, sale su un ciuco e lascia il convento). Rocco diciottenne dal monumento al santo in piazza Garibaldi di Tricarico celebra, nel '44, il 1" maggio libertario identificando con parole gonfie dì commozione il fascismo come nemico ineliminabile nelle strutture d'una società malata. Poi d'accordo con il vescovo edificherà un ospedale coinvolgendo l'intera comunità, compresi i lucani d'America, nella disperata ricerca di fondi. Infine prima di recarsi a Portici per operare con Manlio Rossi Doria nell'osservatorio di economia agraria, dirà alla fidanzata del paese come preso da una furia: « Non mi aspettare, ti prego; tu vuoi un marito e io... ». Il lavoro di ricerca della Boggio è durato due anni. « Ho vinto con pazienza la logica diffidenza della gente del luogo. I giovani mi hanno aiutata, gli anziani cioè coloro che erano con Rocco nei giorni dell'occupazione, mi hanno poi sostenuta in maniera eccezionale accettando di raffigurare gli anziani di allora che si affiancano al loro sindaco per vivere un'esperienza socialista ». In particolare la sorella di Rocco, Antonietta, che qui interpreta la parte di sua madre, « prima delle riprese si commuoveva liberando gli attori dal pericolo dell'enfasi e fissandoli su una contenutezza vera ». Per Scaparro l'immaginazione del poeta contadino è il dato più sorprendente. « Ha anticipato le critiche al psi, ha prefigurato il pericolo dell'accentramento »: nel film questa parte sarà condensata attraverso la comunicazione di una lettera inedita a Franco Fortini. Altro punto di ardua resa l'annuncio della morte alla madre che prorompe in accenti da Magna Grecia: « Figlio, figlio mio, che sonno lungo che ti fai... ». Le riprese — concentrate in quattro settimane nel mese scorso — hanno impegnato una troupe con Bruno Cirino, Regina Bianchi, Umberto Spadaro, Fernando Pannullo, Nunzia Greco, Lorraine Dessaille, a modo loro « compagni di fede e d'azione ». Piero Perona

Luoghi citati: America, Eboli, Grecia, Tricarico